Una delle norme messe a punto dal ministro Maroni per fronteggiare le violenze urbane, come quella di Roma, sabato scorso, sarebbe il già noto «fermo preventivo», mutuato dalla legge Reale, e rimodellato sugli anarco-insurrezionalisti di oggi. Se dalle intercettazioni emergeranno fondati motivi per immaginare che qualcuno sta per mettere a punto atti eversivi, le forze dell’ordine potranno fermare il sospettato, traducendolo in caserma o in commissariato, sino a un massimo di giorni quattro.
Sotto esame già una prima telefonata in cui un certo S.B., parlando con il faccendiere V.L, evoca una non meglio precisata «rivoluzione», che vedrebbe tra le sue azioni più clamorose il rovesciamento del Palazzo di Giustizia di Milano e l’abbattimento del quotidiano La Repubblica, più milioni di cittadini a invadere le piazze. Gli inquirenti sono dubbiosi sul da farsi: alcuni propendono per considerare il sospettato come un inguaribile perdigiorno che non ha un tubo da fare, altri spingono per considerarlo un Black Bloc autentico.