È finita con 316 sì e 301 voti contari. La Camera ha votato la fiducia al governo Berlusconi. Alla fine i radicali hanno garantito alla prima chiama il numero legale. Un successo, seppure striminzito, per Berlusconi. Uno schiaffo a Giulio Tremonti più che all’opposizione.
La diretta di stamattina.
Il deputato del Pd Sarubbi attacca su Twitter i radicali.
Per il pidiellino Aracu «anche con 317 voti non facciamo una bella figura».
I democrat Sarubbi e Sereni entrano a votare. Panico nel Pd. E parte il liberi tutti.
I radicali hanno votato. E nel cortiletto c’è il capannello di democrat, tra cui Colaninno, che segnava i voti. E parte un sonoro vaffa. Bersani allarga sconsolato le braccia ed esclama: nooooo.
Il numero legale deve essere comunque di 315 deputati, cioè la metà degli aventi diritto al voto. Lo confermano fonti della Camera all’agenzia Ansa.
Maurizio Lupi, Pdl e viceprsidente della Camera, sostiene che la maggioranza raggiungerà le 316 presenze.
Il servizio Assemblea di Montecitorio rende noto infatti che oggi i deputati in missione sono 50. L’articolo 46 del Regolamento della Camera stabilisce che i deputati in missione sono “computati come presenti per fissare il numero legale”. Da quota 316 va quindi sottratto il numero di 50 più il Presidente Fini che non vota.
Lo scajoliano Gava non ha votato.
Al Pdl manca un voto: Bonfiglio, ex futurista ed ex sottosegretario all’Agricoltura, non ha votato.
In Transatlantico c’è anche l’europarlamantare David Sassoli che rivela di aver fatto un sogno questa notte: «ho sognato che andavano sotto».
Gentiloni preoccupato, vuol sapere che faranno i Radicali.
Preoccupazione per il pidiellino Ascierto, che si è presentato in ritardo. La maggioranza lo applaude.
I giornalisti scommettono sul numero legale e Bersani assiste interessato senza partecipare.
Il radicale Maurizio Turco alla prima chiama non ha votato.
Bersani davanti ai monitor in Transalantico ridacchia e conversa col segretario dell’Udc Cesa.
Per il Pdl anche senza Sardelli la maggioranza avrebbe 317 deputati in Aula, quindi uno in più del numero legale.
Cominciata la chiama. Tensione tra i ministri, capannelli di giornalisti e deputati nel Transatlantico a guardare la chiama sui monitor.
A Montecitorio ormai si dice di tutto. Tra un boatos e l’altro, c’è chi sostiene persino che ieri sera tra i più attivi al telefono con i deputati incerti c’era anche Luca Cordero di Montezemolo.
Le opposizioni sono riuscite a portare in Aula praticamente tutti, tranne Mirko Tremaglia, per le sue note condizioni fisiche, ed Elisabetta Zamparutti, radicale eletta col Pd.
I radicali sono chusi in riunione, stanno decidendo il da farsi. Probabile che decideranno di non entrare alla prima chiama. Le opposizioni sono convinte che senza la partecipazioni dei Radicali, Berlusconi non ha il numero legale. E Fini, presidente della Camera, sarebbe costretto a sospendere la seduta. A questo punto potrebbe intervenire il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
14 ottobre, Montecitorio. Sta per cominciare la chiama. Si vota la fiducia al governo Berlusconi. E stavolta il Cavaliere vacilla non poco. Le opposizioni non saranno in Aula se non dopo che la maggioranza avrà dimostrato di avere il numero legale, 316 presenze. Mistero sui cinque radicali. E il reponsabile Luciano sardelli annuncia che lui la fiducia non la voterà. Insomma, il Governo rischia. E non poco.