Dal no alla pillola abortiva al sì alla fecondazione assistita per le signore fino a cinquant’anni. È la svolta radical di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. All’indomani della sua elezione, lo scorso anno, disìchiarò che non avrebbe mai autorizzato la pillola abortiva negli ospedali veneti. Ieri la sua giunta ha approvato all’unanimità una elibera che alza d’imperio il limite di 43 anni per le aspiranti madre. Insomma, il modello Gianna Nannini piace a Zaia. Il tutto a spese del sistema sanitario nazionale: le dirette interessate pagheranno soltanto il ticket. Una decisione che ha del clamoroso, che rappresenta una svolta nella politica della Lega. Proprio a pochi giorni dal classico raduno di Pontida. Che si siano accorti che la società italiana è cambiata?
Al Corriere Veneto, che riporta la notizia in prima pagina, Luca Coletto, assessore veneto alla Sanità, dichiara: «non possiamo non tener conto di un’aspettativa di vita in crescita e di casi, come quello di Gianna Nannini, che testimoniano la possibilità di procreare anche nella maturità». Contrari alla decisione i medici del comitato tecnico di Palazzo Balbi e anche il presidente della società italiana ginecologi e ostetrici. Mai si sarebbero aspettati che questa svolta sarebbe arrivata dalla regione che un tempo fu feudo della Democrazia cristiana.