È l’attore e compositore Moni Ovadia a fare il pieno di applausi sul palco di Milano, tra la gente accorsa a festeggiare il raggiunto quorum ai referendum. «Avremmo diritto di gioire e basta ma la lotta dura comincia adesso – inizia – perché dobbiamo chiudere con questa destra avventurista. Non ci lasciamo scippare via queste straordinarrie vittorie. Alle prossime elezioni non possiamo vincere. Dobbiamo vincere!». Ovadia è vestito d’azzurro e lo spiega: «Dobbiamo riprenderci questo colore che era di tutti. Ce lo hanno usurpato!». In particolare parla dei quesiti sull’acqua: «Oggi siamo tornati all’idea che il bene comune debba essere gestito dall’economia pubblica». E detta la linea: «La battaglia è appena iniziata. Adesso non basta fermarsi all’acqua. Bisogna pensare a tutti i beni strategici che non possono essere lasciati in mano alla speculazione selvaggia o alla regolazione brutale del compra e vendi. Stando attenti agli attacchi. Perché chi ha nella testa il profitto non si ferma mai e vorrebbe privatizzare tutto: l’esercito e la guerra, le carceri, il dna». Pur riconoscendo ai partiti dell’opposizione di essersi impegnati in quest’ultima fase di campagna rivendica: «Questa è stata una vittoria della gente, della società civile. Non siano più i partititi a gettare l’agenda. Siamo stufi dei “laboratori” che ci hanno fatto perdere a ripetizione».
13 Giugno 2011