Megaupload, ovvero il cinema (e non solo) sul web. Il tredicesimo sito per popolarità nel mondo, ha chiuso i battenti in maniera drammatica. È stato oscurato dall’Fbi. La causa? Il suo punto di forza: la possibilità di condividere in rete file di grosse dimensioni. Dunque interi film e centinaia di mp3. Di qui la denuncia: 500 milioni di dollari di danni alle compagnie per violazione del copyright, secondo i federali; arrestato ad Auckland insieme ad altre tre persone, su mandato della giustizia americana il fondatore del sito di file sharing, Kim Schmitz.
E ora? Megaupload.com, sito web di proprietà di Megaupload-Limited, società di Hong Kong, è oscurato e in Rete è esplosa la protesta: su Twitter rapidamente l’hashtag #Megaupload è diventato fra i primi al mondo.
Immediata la risposta degli hacker di Anonymous. Dopo la notizia dell’oscuramento di Megaupload, il gruppo ha oscurato – parzialmente o totalmente – nell’ordine il sito del Dipartimento di Giustizia americano, della Riaa, l’associazione dei discografici americani, del gruppo Universal e Recording Industry Association of America e della Mpaa, l’associazione dell’industria cinematografica e dell’Ufficio americano per il copyright.
Leggi un estratto del comunicato dell’Fbi, disponibile in forma integrale qui.
WASHINGTON- Sette persone e due società sono state accusate negli Stati Uniti di aver messo in piedi un’impresa criminale a livello internazionale, presunta responsabile di atti di pirateria online a livello mondiale di opere coperte da copyright, tramite i siti correlati Megaupload.com e altri siti, generando più di 175 milioni di ricavi illegali e causando più di mezzo miliardo di dollari in danni ai titolari dei copyright, secondo quanto sostiene il Dipartimento di Giustizia Usa e l’Fbi. Questo è tra i più grandi casi di violazione di copyright mai perseguiti dagli Stati Uniti e l’obiettivo è sanzionare l’uso improprio di un servizi di hosting pubblici, utilizzati al fine di commettere reati e violare la proprietà intellettuale.
Le sette persone e le due società, Megaupload Limited e Vestor Limited, sono stati incriminate da un grand jury dell’Eastern District della Virginia il 5 gennaio 2012, con accuse di cospirazione ai fini di racket, violazione del copyright, riciclaggio e due diverse imputazioni di violazione del copyright. (…). L’accusa sostiene che l’impresa criminale è guidata da Kim Dotcom, alias Kim Schmitz, Kim Tim Jim Vestor, 37 anni, residenti di Hong Kong e Nuova Zelanda. Dotcom è il fondatore di Megaupload Limited ed è il direttore e azionista unico di Vestor Limited, che è stato usato – secondo l’accusa – per gestire i suoi interessi proprietà nei siti affiliati a Megaupload. (…).
Secondo l’accusa, per più di cinque anni, si è operato in violazione della legge sul copyright per riprodurre e distribuire copie illecite di opere protette da copyright, compresi film, spesso prima della loro uscita al cinema, oltre a programmi televisivi, ebook e software di intrattenimento. (…). Megaupload.com vanta più di un miliardo di visite al sito, con oltre 150 milioni di utenti registrati, e 50 milioni di visitatori al giorno, e rappresenta il quattro per cento del traffico totale su Internet. Il danno stimato causato da un comportamento criminale cospirazione nei confronti dei possessori di copyright è ben al di sopra di 500 milioni di dollari. I cospiratori avrebbero guadagnato più di 175 milioni di dollari di profitti illeciti ottenuti grazie a introiti pubblicitari e la vendita delle membership premium.
L’accusa sostiene che le persone e le società oggetto dell’indagine abbiano condotto le loro operazioni illegali utilizzando un modello di business progettato espressamente per promuovere il caricamento delle opere protette da copyright più popolari, rendendole disponibili a molti milioni di utenti via download. L’accusa ritiene anche che il sito sia stato strutturato in modo da scoraggiare la maggior parte dei suoi utenti dall’utilizzare Megaupload per la conservazione a lungo termine o personale eliminando automaticamente il contenuto che non viene stato regolarmente scaricato. I gestori avrebbero inoltre offerto un programma premiale che offre agli utenti incentivi economici per caricare contenuti web popolari e portare il traffico al sito, spesso generati dagli utenti stessi attraverso siti web conosciuti come siti di collegamento. Questi soggetti avrebbero pagato agli utenti i quali conoscevano specificamente caricato contenuti controversi e pubblicizzato i loro legami con utenti di tutto il mondo. (…).