Certo, paragonare Umberto Bossi a Charlie Chaplin è da querela. Ne conveniamo. E ci prepariamo sin da ora a sborsare il dovuto. Ma è più forte di noi. Ormai non c’è occasione in cui il leader leghista non alzi il dito medio nei confronti dei giornalisti. Quasi come se fosse un riflesso condizionato. Proprio come avveniva al Chaplin versione Hitler con quel braccio destro che puntualmente gli scappava su. Beh, direte voi, il grande Charlot faceva ridere e scaldava i cuori, il Senatùr un po’ meno. Vabbè, ma queste sono sottigliezze…
9 Agosto 2011