I conti non tornano, il Governo pensa al condono

I conti non tornano, il Governo pensa al condono

Ieri sera un ordine del giorno del Responsabile Domenico Scilipoti, accolto dal Governo al termine della votazione sulla manovra. Questo pomeriggio la consegna al segretario Pdl Angelino Alfano, da parte di una quarantina di deputati berlusconiani, di un appello per «aprire una riflessione seria e serena» sul tema. Al centro di entrambi i documenti c’è l’ipotesi di un condono fiscale. Anzi, del «tanto vituperato condono fiscale» per usare le parole del “re dei peones” (dal titolo dell’autobiografia di Scilipoti).

Nonostante le rassicurazioni del ministro Giulio Tremonti, dal cilindro della maggioranza spunta fuori una maxi sanatoria. Un escamotage per racimolare i miliardi che mancano per conseguire il pareggio di bilancio entro il 2013. Difficile valutare l’entità del condono, ma alla Camera si parla di un’operazione che potrebbe valere tra i 35 e i 40 miliardi di euro.

La prima mossa ieri sera, al termine del voto sulla manovra estiva. Il Governo – per bocca del sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti – ha accolto l’ordine del giorno presentato da Scilipoti. Un documento dal contenuto estremamente chiaro: «L’urgenza dettata dalla straordinarietà della situazione economica europea e mondiale – si legge – giustifica il ricorso al tanto vituperato condono fiscale».

Il testo saluta con favore le nuove norme antievasione contenute nella manovra del Governo. Nel dubbio però – nell’attesa che in Italia si determini una «nuova cultura fiscale» – meglio introdurre una misura che aiuti a recuperare «nell’immediatezza» un po’ di risorse. Insomma, almeno secondo Scilipoti (e l’Esecutivo che ha accolto il documento) in questa particolare situazione finanziaria «la proposta di un condono fiscale appare meno bieca». 

Nei dettagli il progetto prevede la possibilità per ogni contribuente «di effettuare il condono tombale per ciascuno degli anni per cui non è ancora prescritta l’azione accertatrice del fisco». Vale a dire dal 2006. A titolo di condono per tutte le imposte evase, si dovranno versare 1.500 euro (per ciascun anno) per i fatturati fino a 40mila euro. E 3.500 euro per i fatturati da 40mila a 100mila euro. Chi ha guadagnato ancora di più dovrà aggiungere una somma pari all’1 per cento sugli ulteriori fatturati. 

Non è finita. L’ordine del giorno – che introduce maggiori poteri a Equitalia – prevede anche un piccolo condono edilizio. Una sanatoria per tutte le opere abusive realizzate entro lo scorso 31 dicembre «in ampliamento di opere regolarmente assentite». Unico vincolo: l’abuso non deve essere superiore al 25 per cento della volumetria originaria. Una sorta di piano-casa a posteriori.

«Io non ci credo alla storia del condono» rifletteva questa mattina un deputato del Pdl. «Se il governo voleva fare una sanatoria l’avrebbe fatta senza troppa pubblicità». Sarà, eppure nel pomeriggio un gruppo di 40 parlamentari berlusconiani, guidati da Amedeo Laboccetta, ha consegnato un documento al segretario Pdl Alfano. Un testo «per aprire, a manovra approvata, una riflessione seria e serena all’interno del partito sul tema del condono fiscale». L’argomento sanatoria, insomma, non è tabù. Tutt’altro. Il motivo è semplice: «Siamo convinti – continua il comunicato di Laboccetta – che attraverso un nuovo concordato fiscale e un nuovo patto tra Stato e contribuenti si possa dare un concreto impulso per il rilancio dell’economia». 

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