Flop futurista, il 3,3% di Napoli è un ottimo risultato

Flop futurista, il 3,3% di Napoli è un ottimo risultato

Da ago della bilancia ad ago sulla bilancia. È il triste destino di Futuro e Libertà, il partito che nei piani del fondatore Gianfranco Fini doveva decidere le sorti del confronto elettorale e che, a conti fatti, rischia di pesare davvero poco.

«Nelle quattro grandi città – scrive il sito di Libertiamo, l’associazione del capogruppo alla Camera Benedetto Della Vedova – i risultati del Nuovo Polo oscillano tra il quasi 5 per cento a Torino e il quasi 10 a Napoli: numeri non pesanti, ma spesso determinanti». A spulciare le percentuali ottenute in giro per l’Italia dalle liste di Futuro e Libertà, i dati sono un po’ meno determinanti.

Dove il partito del presidente della Camera ha presentato una propria lista, i risultati sono stati deludenti. Talvolta persino peggiori di quelli prospettati da Silvio Berlusconi qualche settimana fa. In diverse città – come a Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria – i futuristi non raggiungono neppure l’1 per cento dei consensi. A Barletta, Fermo, Rimini, Rovigo, Savona e Torino non superano il 2 per cento. È andata un po’ meglio a Napoli, dove il candidato sindaco del Terzo Polo Raimondo Pasquino arriva al 9,74 per cento (la lista di Fli qui si ferma al 3,36 per cento).

Ma anche all’ombra del Vesuvio la delusione è grande. «A Napoli – commentava su facebook Adolfo Urso – tre mesi fa Fli era attestata al 12 per cento. Ora abbiamo preso poco più del 3. Che dire?». Il vero crollo arriva a Latina. La città simbolo dell’esperimento “fascio-comunista”. Il candidato sindaco sostenuto dalla lista del premio Strega Antonio Pennacchi supera di poco l’1 per cento. I vertici del partito predicano calma: «Un risultato che non ci premia – recita la nota ufficiale del movimento – ma siamo certi che rappresenta un importante punto di partenza per raggiungere quell’organizzazione e quel radicamento necessari alla crescita di Futuro e Libertà».

E invece proprio sul risultato di Latina si alzano i toni dello scontro interno. L’associazione Fare Italia di Adolfo Urso commenta ironicamente: «L’esperimento fasciocomunista di Latina, tanto strombazzato sui media, voluto da Granata & Co. come è andato? Fli ha racimolato un risicato 1,5 per cento. Però c’è chi canta vittoria e si consola con il risultato di Olbia». In realtà a Latina la lista si è fermata allo 0,7 per cento.

I finiani che cantano vittoria effettivamente ci sono. Tra questi Filippo Rossi, il direttore del Futurista e candidato proprio a Latina al sesto posto della lista Pennacchi. A leggere il suo editoriale post consultazioni sembra che Fli abbia eletto almeno una decina di sindaci. «Abbiamo vinto – annuncia Rossi trionfante – Ha vinto l’Italia moderata. Quella che va da Giuliano Pisapia a Gianfranco Fini». E ancora: «Oggi brindiamo. Domani, il giorno in cui tutta l’Italia avrà detto la sua, scenderemo in piazza per festeggiare la liberazione (dal berlusconismo, ndr) E, sinceramente, poco ce ne importa quale sarà la percentuale delle nostre bandiere».

Dopo le amministrative i futuristi restano in pochi. E su posizioni ben distanti. Il rischio è che i ballottaggi possano acuire ancora di più lo scontro tra le diverse anime di Fli. Mentre Urso e Andrea Ronchi propongono di appoggiare i candidati di centrodestra, c’è chi, come il parlamentare Carmelo Briguglio continua a ripetere che tra «Fini e Berlusconi la distanza è ormai quasi incolmabile». Per evitare ulteriori scissioni, nel pomeriggio la segreteria politica ha diramato la nuova linea politica: liberi tutti. «Riteniamo opportuno – si legge nella nota – affidare ai candidati del Nuovo Polo il compito di confrontarsi con gli sfidanti ai ballottaggi senza pregiudiziali ideologici. Alla luce del confronto programmatico avvenuto, saranno i nostri elettori a scegliere». Insomma, ognuno agisca secondo coscienza. Possibilmente evitando nuove, imbarazzanti, defezioni.

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