Un tablet dal peso di poco meno di 200 grammi, al costo di 26 euro. Non accalcatevi nei negozi di informatica, perché in Italia non lo troverete. Lo ha presentato oggi 5 ottobre il governo indiano. Prodotto dalla società inglese Datawind, ma come precisato dall’agenzia Reuters assemblato in India, il tablet è stato pensato e progettato per studenti di tutte le età, dai bambini fino agli universitari, con particolare attenzione per i primi.
Il governo di Nuova Delhi ha salutato l’iniziativa con entusiasmo. «Questo tablet permetterà di migliorare le capacità di apprendimento dei più piccoli» ha assicurato il ministro delle telecomunicazioni e dell’educazione Kabil Sibal. Il progetto presenta aspetti innovativi. Soprattutto per quanto riguarda l’apprendimento a distanza. Il tablet permetterà agli studenti delle zone rurali di seguire corsi in linea su internet.
Molti analisti si sono mostrati tuttavia scettici. Dal sito Bgr India, specializzato nell’analisi del mondo delle nuove tecnologie, si legge una forte critica nei confronti del progetto: «Il problema dei tablet a basso costo è che spesso si rivelano inutilizzabili e le sue performance di conseguenza sono pessime».
Uno scetticismo che nasconde una polemica. Satish Jha, presidente della One Laptop Per Child India Foundation (Olpc), aveva lanciato una campagna nel 2005 nel suo Paese per destinare un personal computer ad ogni bambino delle classi più povere al costo di 100 dollari. Le multinazionali non cedettero inizialmente nel progetto della Olpc (il primo progetto di laptop prevedeva una manovella per l’accensione, per ovviare al problema della mancanza di energia elettrica), salvo poi fiutare l’affare e mettersi in concorrenza con la fondazione. Alcuni Paesi dell’America Latina cominciarono ad ordinare nel 2007 alla Olpc i primi esemplari. L’India invece si rifiutò, definendo il progetto “Pedagogicamente sospetto”. Nel frattempo, l’idea non decollò come sperato: l’obiettivo di vendere i laptop a 100 dollari si rivelò un sogno. Il prezzo era troppo basso e nel frattempo i prezzi della concorrenza crollavano sempre più.
«Abbiamo da sempre avuto problemi con il governo centrale indiano – ha spiegato Satish Jha al sito Brg -, mentre in alcune regioni come il Manipur abbiamo avuto segnali incoraggianti. Il tablet lanciato dal Governo è in realtà destinato ai bambini delle aree urbane e non risponde all’obiettivo che invece si è sempre posto l’Olpc: i giovani delle classi non privilegiate». Jha ha quindi aggiunto che non abbasserà il prezzo dei suoi laptop: «Potremmo produrli a minor prezzo, ma in questo modo avremmo una minore qualità del prodotto. Il prezzo di 35 dollari del tablet del Governo incontra le aspettative di chi si aspetta un minor prezzo, ma aumenta la forbice tra chi ha bisogno di imparare e chi potrà permetterselo».
Non solo. Il nuovo tablet governativo potrebbe incontrare altri problemi. Come quello del numero di internauti in India. Secondo il sito specializzato Internet World Stats, nel decennio 2000-2010 cento milioni di indiani hanno aperto una connessione ad internet. Sembrano tanti, ma si tratta dell’8% della popolazione. In Cina, le autorità hanno di recente affermato di aver superato il tetto dei 500 milioni di internauti, pari al 40% della popolazione.