Pisapia, la luna di miele è finita. Meglio così

Pisapia, la luna di miele è finita. Meglio così

Ieri l’Expo, oggi i biglietti dell’Atm, domani chissà. Per chi non avesse capito, a Milano la luna di miele di Giuliano Pisapia è ufficialmente finita. È la dura legge del governo cittadino, del resto, in cui non si vive mai a lungo del malcontento lasciato da chi c’era prima, e anzi anche le eredità peggiori vanno gestite al meglio, perché questo è il patto che si è stretto con gli elettori.

Dell’Expo abbiamo scritto già ieri. Stefano Boeri, assessore alla Cultura con deleghe all’Expo (in realtà: agli eventi collegati) non è contento del modello di Expo che è stato votato da tutta la giunta, compreso lui. L’Expo è quello della Moratti, senza l’orto planetario a lui caro e da lui a suo tempo progettato. Boeri aveva annunciato il suo mal di pancia su Facebook (proprio nel “posto” in cui Pisapia aveva costruito una parte importante del suo successo). Poi ha votato a favore, senza dimettersi o rimettere le deleghe come paventato da qualcuno, ma ottenendo che di deleghe ne avrà di più. La mini-guerriglia su Facebook, insomma, a qualcosa ha portato, anche se va chiarita, una volta per tutte, la sostanza della questione: per quante deleghe in più otterrà (si parla ad esempio di renderlo l’unico interfaccia tra il Comune e le società che gestiscono Expo), Boeri sarà sempre rappresentante di un ente – il Comune – che partecipa assieme ad altri – la Regione e il Governo – alla costruzione di un evento. Per cui conteranno sempre tanto di più il Presidente della Regione, il ministro, e il sindaco Pisapia che tra l’altro potrebbe anche diventare commissario straordinario dell’evento. La polemica, però, ha tracimato. Partendo dalla rete è arrivata sui giornali. Marco Travaglio ha dedicato alla vicenda il suo editoriale quotidiano su Il Fatto di oggi, stroncando sia Pisapia – “è come tutti” – che Boeri – “ha ragione, ma non può parlare perché in conflitto di interessi”. E chi di Internet ferisce, di internet perisce. Per cui oggi, sulla bacheca di Boeri le domande e le richieste di chiarimenti fioccano. E alla vicesindaco Guida che criticava il suo filo diretto con gli status di Facebook, Boeri risponde duramente, parlando di “veline” passate ai giornali.

Insomma, è arrivato il tempo in cui le alte aspettative create nei cittadini si confrontano con la realtà. Ed è un bene. Prima si comincia a far sul serio, prima si capisce che la città ha tanti bisogni talora confliggenti tra loro, prima si inizia davvero a governare. La politica 2.0 è esigente: giocare un po’ meno in Rete e capire un po’ di più come funziona la vita a Palazzo Marino e per la città non sarebbe un male.