Milano, Aula uno dell’Università Bocconi. Enrico Bondi è qui per mantenere una promessa con gli organizzatori del Festival dell’economia di Trento. Per ragioni di opportunità, infatti, aveva saltato l’appuntamento originario previsto per giugno, quando era ancora in corso l’Opa della Lactalis su Parmalat. Adesso l’Opa si è conclusa, i francesi hanno l’ 83,3% del gruppo, e il caso vuole che domani pagheranno le azioni apportate all’offerta. Sepolta l’era Tanzi, chiusa la stagione di Bondi, a Collecchio inizia dunque una nuova fase. Il momento è catartico, come diceva quel tale. E Bondi non ci gira troppo intorno.Per il riassunto della storia di Parmalat, dal suo arrivo nel dicembre 2003 a oggi, bastano tre frasi: «Il sistema Italia l’ha salvata, il mercato l’ha sostenuta, il mercato è stato ripagato con l’Opa». Anche l’autocritica va dritta al punto: «A me era stato dato il mandato di salvare Parmalat», fatto questo, «il mio convincimento era che in questo mercato la dimensione facesse premio e, quindi, la liquidità doveva servire a Parmalat a fare un salto di qualità, ma non ci sono riuscito».Nessuno spazio alle recriminazioni. «Uno le cose o le fa o non riesce a farle, e se non riesce, è una sconfitta». Non ci sono state le occasioni? «Quando le occasioni si presentano si tratta di afferrarle… forse mi è mancato il coraggio, non lo so, avevo avevo evidente la necessità di una crescita importante non ho avuto il coraggio di fare il passo». La Lactalis l’ha fatto. «Io non so – confessa – se ne avrei avuto il coraggio perché è stata una operazione a debito importante». Rancori, almeno ufficiali, non sembrano esserne rimasti: Bondi vuole«augurare al gruppo che si è formato grande successo e alla parte italiana che possa avere un ruolo importante».La conclusione è in tono minore, scherzosa ma con garbo, sembra quella di Renzo nei Promessi Sposi: «Sono un poveretto finito in un pastrocchio, e ne sono venuto fuori più o meno bene e via… è finita». Alla versione del Bondi-poveretto ovviamente non crede nessuno. Ma un’uscita di scena così low profile e autoironica fa onore all’uomo e al manager che tra Ferruzzi e Parmalat ha gestito e condotto brillantemente in porto le due più importanti operazioni di risanamento finanziario e industriale degli ultimi venti anni di storia italiana.
14 Luglio 2011