In ode di Manuela Arcuri

In ode di Manuela Arcuri

Capodanno ’86, Villa San Martino, Arcore. Craxi scalpita, mentre il padrone di casa guarda nervosamente l’orologio. Alle 20.52 Berlusconi chiama Dell’Utri: «Iniziamo male l’anno». «Perché male?», risponde l’amico. «Perché dovevano venire due di Drive In e ci hanno fatto il bidone! E anche Craxi è fuori dalla grazia di Dio!». Il Cavaliere non sente ragioni, come sapete per lui l’amicizia è sacra. Dell’Utri saggiamente la prende larga: «Ma che te ne frega di Drive In?» «Che me ne frega?», replica piccato il Capo, «poi finisce che non si sc… più! Se non comincia così l’anno, non si sc… più». A quel punto, il bibliofilo Marcello si libra su vette inimmaginabili: «Va bene, insomma, che vada a sc… in un altro posto» (riferito a Craxi).
(intercettazione tratta da «B. Tutte le carte del Presidente», 2004, autore Gianni Barbacetto)

Come finì, è cosa per cotenne impenetrabili e dunque, prima di leggere il seguito del racconto, portate lontani i bambini. Fatto? Bene. Allora: il finale è sconvolgente. Le due ragazze di Drive In non si presentarono ad Arcore! Sì, diedero una colossale buca al Cavaliere e al suo amico Craxi. Sostanzialmente li mandarono in bianco.

Queste due partigiane dello spettacolo oggi saranno sulla cinquantina, qualche acciacco alla schiena, qualche capello bianco, figli grandi. Probabilmente, se la rideranno ancora e rideranno i nipotini ai loro racconti. Oggi, però, Eva e Roberta – le chiameremo così senza sapere i veri nomi – hanno finalmente un’erede naturale, alla quale consegnare la stecca di quell’incredibile rifiuto: Manuela Arcuri. Certo, forse non un attrice indimenticabile, non una Loren, per dire. Ma almeno, e non vi paia poco, una ragazza che decide di testa sua.  

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter