Il quinto giorno di proteste
Doveva essere lʼultimo giorno di scioperi e manifestazioni, ma non sarà così, o per lo meno non per tutti. Se infatti gli autotrasportatori di Aitras, Assotrasport, Assiotrat e dei consorzi di Trapani, Palermo e Catania abbandoneranno i presidi, pare non sarà lo stesso per agricoltori, pescatori, studenti e cittadini che continueranno a protestare. Oggi a mezzanotte i padroncini, stando a quando dichiarato in un comunicato di ieri sera, libereranno le strade occupate, dal momento che oggi scadranno i cinque giorni di sciopero garantiti dalla legge che regola lo sciopero della categoria. Lo stop non riguarderà invece i Forconi, più vicini al mondo della pesca e dellʼagricoltura, che minacciano di continuare a oltranza se non saranno ascoltati. La rivolta contro il caro benzina, le tasse, le norme europee sulla pesca e le condizioni di lavoro quindi prosegue e rischia di allargarsi.
Ore 10.00: Oggi anche gli studenti siciliani si sono uniti alle proteste. Manifestazioni si sono tenute in tutta la Sicilia, toccando città come Palermo, Catania, Caltanisetta e Canicattì. Nel capoluogo della regione, dove il porto è stato chiuso per il passaggio del corteo, alcuni giovani hanno bruciato una bandiera italiana «simbolo dello Stato italiano, che con le sue manovre finanziarie fatte di lacrime e sangue con aumenti esponenziali delle tasse e del caro vita, sta riducendo in miseria la popolazione, facendo arricchire sempre i soliti noti». Con l’offesa al tricolore gli studenti hanno voluto ribadire «che non siamo disposti a pagare i costi di questa crisi».
Ore 13.10 «Dobbiamo difendere gli interessi della nostra regione. Non cʼè dubbio che la crisi economica colpisce le regioni più deboli e le economie più fragili. Quella siciliana è sicuramente tra queste e ora vengono al pettine nodi che sono stati legati nei decenni» così il governatore della Regione, Raffaele Lombardo, sulle manifestazioni di questi giorni. Lombardo, commentando la delusione dei manifestanti incontrati nella giornata di ieri, ha ribadito di aver chiesto un incontro a Monti per discutere delle problematiche sollevate e a garantito il suo massimo impegno. Lombardo ha poi aggiunto: «Credo sia stato saggio dichiarare che stasera il blocco avrà termine perchè se continua la protesta si ripercuoterebbe in maniera micidiale sui siciliani. Se si vuole protestare bisogna farlo a Roma». Per quanto riguarda la presenza di elementi legati alle cosche mafiose il governatore ha detto che si atterrà alle indagini che magistratura e forze dellʼordine stanno portando avanti.
A tale proposito è intervenuto anche il procuratore di Palermo Francesco Messineo che ha detto: «La Procura di Palermo non ha ancora aperto alcuna indagine su presunte infiltrazioni mafiose nei movimenti che guidano lo sciopero dei tir, ma sta predisponendo un fascicolo che è un atto dovuto». Il procuraotore ha poi concluso dicendo che al momento non hanno ricevuto denunce in merito.
Ore 15.00 Mariano Ferro, tra i leader dei Forconi, prende le distanze da Forza Nuova. Molti militanti del partito si sarebbero infatti uniti ai Forconi, riuscendo anche a gestire le pagine facebook del movimento. «Stiamo andando alla polizia postale a denunciare questi signori di Forza Nuova che stanno facendo nascere pagine facebook per il Movimento dei Forconi. Questa è una cosa ormai non più sopportabile. Ci siamo trovati in mezzo gente di Forza Nuova, che non aveva le bandiere ma che si è messa tra di noi. (…). La polizia postale avrà la denuncia tra qualche ora, e ci attrezzeremo per chiudere addirittura il nostro sito, che è nelle loro mani. Noi gliel’avevamo dato con grande fiducia, sbagliando per ingenuità».
Ore 15.15 Preoccupazione a Gela dove si paventa la possibilità di chiudere lo stabilimento petrolchimico dellʼEni. I blocchi davanti ai cancelli della raffineria impediscono infatti il normale avvicendamento degli operai turnisti, lʼapprovvigionamento di materie prime e la fuoriuscita dei rifiuti. Lʼazienda potrebbe quindi vedersi costretta a fermare gli impianti. In una lettera al prefetto di Caltanisetta Eni comunica di non poter garantire la piena operatività della struttura e aggiunge che «nel caso in cui la situazione non dovesse cambiare dovremo convenire le modalità operative al fine di disporre la fermata generale degli impianti di stabilimento, con tutte le conseguenze anche in termini ambientali».
Ore 15.53 «Vogliamo proseguire le loro proteste anche qui» con queste parole Antonio Pappalardo, generale in pensione dell’Arma, annuncia la volontà del movimento Dignità sociale, di cui è presidente, di portare avanti l’azione iniziata in Sicilia. Il movimento, fondato lo scorso 15 gennaio, si riunirà questa sera per studiare possibili interventi in linea con quelli adottati dai Forconi siciliani e confida di trovare sostegno anche in Campania. Pappalardo ha sottolineato che fanno parte di Dignità Sociale anche alcuni membri delle forze dell’ordine e che il gruppo non è legato a nessun partito politico.
Ore 16.40 Non tutti gli autotrasportatori smetteranno di scioperare. Ad abbandonare i presidi allo scoccare della mezzanotte saranno infatti i padroncini legati all’Aias, l’Associazione imprese autotrasportatori siciliani. Gli indipendenti, insieme agli altri aderenti a Forza d’urto, proseguiranno invece con le manifestazioni. Nel tardo pomeriggio il prefetto di Catania Francesca Cannizzo parlerà con i rappresentanti del comitato Forza d’urtò per discutere delle modalità di prosecuzione della protesta. Intanto in Sicilia aumentano i disagi: sono rimaste a secco le auto della polizia municipale di Agrigento, così come molti cittadini siciliani, ormai paralizzati dal mancato rifornimento di carburante nell’isola. I supermercati hanno praticamente esaurito i prodotti freschi, mentre si sono registrati veri e propri assalti ai negozi aperti per approvvigionarsi di alimenti a lunga scadenza. Non solo scaffali vuoti nei supermercati, ma anche consegne dimezzate nelle farmacie.
17.15 «Concludere la manifestazione oggi credo sia fondamentale perché ormai i danni della protesta li pagano soltanto i siciliani. Piuttosto, credo che i siciliani e i movimenti nati in questi giorni debbano vigilare perché questa vertenza possa avere una buona conclusione». Così Raffaele Lombardo, presidente della regione Sicilia che mercoledì incontrerà il premier Monti per parlare di temi quali il prezzo della benzina e le tariffe autostradali.
18.15 Dalla prefettura di Catania arriva la smentita dell’incontro annunciato per il tardo pomeriggio con i rappresentanti del comitato Forza d’urto. Non ci sarà quindi nessun tavolo per parlare delle modalità di prosecuzione della protesta degli autotrasportaori indipendenti che, a differenza di quelli legati ad Aias, non hanno intenzione di interrompere gli scioperi allo scadere dei cinque giorni di blocco. Aias abbandonerà i presidi dal momento che il regolamento della categoria impedisce di prolungare oltre cinque le giornate di sciopero. Giuseppe Richichi, presidente dell’Aias, non nasconde però la sua insoddisfazione circa il decreto infrastrutture che commenta così: «Tutto qui? Niente su abbattimento del costo traghetto o pedaggi autostradali? Capisco. Va bene, ne prendiamo atto». La bozza del decreto prevede la possibilità di recuperare più velocemente le accise, non più attraverso una sola richiesta di rimborso annuale al 30 giugno dell’anno seguente, bensì entro il mese successivo alla scadenza di ciascun trimestre solare. A partire da quest’anno inoltre non verrà più applicato il limite annuo di 250 000 euro per le compensazioni dei crediti di imposta.
19.20 I presidi arrivano in Abruzzo: una ventina di persone sta bloccando una traversa della strada provinciale che porta al casello Città Sant’Angelo-Pescara Nord dell’autostrada A14. La situazione è tesa: le forze dell’ordine sono riuscite a fermare il tentato blocco dell’ingresso del casello autostradale, senza però riuscire a far desistere i manifestanti che si sono spostati in via Salara. Fra i partecipanti anche il segretario abruzzese di Forza Nuova Marco Forconi, che ha però voluto specificare di aver preso parte all’azione in qualità di cittadino e non di politico.
19.30 L’agricoltura siciliana è stremata e Confagricoltura non nasconde la sua preoccupazione che riguarda da una parte i meccanismi speculativi sui prodotti freschi, dall’altra le gravi perdite e l’esclusione dal mercato stesso cui gli agricoltori siciliani sono costretti in questi giorni. In una nota l’associazione scrive: «i produttori ortofrutticoli stanno subendo una tripla penalizzazione: i loro prodotti, deperibili, non possono essere stoccati; non vengono rispettati i contratti, sottoscritti all’estero e in Italia, con i buyer e la grande distribuzione che stanno decidendo di approvvigionarsi altrove; per produrre subiscono le conseguenze caro-carburanti come gli autotrasportatori».
19.50 Aumentano le richieste dal mondo della politica per un’interruzione delle proteste. Rita Borsellino, candidato sindaco per la città di Palermo ha dichiarato:«Basta con i blocchi. Le proteste di questi giorni nascono da disagi gravissimi, ma altrettanto gravi sono i disagi patiti dalla popolazione siciliana». Borsellino ha chiamato in causa anche il presidente della regione Raffaele Lombardo: «Mi rivolgo anche al presidente della Regione, che finora non è stato capace di trovare una mediazione per garantire il ritorno alla legalità».
Anche per Giuseppe Lupo, segretario regionale del Pd, è necesario un intervento di Lombardo affinché «convochi con urgenza le parti sociali, escluse dal confronto di questi giorni. I problemi non si risolvono paralizzando la Sicilia, ma concertando lʼazione delle istituzioni nazionali e regionali con chi rappresenta legittimamente gli interessi dei lavoratori e delle imprese».
Per Gianpiero DʼAlia, presidente dei senatori dellʼUdc e coordinatore regionale del partito in Sicilia, «se la protesta continuasse, sarebbe molto grave, vista lʼapertura di una trattativa con il governo nazionale». DʼAlia aggiunge: «Non cʼè tempo da perdere, sullʼisola iniziano a mancare i principali generi alimentari ed è a rischio la sicurezza del territorio e la salute dei siciliani».
Voci e tweet dalla rete
Forse perde consensi, forse l’esito delle sue propaggini non è quello che ci si aspettava, ma in ogni caso pare che il movimento dei Forconi non abbia intenzione di mollare e voglia proseguire con blocchi e proteste fino a mercoledì, quando Lombardo incontrerà il presidente del consiglio Mario Monti.
Vito Costa: prosegue a oltranza, alcuni presìdi alleggeriti; a Crotone fallisce, poco seguito a Pescara
Nicolò@machediscorsi Fermosicilia e Forconi non vogliono mollare fino a Mercoledì. Nell’incontro con Monti, Gov. Lombardo avrebbe così margini di trattativa.
Simona Magri:il blocco è fino a mezzanotte. Ma continuerà, gira voce ke continuerà no stop.
E c’è chi non nasconde lo scontento.
Nino Giallombardo@calendegreche: nuocciono di più alla Sicilia le accise sui carburanti, o i milioni di euro di merci andati in fumo per via blocchi?
Darkpand: Commercianti costretti a scioperare da squadracce fasciste, altro che movimento dal basso.
E mentre prosegue la polemica sulla presenza di Forza Nuova all’interno del movimento, c’è chi invita a togliere la propria iscrizione dalle pagine facebook e chi segnala che sarebbe nata una pagina ufficiale di Ferro e Scarlata, fra i principali promotori del movimento.
Marcello Mari: dissociatevi dai profili facebook dei vari Movimenti dei Forconi
faust fiorini: segnalo pagina facebook “Movimento dei forconi Ferro-Scarlata Pagina Ufficiale” prendono distanze da Morsello e Forza Nuova.
Pietro Scibetta: La Pagina FB Movimento dei Forconi Ferro-Scarlata prende distanze da Morsello e Forza Nuova.
La pagina ufficiale creata da Ferro e Scarlata
Ecco il video caricato su Youtube che mostra alcuni studenti bruciare il tricolore durante il corteo.
Il quarto giorno di proteste
Quarto giorno di sciopero per Forza d’urto, il movimento dei camionisti dell’Associazione imprese autotrasportatori siciliani e con loro degli agricoltori del Movimento dei forconi e dei pescatori siciliani. La battaglia contro l’aumento del prezzo dei carburanti e delle tariffe autostradali, iniziata lunedì scorso, sta mettendo in ginocchio la Sicilia, interrompendo la circolazione nei porti, nelle strade e nelle ferrovie dell’isola e così l’approvvigionamento di generi alimentari e benzina. Nel frattempo è in corso la riunione convocata dal governatore Raffaele Lombardo con una delegazione di rappresentanti dell’Aias, dei Forconi e dei pescatori aderenti al movimento con i prefetti di Palermo e Catania.
Ore 10.00. Aumentano i disagi per la popolazione: nellʼennese questa mattina gli autotrasportatori hanno bloccato lo svincolo di Catenanuova, in uscita ed entrata nella A19 Palermo-Catania, consentendo il passaggio soltanto ai trasportatori di beni di prima necessità destinati a ospedali e carceri. Altri blocchi si segnalano sulla Statale 640, svincolo di Capodarso, in direzione Caltanissetta e ancora sulla A19, in direzione Catania, allo svincolo di Motta Santa Anastasia. In provincia di Catania il numero dei blocchi ha raggiunto quota 20. Il blocco sta interessando anche la Calabria: un centinaio di trasportatori sono fermi e attendono sul continente di potersi imbarcare, nessun problema invece per l’imbarco sui traghetti di automobili e bus.
Ore 10.30 Pier Carmelo Russo, assessore regionale alle infrastrutture e mobilità, in riferimento alle infiltrazioni della criminalità organizzata nel movimento, ha dichiarato la necessità da parte delle istituzioni regionali «di esprimersi con chiarezza» e ha aggiunto che« la protesta, pur comprensibile nelle sue ragioni, è scattata con inconsueta durezza nei confronti di un governo nazionale che, assunti importanti impegni solo pochi giorni fa, già comincia ad attuarli». In ogni caso, chiosa «quanto fino ad oggi fatto dal governo Monti non può essere considerato né esaustivo delle iniziative necessarie, né pienamente soddisfacente. Perciò, nelle prossime ore, convocherò una riunione per definire le ulteriori linee di rivendicazione con tutte le organizzazione di settore. Tutte, nessuna esclusa ovviamente, sempre che ognuna di essa sottoscriva un patto di legalità, con il quale ci si impegni a denunciare infiltrazioni della criminalità». Preoccupazione per i rilievi fatti da Confindustria condivisa anche dal procuratore capo di Palermo Francesco Messineoche ha dichiarato:«Troviamo giustificato lʼallarme lanciato da Confindustria, al quale dovrà darsi grande attenzione».
Ore 11.00 Cancelli ancora chiusi allo stabilimento petrolchimico di Gela. Nonostante la mediazione del Prefetto, che ieri sera aveva permesso ai lavoratori turnisti di lasciare lo stabilimento, i manifestanti sono tornati a impedire lʼaccesso ai lavoratori turnisti. Gli ultimi operai che sono riusciti a raggiungere il posto di lavoro sono stati alcuni operai, accompagnati in fabbrica, via mare grazie a una motovedetta della guardia costiera, ora lʼaccesso è bloccato. Il presidente di Confcommercio Rocco Pardo ha detto di condividere«gli obiettivi della lotta di contadini e autotrasportatori, ma non i metodi, perchè i blocchi stanno creando danni rilevanti allʼeconomia siciliana già in coma».
Ore 11.15 «Tra gli agricoltori e gli autostraportatori che stanno creando notevoli danni al sistema imprenditoriale, abbiamo rilevato direttamente, e attraverso i nostri associati, la presenza di personaggi legati alla criminalità organizzata», così il presidente di Confindustria in Sicilia, Ivan Lo Bello. La posizione di Confindustria ha portato Martino Morsello, uno dei rappresentanti dei Forconi di Palermo, ha iniziare lo sciopero della fame in segno di protesta «Con sdegno – ha detto Morsello – il nostro movimento denuncia una campagna denigratoria del presidente degli industriali siciliani, Ivan Lo Bello, e di tutti i rappresentanti di categoria, per le gravi dichiarazioni diffamatorie rese alla stampa dove parlano di infiltrazioni di mafia dietro il Movimento dei forconi».
11.25 Continua ad essere presidiato il porto di Palermo e si segnalano disagi nei pressi della circonvallazione di via Oreto, dove i manifestanti hanno bloccato una trentina di mezzi pesanti. Situazione analoga anche allo svincolo di Villabate, dove sono circa trenta i mezzi i camion fermi, e lungo lo scorrimento veloce Palermo-Agrigento, allʼaltezza dello svincolo per Bolognetta. Bloccati anche i trasportatori in circolo presso lo svincolo per Lercara Friddi.
Ore 12.15 Benzina finita nei distributori di Palermo. Sono poche le pompe che ancora dispongono di poche scorte e l’incolonnamento delle auto blocca la circolazione.
Ore 12.30 Lo Bello ritorna sul tema delle infiltrazioni criminali fra gli scioperanti e dice: «Non cerchiamo frasi ad effetto, se diciamo certe cose è perché si tratta di presenze inquietanti – e aggiunge – dietro questa mobilitazione, vedo un vecchio ribellismo siciliano, con dei leader che fanno politica e qualche politico trombato che vuole ritrovare la scena alimentando la protesta. La preoccupazione è che tutto ciò si possa risolvere in una grande operazione di trasformismo».
Ore 13.00 «Non siamo mafiosi, se lo dite fate i nomi», ribatte così Morsello, leader del Movimento dei Forconi, dai microfoni di Start, la trasmissione di Rai radio 1, alle accuse del Presidente di Confindustria Sicilia Lo Bello. Morsello ha poi aggiunto di non appartenere a Forza Nuova e di aver parlato «di rivoluzione intesa solo come rivoluzione culturale entro i paletti della legalità». Forza nuova proprio questa mattina, in una nota diffusa alla stampa, aveva dichiarato: «La lotta dei contadini siciliani per la sovranità alimentare e il ritorno alla centralità dellʼagricoltura, e ai valori del mondo contadino, e la protesta degli autotrasportatori per la defiscalizzazione dei carburanti, non possono non catalizzare lʼattenzione e la solidarietà attiva di Forza Nuova». I militanti avevano poi invitato la cittadinanza «a unirsi a quella che ci auguriamo possa in breve diventare la lotta di un intero popolo umiliato contro chi ha sempre gestito il potere con arroganza e disprezzo».
13.20 Sulle parole di Lo Bello sono intervenuti anche Giacomo Terranova, parlamentare nazionale di Grande Sud e Fabio Granata, vicecoordinatore di Futuro e Libertà. Il primo ha invitato a discutere la cosa nei luoghi opportuni e non solo con la stampa: «Non bisogna fare di tutta un’erba, un fascio. Di fonte a una protesta così dirompente che coinvolge numerose persone, scese in strada per rivendicare diritti legittimi di libertà e sviluppo, rappresenta un grave pregiudizio sollevare dei dubbi sommari su presunte infiltrazioni mafiose nei movimenti. Chi sa parli, nelle sedi opportune, con i magistrati non solo con i giornalisti. Altrimenti si rischia di essere poco credibili». Granata invece, pur avendo detto di essere legato da rapporto di grande amicizia con Lo Bello, ha aggiunto: «non posso condividere le sue parole sul Movimento dei Forconi. In campo possono anche esserci personaggi poco raccomandabili e metodi che non sono d’aiuto alla crisi siciliana, ma la protesta va capita e, oltre alla politica, dovrebbe essere l’impresa e la grande industria a fare autocritica e a comprendere le ragioni dei siciliani».
Il vicecoordinatore di Fli ha poi concluso: «Non si può sfruttare un territorio senza concedere neanche ciò che è previsto dallo Statuto e dalle normative ad iniziare da bonifiche industriali mai fatte e da manutenzione e sicurezza degli impianti inesistente, per non parlare dell’inquinamento inaccettabile di aria e acque. Da vice presidente della Commissione Antimafia attendo riferimenti precisi sulle presunte infiltrazioni mafiose, da uomo politico dico a Ivan di avere memoria storica dei rapporti in Sicilia tra certa politica, impresa e grande industria molto spesso alla base del disastro siciliano».
15.25 Al termine dell’incontro con i rappresentanti del movimento e i prefetti, il governatore della Regione Raffaele Lombardo ha comunicato di avere chiesto con una lettera un confronto con il presidente del consiglio Monti, per un confronto «su alcuni punti delle rivendicazioni poste dal movimento che sta protestando in Sicilia, dalle accise sulla benzina ai costi dei trasporti». Leggi la nota pubblicata da Lombardo al termine dell’incontro.
15.35 Il leader degli autotrasportatori Giuseppe Richichi ha comunicato che «i blocchi continueranno domani» e di aver «convocato una riunione a Catania per le 18, durante la quale sottoporremo all’assemblea i punti emersi nell’incontro e decideremo su eventuali forme di protesta». La protesta quindi non pare essersi placata e su una possibile interruzione immediata dei presidi è stato lo stesso Lombardo a dichiarare le sue perplessità ammenttendo che «non c’è pieno controllo del movimento». Lombardo ha detto di essere pronto a intervenire con «agevolazioni per le categorie da parte della Serit e di Crias e sul piano legislativo con un disegno di legge sul commercio».
17.05 Confindustria Palermo annuncia di voler chiudere gli stabilimenti del capoluogo come controprotesta ai blocchi organizzati dagli autotrasportatori. La confederazione chiede inoltre che «vengano forzati i blocchi e scortati dalle forze dellʼordine i camion e i tir che trasportano merci». Lʼassociazione non nasconde la propria preoccupazione rivelando un calo di produzione del 70%., con una flessione intorno al 30% per le industrie del settore turistico. Allarmanti anche le dichiarazioni del presidente degli industriali palermitani, Alessandro Albanese che ha duramente criticato le forme della protesta: «Sempre più imprese stanno comunicando le procedure di cassa integrazione per il proprio personale. I nostri automezzi sono stati sequestrati dai manifestanti. I nostri autisti sono stati costretti a chiudere i camion e proseguire a piedi, deploriamo questi ricatti e violenze degni di una guerra civile».
17.30 Anche Maurizio Landini, segretario nazionale Fiom, ha commentato la situazione siciliana dichiarando che: «Ciò che sta accadendo indica un malessere molto forte. Le forme con cui si manifesta devono fondarsi sulla democrazia, sulla non violenza e sulla costruzione del consenso». Landini ha sottolineato l’importanza di un accordo generale su temi legati alla lotta all’evasione fiscale, alla corruzione e all’illegalità che rappresentano valori imprescindibili.
18.30 Ladri di benzina. In provincia di Siracusa due ragazzi di 21 e 25 anni sono stati denunciati perché accusati di aver provato a sottrarre del gasolio da un autobus in sosta presso una stazione di servizio. I due giovani avrebbero agito in questo modo per rifornirsi di carburante, merce ormai rara nell’intera isola.
19.30 Cresce l’allarme in Sicilia per il protrarsi delle manifestazioni e per il timore che tra i manifestanti ci siano criminali ed esponenti di gruppi estremisti appartenenti sia alla destra che alla sinistra. Oltre alle infiltrazioni mafiose denunciate da Confindustria e da altre associazioni locali, al movimento avrebbero preso parte anche soggetti legati a Forza nuova e ai centri sociali. La Digos di Palermo sta monitorando la situazione.
Voci e tweet della rete:
Dalla rete intanto arriva la notizia del termine dell’incontro fra il presidente della regione Lombardo e Forza d’urto.
Redazione TE@TrasportoEuropa: terminato incontro alla Regione tra presidente Lombardo e Forza d’Urto
La protesta si allarga e pare abbia raggiunto l’Abruzzo, il Lazio e la Lombardia dove domani sarebbero previsti nuovi blocchi:
Nicola Maza: La rivolta ha valicato lo stretto e a Roma si teme l’onda della protesta
Mi chiamo.fenice: la protesta non si ferma..arrivata in Abruzzo!!Media.dove siete!?
Nicola Maza: Possibile blocco di domani della A1 da parte del Movimento dei forconi di Milano
Salvo Longo: e domani i forconi bloccano Milano!!!
Su twitter non solo voci a sostegno del movimento, ma anche contro. Nonostante il movimento dichiari la sua estraneità da qualsiasi partito politico, non tutti sul social network sembrano essere d’accordo.
Sonia G.: fermosicilia non è la protesta dei siciliani. Mafia e fascismo dietro i forconi siciliani
Nicolò @machediscorsi: Gli studenti siciliani non si fanno strumentalizzare da Partiti e Sindacati: le manifestazioni di domani sono spontanee.
Domenico Naso: I forconi non mi convincono: mafia e destra estrema, tipo moti di Reggio. No, grazie.
Alberto S: Il movimento dei forconi si configura sempre di più come un attacco alla vita dei cittadini siciliani, e all’economia della regione
Circola ora un video che, secondo i manifestanti, testimonierebbe che un treno è piombato sulla protesta, volta ad interrompere il transito sui binari (guarda il treno passare dal minuto 3.40)
Il terzo giorno di proteste
Benzina esaurita in molti distributori, rincarata in altri e gli scaffali dei supermercati che iniziano a svuotarsi. Sono questi i risultati della protesta cha da tre giorni imperversa in Sicilia. A portare in strada il movimento Forza d’urto, questo il nome del movimento dei camionisti, l’aumento dei prezzi del carburante e delle tariffe autostradali. Alle manifestazioni si sono aggiunti anche gli agricoltori dell’isola con il Movimento dei Forconi e i pescatori, tutti esasperati dalla crisi economica e dall’assenza di misure efficaci per risponervi.
Ore 14.40, i dimostranti non hanno intenzione di desistere. Il traffico è in tilt e a risentirne sono anche le attività commerciali. A Pachino il mercato ortofrutticolo è stato travolto dalla protesta e i manifestanti hanno dichiarato che «Nessun prodotto orticolo potrà raggiungere i mercati nei prossimi giorni a causa degli sbarramenti presidiati giorno e notte su tutte le strade provinciali di collegamento».
Supermercati e pompe di benzina sono stati presi di assalto, creando anche momenti di tensione. Ieri sera infatti un senegalese, che si era lamentato perché un automobilista non aveva rispettato la coda per fare benzina, è stato preso a sprangate dal conducente che era passato avanti. I distributori di carburante ad Agrigento e nei paesi dell’entroterra hanno per lo più chiuso per esaurimento scorte, mentre a Caltanissetta le riserve sono esaurite già da ieri.
Intorno alle 15, a Palermo, un corteo ha bloccato il porto della città, impedendo la circolazione. Sono moltissimi e vengono da tutta Europa gli autotreni bloccati. Porto fermo anche a Messina, con conseguenze non sono solo sulla distribuzione di generi di prima necessità, ma anche sulla cultura. A Catania, a causa delle scenografie bloccate al porto di Messina, è stata posticipata a fine stagione la rappresentazione teatrale La commedia di Orlando, con Isabella Ragonese.
Ore 16.30, tensione al Petrolchimico Eni di Gela: la polizia ha tentato invano di scortare i lavoratori turnisti oltre i blocchi dei manifestanti. Mezz’ora dopo un autobus con 50 operai è riuscito a passare, ma la situazione è tesa e si temono scontri. Intanto la direzione dello stabilimento minaccia di chiudere l’impianto se non verrà concesso agli operai di transitare regolarmente. Dopo un passaparola passato attraverso i social network, anche gli studenti siciliani sono scesi in piazza al fianco dei lavoratori. I ragazzi stanno organizzando uno sciopero per questo venerdì.
Poco prima delle 18, il Codacons lancia l’allarme speculazione, parlando di «possibili aumenti dal 10 al 50%» soprattutto per i generi alimentari. I rincari hanno ovviamente interessato anche il prezzo della benzina, che in alcune stazioni di servizio ha superato 1,7 euro al litro o addirittura 1,8 euro al litro. Il segretario nazionale Francesco Tanasi si è rivolto alla Guardia di Finanza, cui ha chiesto di vigilare costantemente la situazione, e al ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri affinché si possa «trovare una soluzione valida al problema». Secondo il segretario l’emergenza va fermata al più presto perché i cittadini «non potranno resistere ad altri due giorni di blocco totale come i tre già vissuti».
Ore 18.30. Confindustria e altre undici associazioni hanno redatto un documento congiunto per chiedere al governo di intervenire in Sicilia. Secondo i firmatari si sarebbero infiltrati fra i manifestanti gruppi vicini alla criminalità e alla mafia. Alcuni esercenti sarebbero infatti stati vittime di atti intimidatori da parte di delinquenti.
Migliora intanto la situazione davanti allo stabilimento petrolchimico di Gela. Gli scioperanti hanno garantito al prefetto Umberto Guidato di allentare i blocchi per permettere ai lavoratori della raffineria di effettuare il cambio turno con i colleghi. Non sarà più necessaria un’interruzione forzata delle attività che avrebbe potuto costituire un rischio non solo per gli impianti, ma anche per l’ambiente. Un’ora fa i lavoratori hanno potuto finalmente lasciare la struttura, dopo aver lavorato ininterrottamente, senza alcun cambio, dalle 22 del giorno precedente.
Intanto, i tir hanno varcato lo stretto
Il sostegno della rete
La protesta, finora poco considerata da molti media, ha trovato invece ampio spazio su Facebook e Twitter. Su Facebook La pagina Movimento dei Forconi continua a raccogliere adesioni, e su Twitter i cinguettii dedicati alla situazione siciliana sono moltissimi. Ecco i commenti di oggi della rete.
Oltre alla pagina ufficiale del movimento, che alle 17.00 contava ben 26.999 “mi piace”, quasi +4000 contatti nel giro di 4 ore, su Facebook è nata anche una pagina contro il silenzio della stampa nazionale. Il gruppo invita tutti a far sentire la propria voce e registra gli articoli e i servizi dedicati al tema dai media grazie anche al ruolo dei social network.
E mentre c’è chi ricorda con un tweet l’incontro dei camionisti con il governatore della Sicilia:
Roberto Bissanti: domani i leader di Forza D’urto incontrano Raffaele Lombardo
C’è chi invece segnala la nascita di nuove pagine locali legate al Movimento dei Forconi:
Andrea Scirè: su Facebook iniziano ad organizzarsi gruppi di blocco e protesta anche in città non Siciliane!
Proprio in Calabria i camionisti hanno chiesto al Presidente di intervenire e prendere delle misure concrete per affrontare i loro problemi. Scrive RedazioneTE alle 16.15: trasportatori calabresi invitano presidente della Regione Calabria ad attivarsi per gasolio, assicurazioni e credito bancario
Una pagina abruzzese
Un gruppo pugliese
La regione continua a restare paralizzata e la circolazione prosegue a rilento. Su twitter continuano anche gli aggiornamenti sulle condizioni del traffico. Scrive machediscorsi alle 16:
la mia provincia ovvero quella di Agrigento è tutta bloccata i furgoni e i camion non passano.
Antonio Ghigi: Avola BLOCCATA Alcuni momenti di tensione, ma tutto resta bloccato. E allega un video caricato su youtube che mostra la situazione.
E c’è chi si augura che presto fermosicilia possa diventare fermoitalia. Guglielmo Mangiapane: La protesta sembra prendere campo. Qualcosa si comincia a muovere anche in Calabria. A quando il #fermoitalia ???
A farla da padrone sono soprattutto le accuse a telegiornali, giornali e siti per non aver dato il giusto spazio alla protesta. Il TG5 è accusato di aver dedicato un servizio di soli trenta secondi per raccontare la protesta, mentre
Noemi Cusano scrive: “è assurdo che i media stanno tacendo tutto.Come se qui fosse tutto tranquillo,come se non stesse succedendo nulla.Non è così”.
Gianni Amato: A causa del fermosicilia per 5gg resterà tutto bloccato ma ai TG questo non interessa, mi fate un RT Please?
Anche oggi FermoSicilia, ma della protesta dei Forconi se ne parla troppo poco. Paura?
sergio: al tg5 ne hanno parlato 30 secondi. saranno stati invasi da un sacco di tweets.
La bara issata da un dimostrante sul suo furgone
C’è poi chi si lamenta dell’attenzione data all’oscuramento volontario della pagina di Wikipedia negli Usa e della disattenzione per la situazione siciliana:
Elisa Biondi: Sciopero contro il SOPA e si finisce tra i tag tendenza. Ma dell’oscuramento sul fermosicilia non gliene frega proprio a nessuno!
Così gli utenti decidono di informarsi da soli, diffondendo notizie, comunicati del movimento e esprimendo il loro sostegno:
Francesco Di Gesù : Qui si spiega di più RT @TrasportoEuropa: fermosicilia testo integrale comunicato Forza d’Urto del 17 gennaio 2012
(ecco il link al comunicato)
Manichino: forza d’urto guardate e condividete Movimento dei forconi
Noemi Lopes: Sicilia non ti arrendere!
Salvo Longo: i media non hanno capito che il fermosicilia non è SOLO per il costo della benzina!!
TuttiXuno1Xtutti: per questi TRE GIORNI concentriamoci su fermosicilia La coraggiosa protesta dei siciliani.
FareItalia Latina: I “Forconi”? Sono loro i veri indignados
Intanto il movimento si allarga, raccogliendo nuove adesioni fra studenti e negozianti. Alcuni di loro hanno espresso solidarietà chiudendo le saracinesche delle loro attività.
Dino città: Gli studenti della sicilia si uniscono al fermosicilia per aiutare i forconi nella lotta x la nostra regione.
Ibleonet:I FORCONI: alcuni negozi di paesi e città hanno chiuso le saracinesche in segno di protesta. Anche gli studenti cominciano a presidiare
Ma non per tutti si tratta di vicinanza alla protesta, c’è chi accusa i manifestanti di aver costretto i commercianti a chiudere:
Fabio Conti Negozi ed attività di prima necessita nel siracusano costretti, dai manifestanti, a chiudere sotto minaccia
Secondo i tweet diffusi in rete la protesta avrebbe solcato i confini dell’isola raggiungendo la Calabria e a breve anche la Sardegna e il resto d’Italia scenderanno in strada.
Alex (garibaldino): Ragazzi non fatevi fregare dal silenzio sul fermosicilia! Da domenica sarà anche nel resto d’Italia e sopratutto in Sardegna
Sonardj: Villa San Giovanni in tilt. Catanzaro e Cosenza si preparano alla paralisi