Solidarietà ai poveri calciatori italiani

Solidarietà ai poveri calciatori italiani

Qui a Linkiesta siamo davvero dispiaciutissimi. Non perché eventualmente il campionato di calcio inizierà un po’ più tardi. No no. Siamo proprio dispiaciutissimi perché ai poveri calciatori italiani, lavoratori come tutti gli altri, né più né meno, è mosso l’affronto di provare ad iniziare il campionato senza nemmeno un contratto collettivo nazionale di lavoro.Uno di quei contratti, per capirci, che hanno i privilegiati che lavorano in fabbrica, e magari hanno perfino una mensa aziendale; uno di quelli che hanno gli impiegati, che stanno col sederino al caldo tutto il giorno, e hanno pure le ferie garantite senza faticose tournèe estive e ritiri in montagna anche se si preferisce il mare; non parliamo poi dei dirigenti d’azienda, gente che spesso guadagna addirittura diverse migliaia di euro al mese.Ecco, ai calciatori quel che hanno tutti questi e molto altro ancora, viene negato. Date loro un contratto. Peccato, però, che il senso della vergogna e della realtà non possano essere imposti da nessuna clausola.P.s. a guidare la protesta, simbolicamente, non sono i tanti professionisti che giocano nelle serie minori e che sicuramente non hanno stipendi in grado di sistemare i conti delle prossime tre generazioni, ma i capitani delle grandi società della serie A. Forse, anche nella struttura della rappresentanza dei professionisti dello sport, qualcosa non va.

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