Legacoop attiva in Parmalat e disponibile a entrare direttamente nel capitale? L’ipotesi correva da giorni e oggi è dovuto intervenire addirittura in prima persona il presidente della Lega Giuliano Poletti per precisare che «è privo di fondamento reale affermare che Legacoop sarebbe presente nell’azionariato di Granlatte, la cooperativa di allevatori che controlla Granarolo, e che contribuirebbe con propri asset ed equity ad un’eventuale opa finalizzata ad acquisire la maggioranza del pacchetto azionario di Parmalat». Precisando, poi, che Granarolo è legata al mondo cooperativo unitario, essendo iscritto sia alla Lega che a Confcooperative.
A ricompattare il neonato fronte unitario della Cooperazione ci ha pensato poi Luigi Marino, portavoce di quell’alleanza che dovrebbe unire, un giorno in via definitiva, Legacoop, cioè le ex cooperative rosse, e Confcooperative: «Non siamo per la difesa sic et simpliciter della proprietà italiana di un marchio, ma siamo convinti difensori – ha detto – della ricaduta economica che quel marchio ha sul territorio, così come nelle caratteristiche dell’impresa cooperativa che vive per lo sviluppo del territorio in cui nasce». «Nel caso di Parmalat – conclude Marino – l’acquirente straniero danneggerebbe, senza rimedio e senza possibilità di recupero, la filiera dei produttori italiani di latte, una filiera, tra l’altro, che è già fortemente sotto stress».
Tuttavia, fonti finanziarie che seguono il dossier da vicino, spiegano che il mondo della Lega delle Coooperative potrebbe effettivamente avere un ruolo diretto nella partita, passando per Unipol. La compagnia assicurativa fa capo a Holmo, azionista di riferimento con oltre il 30%, che è la cassaforte della Lega delle Cooperative. Unipol, dopo un 2009 nerissimo, ha appena registrato un ritorno agli utili e oggi, attraverso la sua banca, potrebbe sedersi al tavolo dell’operazione di sistema che sta organizzando Intesa San Paolo con l’appoggio esplicito del governo e della Cassa Depositi e Prestiti. L’amministratore delegato Cimbri aveva smentito ogni partecipazione di Unipol alla cordata italiana proprio il 25 marzo ma, da allora, le condizioni sono mutate e Unipol sarebbe disponibile quantomeno a sostenere finanziariamente l’operazione di Granarolo. Più difficile, ma non del tutto esclusa, una partecipazione diretta nell’azionariato futuro di Parmalat. Quel che è certo, oggi, è che dalla parti della Lega delle Cooperative si guarda con riconoscenza a chi ha voluto l’operazione di “sistema”, e non si segnalano dubbi rilevanti sulla necessità di percorrere la strada dell’italianità, anche se in maniera un po’ irrituale.