Anche Buontempo ha il suo conflitto d’interessi (sulla casa)

Anche Buontempo ha il suo conflitto d’interessi (sulla casa)

Il braccio destro dell’assessore della Regione Lazio Teodoro Buontempo cambia lavoro. Nulla di strano, se non fosse che Massimo Bindi, fino ad oggi caposegreteria del titolare delle Politiche per la casa, tra una settimana diventerà il responsabile ufficio stampa dell’Ater viterbese, l’azienda che si occupa di edilizia residenziale pubblica. Coincidenza o conflitto di interessi? Mentre alla Pisana (sede del consiglio regionale) si interrogano, il concorso che ha messo in palio l’ambito posto di lavoro – 60mila euro lo stipendio annuo – finisce al centro delle polemiche.

A sollevare la questione è il capogruppo dell’Italia dei Valori alla Regione Lazio, Vincenzo Maruccio. Pochi giorni fa il dipietrista ha presentato un’interrogazione urgente all’assessore Buontempo, chiedendo chiarezza sulla vicenda. Le principali perplessità riguardano le modalità del concorso. «L’avviso – si legge nel documento – è stato pubblicato in pieno agosto, con poca pubblicità». In poche parole si è trattato di «un concorso bandito in modo inopportuno e quasi clandestino, denuncia Claudio Bucci, un altro consigliere regionale Idv. 

Non solo. Quando quest’estate è stato pubblicato il bando, l’Ater viterbese era guidata da un commissario nominato dalla Giunta Polverini (il nuovo consiglio d’amministrazione dell’azienda è operativo dallo scorso novembre). Abbastanza, sempre leggendo l’interrogazione di Maruccio, per individuare «una dubbia legittimità formale» dell’iniziativa.

Di coincidenza in coincidenza, il mistero si infittisce. A presiedere la commissione d’esame – le prove sono state svolte lo scorso autunno – c’era il direttore generale dell’Ater di Viterbo Ugo Gigli. Fratello del consigliere regionale dell’Udc Rodolfo. Il presidente dell’VIII commissione della Pisana: Politiche della casa. «E che devo fare? Disconoscere le mie parentele?». Raggiunto al telefono, il direttore dell’Ater racconta la sua versione della storia: «In questa vicenda non c’è alcun conflitto di interessi – spiega – Il bando è stato fatto ad agosto, è vero. Ma è stato pubblicato per un mese, sul nostro sito e su diversi giornali». Insomma, nessun concorso clandestino. «Clandestino un c….», alza la voce Gigli. 

Dodici candidati. Un esame scritto su due diverse materie e una prova orale. E a spuntarla è l’assistente dell’assessore regionale per la Casa. Oggi qualcuno ironizza sulle connessioni tra assessorato regionale alla Casa e l’azienda che si occupa di edilizia pubblica. «Nessuna stranezza – continua Gigli – con l’assessorato non abbiamo alcun rapporto di dipendenza. Noi siamo un ente pubblico autonomo. Quello di Buontempo è un organo che ha solo potere di vigilanza su alcuni nostri atti. D’altronde mi rendo conto che giornalisticamente questa è una polemica appetitosa…».

Gigli conferma la regolarità del concorso. Anzi, rivela una particolarità. Recentemente uno dei candidati avrebbe chiesto di controllare la correzione del suo scritto. «E come da regolamento noi glielo abbiamo permesso. Nessuna scorrettezza. Ma se la Regione vuole aprire un’inchiesta non abbiamo problemi a mostrare tutta la documentazione anche a loro». Intanto sulla vicenda si è alzato un polverone. «Adesso – racconta Gigli – temo che il vincitore del concorso non abbia più intenzione di venire a lavorare da noi».

Lui, Massimo Bindi, preferisce non rispondere. Dall’Ater raccontano che si sarebbe già dimesso dal suo incarico in Regione. In realtà sul sito dell’assessorato risulta ancora caposegreteria di Buontempo. Davanti alla richiesta di una spiegazione, i suoi collaboratori preferiscono sbattere giù il telefono. 

A sorpresa, a chiedere ulteriori chiarimenti è Francesco Storace. Il leader de La Destra – partito politico di Buontempo – con cui Bindi ha lavorato in passato. «La mia posizione è molto chiara – racconta l’ex presidente della Regione Lazio a Linkiesta – voglio che si verifichi quello che è successo. Se il concorso è irregolare, la nomina va annullata». Al di là delle irregolarità resta una vicenda caratterizzata da antipatiche coincidenze. «La simpatia o l’antipatia non c’entrano nulla – taglia corto Storace – Se ci sono state anomalie il concorso va annullato. Altrimenti è tutto a posto». La reazione è stizzita. Anche perché a pagare le conseguenze rischia di essere il «patrimonio morale» del suo partito. Come ha spiegato Storace in un comunicato: «La sinistra non deve essere messa nelle condizioni di speculare nei confronti dell’amministrazione regionale». 

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