Il referendum va avanti. I quesiti per l’abolizione dell’attuale legge elettorale e il ritorno al Mattarellum sono stati depositati in Cassazione due settimane fa. Da oggi, come spiegano nella sede del comitato promotore, sono in stampa i moduli per la raccolta delle firme. Fra qualche giorno saranno allestiti i primi “banchetti” in piazza. Nonostante le difficoltà, l’iniziativa non si ferma. «L’impresa è difficilissima – racconta sulla sua pagina web Mario Segni, uno di protagonisti del progetto – Bisogna raccogliere cinquecentomila firme entro il 30 settembre. Ma è un’impresa sacrosanta».
Impegnati in prima linea insieme a Segni ci sono l’Italia dei Valori e Sinistra Ecologia e Libertà. Manca all’appello il Partito democratico. I dirigenti che avevano aderito – Water Veltroni, Rosy Bindi, Pierluigi Castagnetti – hanno fatto un passo indietro. Il segretario Pier Luigi Bersani li aveva avvertiti: «La legge elettorale si cambia in Parlamento, non con i referendum». Per evitare polemiche, i tre hanno deciso di sfilarsi. In rappresentanza del Pd, così, è rimasto solo l’ex ministro della Difesa Arturo Parisi.
Il Partito democratico boccia l’iniziativa referendaria e sceglie la via del confronto parlamentare. Tre giorni fa l’assemblea dei gruppi democrat ha approvato una proposta di riforma per superare il Porcellum: un sistema maggioritario uninominale con doppio turno per l’assegnazione del 70 per cento dei seggi. Più una quota proporzionale. Ai capigruppo di Camera e Senato adesso spetta il difficile compito di convincere la maggioranza a calendarizzare il disegno di legge entro settembre.
Il comitato promotore del referendum continua a lavorare. «Temo che con questo Governo e questa maggioranza la riforma elettorale non si farà mai» aveva chiarito il leader Idv Antonio Di Pietro dopo aver depositato i quesiti. Rispetto alla legge elettorale in vigore, allora, meglio tornare al Mattarellum (un maggioritario a turno unico con recupero proporzionale). «Abbiamo stampato i 50mila moduli necessari per raccogliere le firme – spiega uno dei promotori – a partire dall’ultima settimana di agosto saremo nelle piazze per coinvolgere i cittadini». I tempi sono stretti, è vero. Ma gli organizzatori sono convinti di poter raggiungere l’obiettivo.
Dal quartier generale del comitato di piazza Santi Apostoli a Roma – curiosamente sono gli stessi uffici un tempo sede dell’Ulivo – raccontano: «La raccolta delle firme vera e propria si concentrerà in un mese al massimo. Ci giochiamo tutto a cavallo tra agosto e settembre. I cittadini sono interessati al tema, non vogliono più sentire parlare di liste bloccate. È l’ultima occasione per dare uno strumento democratico al sentimento dell’antipolitica che si respira nel Paese».