Monti al Governo? Magari, ma con Pisanu Premier…

Monti al Governo? Magari, ma con Pisanu Premier...

«Ma ve lo vedete Mario Monti che contratta tutti i giorni con questo Berlusconi di Fine Impero?». La domanda, a Milano come a Roma, se la fanno in tanti. Più o meno tutti quelli che all’ipotesi di un subentro di Mario Monti al posto di Tremonti non possono proprio credere. Ci sono ragioni di ordine pratico, ed altre di scenario e di strategia.

Tra le prime, sembra davvero difficile che un autorevole economista come Mario Monti, rispettato in Europa e nel mondo, possa accettare di entrare in posizione chiave – il ruolo che oggi è di Tremonti – in questo contesto. Con gli appetiti dei partiti e delle clientele pronti a rianimarsi non appena la crisi finanziaria si sarà un po’ sedata. In un quadro di equilibri complicati, che devono per forza tenere insieme i leghisti e Scilipoti. Dentro a un esecutivo che, comunque, porta i segni del crepuscolo berlusconiano e dal quale, nonostante tutto ed anche forte di un “mandato europeo”, difficilmente la reputazione di Monti uscirebbe pulita.

C’è poi un’altra ragione, di natura più strategica. Attorno al Presidente Napolitano e in Parlamento più di una forza starebbe lavorando ad una soluzione più radicale. Se si dimette Tremonti – l’uomo che disse «tutti i ministri sono senza portafoglio, tranne me» – come potrebbe resistere questo governo? Forse, in quel caso, arriverebbe davvero il momento di una soluzione diversa, strutturale, che transiterebbe verso le prossime elezioni: col mandato condiviso di prendere tutte le misure necessarie a garantire la credibilità del nostro paese, comprese quelle impopolari.

Per questo scenario, i nomi buoni sono pochi. Mario Monti, ancora una volta, o quello di un politico democristiano di lungo corso come Beppe Pisanu, con Mario Monti magari al suo fianco.

Silvio Berlusconi sa tutto questo e non ha nessuna voglia di mollare. Per questo, nei giorni scorsi, ha taciuto, accettato la sentenza che lo obbliga a versare 560 milioni nelle casse di Cir, invitato alla coesione nazionale. Sa bene che in questa situazione di crisi di credibilità ogni passo falso può essere davvero fatale. Quando durerà il self-control? Se lo chiedono in tanti, a Milano come a Roma.