Che non fosse la «chiave dell’acqua» (così come i napoletani intendono una persona capace di risolvere i problemi) Luigi de Magistris lo sapeva già. Tant’è che l’incontro di oggi con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è servito più al premier che al primo cittadino partenopeo. De Magistris aveva la necessità di avviare un confronto istituzionale con Palazzo Chigi, confronto che Rosetta Iervolino teneva attraverso Gianni Letta e che l’ex pm invece vuole avere direttamente col “capo”. Berlusconi invece utilizza il sindaco di Napoli per arginare i malumori dei deputati meridionali che lamentano la sottomissione del Pdl alla Lega Nord sul tema dell’emergenza rifiuti.
Già, ma cosa si sono detti i due, presenti Gianni Letta e Paolo Bonaiuti? Anzitutto si è parlato di rifiuti. Niente commissari e leggi speciali, questo de Magistris ha ribadito a Berlusconi: «Noi – ha detto al termine dell’incontro – oggi stiamo uscendo dall’emergenza da soli. Non abbiamo bisogno di leggi speciali e vogliamo che Napoli sia il fiore all’occhiello anche di questo governo».
Il vero tema non è quello normativo, bensì quello economico: i soldi che il Comune di Napoli potrebbe avere dall’amministrazione regionale, sono bloccati causa patto di stabilità. De Magistris cosa propone al governo? Di darli al Comune “saltando” la Regione: «Al governo abbiamo chiesto lo sblocco di 500 milioni che già spettano a Napoli; una grande città del Mezzogiorno chiede di essere direttamente assegnataria dei fondi. Non si tratta di un intervento straordinario ma di soldi che ci spettano». Del resto, ed è questa la speranza del primo cittadino, occorre andare subito oltre i rifiuti, altrimenti il pantano amministrativo è assicurato. Quindi durante l’incontro il sindaco ha messo in campo gli altri progetti. il Forum delle culture, per il quale servirebbero 200 milioni, il centro storico, e l’area di Bagnoli, con 50 milioni, «con una serie di opere da inaugurare per Natale». Però l’ostacolo, alto, è quello dell’emergenza monnezza. E de Magistris ha archiviato anche il tono arrembante sulla città ripulita, dopo il flop del »piano dei cinque giorni».
Ora a chi gli chiede dell’emergenza, dice: «Sarò finita quando non vedrò più un sacchetto per strada e quando a settembre saremo partiti con la raccolta differenziata». Differenziata che oggi – lo conferma l’Istat – è inchiodata al 18 per cento,mentre Salerno vola arrivando al 71 per cento, Avellino al 67,3, Caserta al 46,9, e Benevento al 33,9 per cento. De Magistris aveva promesso il 70 per cento in 6 mesi.