Il “colpo di reni” annunciato da Berlusconi, Tremonti e Letta durante la conferenza stampa di questa sera si articola in quattro punti – due riguardardano il bilancio pubblico e due l’economia privata. In sintesi estrema, si ha un congelamento del perimetro dell’economia pubblica contestualmente alla liberalizzazione dell’economia privata.
Il congelamento del perimetro si ottiene vincolando – costituzionalmente – il bilancio pubblico al pareggio, ossia si spende quanto si raccoglie con le imposte. Inoltre, si accelera il raggiungimento del pareggio rispetto a quanto deciso appena un paio di settimane fa.
Il primo obiettivo è argomento complesso. Il pareggio del bilancio pubblico funziona in tempi normali, ma non necessariamente in tempi di crisi, quando può essere utile attutire la caduta dell’economia privata con l’espansione di quella pubblica. Inoltre, è da discutere se gli investimenti vadano inclusi o meno. Essi, infatti, sono spesa, ma alla lunga producono reddito, e quindi imposte. Sono spesa che si “auto-paga”.
Nelle condizioni odierne, il secondo obiettivo è più importante. La critica alla manovra approvata due settimane fa era che si spostavano le operazioni maggiori per portare in pareggio il bilancio appena prima e subito dopo le elezioni del 2013, con il pareggio che era raggiunto nel 2014. La critica era che l’attuale maggioranza non voleva pagare un prezzo politico prima delle prossime elezioni. Un segno di debolezza che i mercati hanno registrato chiedendo un maggior premio per il rischio.
La decisione di anticipare la manovra – la cui struttura o composizione resta intatta – dovrebbe far cadere questa critica. Il grosso della manovra è anticipata al 2012 e 2013, e il pareggio è raggiunto già nel 2013. In questo modo la maggioranza accetta in partenza di poter essere punita dal proprio elettorato. Naturalmente può anche contare di restare in sella, perchè, nonostante tutto, ha “salvato la Patria”. Lo sapremo in paio di anni, nel 2013.
Gli obiettivi di liberalizzazione sono due, entrambi legati alla “scossa liberista”. Per le imprese, non sono stati specificati, perchè hanno detto – con espressione di sapore anglosassone – che “tutto quello che non è espressamente vietato dalla legge, è libero”. Per il mercato del lavoro, è stato detto che si procede nella riforma, con l’aggiunta: discutendo con le parti sociali.
La vera novità delle cose dette è l’anticipazione della manovra con il conseguente costo politico che una maggioranza decide di poter pagare. Non è poco.
*Direttore della Lettera economica del Centro Einaudi