Ed Eto’o (20 milioni a stagione) disse: «I soldi non sono tutto»

Ed Eto’o (20 milioni a stagione) disse: «I soldi non sono tutto»

C’erano una volta calciatori capaci di grandi frasi. Abili con la lingua quasi quanto con i piedi. Éric Cantona (1966-vivente), francese del Manchester United che poi avrebbe dimostrato una certa abilità da attore, è stato capace di uscite al limite del poetico in conferenza stampa: «Quando i gabbiani seguono il peschereccio è perché pensano che delle sardine stanno per essere gettate in mare». O cariche di beffarda ironia: «Credo che Raymond Domenech sia il peggior allenatore del calcio francese da Luigi XVI». George Best, genio e sregolatezza del football inglese (1946-2005) di sé diceva: «Ho speso molti soldi per alcool, ragazze e macchine veloci. Il resto l’ho sperperato». Di David Beckham, invece, diceva: «Non sa calciare col piede sinistro, non sa colpire di testa, non sa contrastare e non segna molto. A parte ciò è un buon giocatore».
Ecco, Samuel Eto’o (1981-vivente) non fa parte della schiera. Ha lasciato l’Inter che gli aveva fatto vincere tutto (Campionato, Coppa Italia, Coppa dei Campioni, Coppa del Mondo per club…) scegliendo la sconosciuta squadra russa dell’Anzhi Makhachkala, che l’ha corteggiato e convinto con un sontuoso stipendio da 20 milioni di euro l’anno. E lui, scendendo all’aeroporto, in terra russa, non ha trovato frase migliore di questa: «I soldi non sono tutto. Non ho scelto l’Anzhi per denaro, ma per il suo progetto calcistico»…