Se ne sono andati – Raccolta

Se ne sono andati – Raccolta

6 febbraio. Se ne sono andati un’artista inglese, Kitty Epstein Godley, una giornalista e donna pubblica italiana, Tullia Zevi, e un musicista romeno, Cristian Paţurcă. Tre vite – qui rintracciate e poi tracciate molto in sintesi – esemplari della storia fluida e violenta del Novecento europeo. Tre persone disposte a lottare per una vita gelosamente libera.

13 febbraio. Una doppia Francia ricordata attraverso due vite e due caratteri del cinema, l’attrice Maria Schneider e lo scenografo Jean-Dominique de La Rochefoucauld; un’antica scena di libertà e di vita di corte. E un’America orientalista che parlava arabo e che potrebbe capire parecchio dell’Egitto di oggi, con il suo ambasciatore Richard Parker, che se n’è andato a 87 anni, dopo essere stato più volte schiaffeggiato in vita dal sospetto di essere una spia.

20 febbraio. Le battaglie e i destini diversissimi di tre sfidanti nati. E coraggiosi. Alexandre Descacq era un ragazzo francese di neanche 17 anni che pettinava da campione le onde con la sua tavola da surf. Maria Altmann Bloch-Bauer è morta a 94 anni dopo aver vinto, in nome della Shoah, una lunga battaglia giudiziaria contro lo Stato austriaco. Henri Maurel, da Parigi, ha esteso l’antico marchio della Rivoluzione al diritto di essere sessualmente ciò che si vuole e di farlo con gioia.

27 febbraio. Scene dal processo dove per la prima volta si giudicava chi aveva fatto la guerra all’umanità. Scene di una guerra al freddo antartico con un inviato molto particolare. Scene di una rivolta di questi giorni con migliaia di persone che si fanno ammazzare per un ideale. Tre passaggi interpretati dal fotografo americano Raymond D’Addario, dal giornalista della Bbc Noel Rankin, e dai libici che stanno facendo la loro libera rivoluzione.

6 marzo. Due medici particolari, uno inglese e l’altro brasiliano. Il primo curava molto seriamente le vittime della silicosi, essendo molto sportivo e anche musicale. Il secondo è diventato scrittore e una gloria del genere surreale, essendo figlio di immigrati russi, ebrei, e poveri. E poi un’attrice francese, un’altra gloria, ma del suo Paese. Una veloce trasvolata sulle vite di Michael Flindt, Moacyr Jaime Scliar, e Annie Girardot​.

13 marzo. Cieli di guerra, spazi stellari e piscine olimpioniche. Tre paesaggi vissuti da diverse postazioni nazionali: Urss-Russia, Iran, Germania nazista, Danimarca. E un buon tasso di agilità nelle vite dell’ingegner Mikhail Simonov, dell’astrofisica Alenush Terian, e della campionessa di nuoto bambina Inge Sørensen.

20 marzo. Scendendo, come Ulisse nell’Odissea, in una simbolica “Repubblica dei morti di questi giorni”, le migliaia di caduti giapponesi (con, tra loro, le future probabili vittime del disastro nucleare) e le migliaia di massacrati in Libia e nel Golfo, avrebbero, insieme, molte cose da dire sui responsabili immediati o indiretti della loro fine. E tracciando una fila di ritratti, potrebbero prendersela con gli specialisti dei media, che li hanno alternati in una specie di zapping da breaking news; con gli specialisti atomici, che avevano garantito di essere padroni della tecnica; con gli specialisti della dittatura; e persino con gli specialisti di un anticolonialismo stranamente aggiornabile, come il professor Angelo Del Boca…

27 marzo. Un’attrice di Hollywood, una bellissima icona angloamericana, ha messo in scena tutti i colori e tutti i ruoli dell’immaginazione occidentale. Dai più romantici ai più aggressivi. Elizabeth Taylor, che ha recitato anche vestita da regina d’Egitto, è morta mentre l’Occidente è in guerra sopra il Nord Africa. Dove il giornalista Mohammed Nabbous, di Bengasi, è stato ucciso mentre faceva vedere l’assedio feroce della sua città.

3 aprile. In musica l’«effetto eco» è una forma aggiuntiva di clima, o di espressione. In Storia può diventare una forma di ripasso a sorpresa. Quando un luogo, un Paese, o un protagonista, ricordato nel suo passato prossimo, si fa riscoprire come un racconto utile o travolgente nei tempi d’oggi. Per questo, le vite di Sir Mike Gray, ufficiale orientalista dell’ex Impero britannico, e di Warren Christopher​, inventivo segretario di Stato americano, restano stabili «sulla notizia».

10 aprile. Un attore pornografico francese, morto a soli 34 anni, forse sul lavoro, forse di overdose, dopo una carriera fitta di centinaia di film, soprattutto di genere gonzo, e una storia d’amore, giovanile e non particolarmente pruriginosa, con la stella dell’hardcore Clara Morgane. Un grande direttore d’orchestra che era fuggito dall’Urss ma non aveva quel tipo di amarezza da profugo sovietico che le platee occidentali amavano cercare fino al crollo del comunismo. E un inglese, ottimo traduttore dal russo, che dopo tanta narrativa aveva trovato la ragione della sua esistenza nello studio in archivio dell’occhiuta burocrazia zarista, calandosi fino in fondo nelle cime abissali della censura e del dispotismo. Vite (non comuni) di Greg Centauro​, Yakov Kreizberg e Paul Foote.

17 aprile. Da Pechino, ad Alessandria (d’Egitto), a Londra, a Great Falls, Montana. Un mondo e un’epoca già globali nel secolo scorso. E visti da prospettive molto personali. Nell’erede complicato del più grande scrittore cinese del Novecento, nel cosmopolitismo vitale di una psicanalista anglo-egiziana che aveva cucinato per Carl Gustav Jung​, nella tranquillità ultracentenaria dell’uomo più vecchio del mondo, che ha vissuto da cittadino di 21 presidenti americani, da Grover Cleveland a Barack Obama. Parlano, nei loro fatti, del loro tempo, Zhou Haiying, Molly Tuby, e Walter Breuning.

24 aprile. Gli occhi, e la sensibilità, anche morale, di quattro artisti. Oggetti della loro osservazione, la giustizia, la coscienza individuale, le passioni, la resistenza. Il tutto, in alcuni fra i peggiori mondi possibili. Con questa sensibilità intatta, il regista americano Sidney Lumet​ è arrivato a 86 anni, dopo aver fatto una cinquantina di film, e alcuni capolavori. Per questa sensibilità sono stati uccisi, in Libia, il pittore di murales Kais al-Hilali e i due fotografi-giornalisti Chris Hondros e Timothy Hetherington.

1° maggio Ambasciatori americani che intrigano nel Sud Est asiatico. Truppe coloniali francesi sconfitte. Accordi internazionali in Svizzera. Monaci buddisti che si impregnano di benzina e si danno fuoco. Capi rivoluzionari che inventano guerriglie vittoriose nelle giungle indocinesi. Dittatori cattolici che dominano con esecuzioni e polizie segrete. Reggimenti nepalesi che combattono per l’Impero britannico. La scena di questa settimana spazia, come un film o un romanzo, nei passati prossimi dell’Estremo Oriente. Protagonisti, la famigerata Madame Nhu​, vietnamita, e il buon soldato Pun, il gurkha a cui diedero la Victoria Cross.

8 maggio. Società civili, società aperte, e i loro nemici. Come individuarle, come difenderle, come viverci, e come reinventarsi la vita, dopo la loro scoperta, e dopo gli orrori della guerra. Con le loro esistenze, e anche opere, hanno qualcosa da suggerire, questa settimana, l’economista americano Richard Cornuelle, il polacco Josef Klein, sopravvissuto della Shoah e poi grande Cordon Bleu, e il veterano della Prima guerra mondiale Claude Choules​. Morto a Perth, Australia, a 110 anni.

15 maggio. Sulle vite e gli ambienti di questa settimana, un regista e uno sceneggiatore potrebbero liberare bene le loro visioni. La café society, che non esiste più, centrata su Gunter Sachs, uno dei suoi ultimi protagonisti, un tedesco molto particolare e, alla fine, tragico. L’India del Rajasthan, dove un protettore delle tigri, Fateh Singh Rathore, le ha fatte diventare creature poetiche. Una Scozia orgogliosa, dove uno psicologo particolarmente appassionato del genere umano, Ron McKechnie, ha lavorato sulla dipendenza dall’alcol e su come liberare, gradualmente, chi ne è imprigionato.

Avvertenza ai lettori: La rubrica Se ne sono andati è chiusa per ferie. Tornerà regolarmente domenica 11 settembre.

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