Il Governo costretto all’angolo dalla crisi economica e dagli scandali giudiziari. Il Parlamento alla vigilia del voto che potrebbe condannare al carcere un deputato della maggioranza. È difficile immaginare una situazione più favorevole per una coalizione all’opposizione. Eppure il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro non deve essersene accorto. Oggi l’ex magistrato è riuscito nel quasi impossibile compito di dividere il fronte del centrosinistra. È bastata una frase, pubblicata sul suo blog. «Prima che ci scappi il morto, mandiamo a casa questo Governo». Passi la dura reazione di Pdl e Udc. Quello che colpisce è la netta presa di distanze del Partito democratico. «Quello di Di Pietro – risponde il democrat di area Fioroni Enrico Farinone poche ore dopo – è un linguaggio che va oltre ogni legittima critica al Governo. Un motivo in più per ragionare sulle future alleanze». In Aula il capogruppo Pd alla camera Dario Franceschini è costretto a chiarire: «Diciamo con molta serenità che non ci appartiene il linguaggio di Di Pietro: non fa parte del nostro modo di parlare». Come se non bastasse, in serata il vicesegretario del partito Enrico Letta puntualizza: «La situazione è dura e drammatica. Ma proprio da quelle personalità che si vorrebbero candidare a costruire l’alternativa ci si aspetterebbero esercizi di buon senso. Così non è per le frasi di oggi di Antonio Di Pietro, inopportune e controproducenti».
21 Settembre 2011