Scriviamo queste brevi note con la consapevolezza di essere su un terreno di frontiera e di avere solo un’esperienza particolare del giornalismo web, quella de Linkiesta. Dopo il primo anno di attività del giornale, riteniamo che essere degli outsider di questo business ci abbia dato anche dei vantaggi, non avendo retaggi della carta stampata. La nostra è una sfida tutta di mercato e che non ha beneficiato né beneficierà di contributi pubblici. È in atto un vero big bang nell’editoria e, per i dati che vediamo, sta giocando un ruolo importante il fenomeno tablet e smartphone, che stanno cambiando sia la modalità di lettura, che il profilo dell’utente che legge e si informa su internet.
La storia del progetto Linkiesta
L’idea de Linkiesta è nata nell’autunno 2008 dalle riflessioni di tre amici, all’epoca tutti trentenni, che hanno pensato fosse possibile tentare di fondare un “giornale online”, senza azionisti di riferimento, che cercasse di analizzare i fatti e raccontarli mettendoli in prospettiva, senza schierarsi in modo preconcetto o ideologico.
Dopo la stesura di un primo piano editoriale e di un business plan, l’idea è stata presentata ad alcuni professionisti, imprenditori e manager. Una ottantina di loro, di cui circa la metà quarantenni, hanno creduto nel progetto ed hanno così reso possibile la nascita, nell’autunno 2010, dell’Editoriale Linkiesta S.p.A., la prima società editoriale italiana ad azionariato diffuso in cui nessuno dei Soci può avere più del 5% del capitale ed in cui tutti i giornalisti hanno un incentivo azionario legato ai risultati e quattro di loro sono anche soci della società editoriale.
La Società ha raccolto dai soci circa un milione 500mila euro. Il business plan del primo anno è stato sostanzialmente rispettato, come sono ragionevolmente mantenuti gli obiettivi che prevedono di essere in utile nel 2013. Come visitatori, la stima da business plan era di 28mila utenti unici giornalieri il primo anno, per arrivare a oltre 50mila il secondo e quasi a 90mila il terzo. Al termine del primo anno di attività, che cade il 31 gennaio, sia gli obiettivi economici che quelli di traffico sembrano sostanzialmente centrati.
I risultati editoriali
La crescita dei contatti è stata continua e siamo passati dai 55mila utenti unici (fonte Google Analytics) del primo mese (febbraio 2011) a circa 450mila utenti unici oggi, mentre le pagine viste, sempre nell’ultimo mese, sono state circa un milione 300mila. La progressione, anche in confronto con le più significative esperienze online, si può apprezzare nel grafico sottostante. Questo grafico sugli andamenti dell’online in Italia, non ha un valore “assoluto” ma esprime bene, certamente per quanto attiene il nostro traffico, l’andamento tendenziale.
(Fonte Alexa.com)
Linkiesta, ultima arrivata, ha raggiungo il gruppo con una crescita che è avvenuta sempre in modo organico senza forzature: né sull’attrazione “forzata” di traffico, né sulla crescita innaturale di radicamento sui social network. Nei prossimi mesi vogliamo continuare a crescere anche grazie alla nuova versione mobile del sito e ad una ancora migliore navigabilità del sito stesso. Il tendenziale degli accessi è positivo sia in assoluto che rispetto alla concorrenza; forse stiamo riuscendo nella sfida di fare un prodotto di qualità su internet, senza soggezione per il cartaceo.
Guardando al panorama internazionale, se prendiamo un paese reputabile omogeneo, come la Francia e compariamo a Linkiesta tre testate come rue89.fr, slate.fr e mediapart.fr, si può apprezzare il risultato de Linkiesta.it, anche perché in Francia il panorama dell’informazione online è più avanzato rispetto a quello italiano, con testate che esistono da più tempo e, in alcuni casi, guidate da giornalisti molto conosciuti, come ad esempio Jean-Marie Colombani, fondatore e direttore di Slate.fr.
(Fonte Alexa.com)
Due parole sulla presenza de Linkiesta sui social network. Siamo a oltre 18mila fan sia su Facebook e lo stesso numero di follower su Twitter, (su Twitter circa 8mila in meno, quando scriviamo, di @corriereit e più del doppio de @sole24ore). I dati della capacità di penetrazione de Linkiesta sui social sono molto soddisfacenti, e in alcune occasioni sembra che nella capacità di viralizzazione Linkiesta sia, già adesso, competitiva con tutti, anche con le portaerei dell’informazione cioè con i siti di Repubblica, Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore, La Stampa e Il Fatto Quotidiano.
La strategia editoriale e la comunità degli abbonati
Dal punto di vista economico il nostro progetto editoriale si basa, fin dalla fondazione, su una duplice scommessa. La prima è la qualità del prodotto editoriale che prevede la presenza di 10 giornalisti full time e decine di collaborazioni per cercare il giusto mix tra lavoro giornalistico di inchiesta ed analisi, blog, interviste e opinioni.
La seconda riguarda gli sviluppi del settore media ed editoria online, dopo una prima fase in cui la regola implicita era “tutto quanto è su internet è gratis”, l’informazione su internet sta acquisendo una sua propria identità. Sta cambiando radicalmente il modo di leggere le notizie e l’online sta cominciando a non essere più terreno di “gossip” o di “passioni”, ma anche di riflessione, inchiesta ed approfondimento per cui la gente sembra disposta a pagare. Scommettendo su questa evoluzione e sulla qualità del lavoro editoriale siamo il primo giornale online italiano che ha deciso di chiedere un contributo ai lettori mantenendo in ogni caso una struttura aperta: dopo la visualizzazione di un softwall dopo alcune visite, si può comunque accedere al sito.
Sugli abbonamenti abbiamo immaginato due distinte formule di contributo: “amico”, al costo di Euro 100 annui (scontato del 50% per gli under 35 e per chiunque ritenga sia il prezzo giusto per i propri mezzi) e “sostenitore”, al costo di Euro 500 annui. Proprio nella logica della partecipazione coloro che sostengono Linkiesta possono partecipare alla community del giornale e proporre nuove inchieste. I sostenitori, possono, inoltre, partecipare agli eventi organizzati dal giornale.
Il piano per i prossimi due anni de Linkiesta
Come dicevamo, sul lato economico-finanziario stiamo andando, come risultato complessivo, sostanzialmente secondo quanto previsto nel business plan. Per i ricavi la sfida futura è duplice: sugli abbonamenti l’obiettivo è di acquisire un ragionevole numero di abbonati grazie al softwall, senza però penalizzare la crescita con un’eccessiva restrizione all’accesso gratuito alle informazioni; sulla pubblicità si tratta di monetizzare in modo adeguato un traffico crescente e di qualità elevata, basti pensare all’elevato profilo medio dei lettori di Linkiesta.it, cosa che dovrebbe risultare progressivamente più agevole grazie al raggiungimento di una soglia di rilevanza per la pianificazione da parte dei grandi investitori.
Sui costi, l’esperienza ci ha insegnato che è importante coniugare qualità giornalistica con costi contenuti. È quindi fondamentale un core-team giornalistico ad elevata produttività, in gran parte composto da giovani di talento e ad alto potenziale, integrato da un’ampia rete di collaboratori esterni di grande qualità e da un selezionato universo di blogger di prestigio. Più in generale, riteniamo che sia possibile mantenere una certa frugalità nelle spese senza sacrificare qualità e risultati: un esempio in tal senso è stata la decisione di basare la tecnologia sulla piattaforma open source Drupal. Basso costo, alta qualità.
Per i prossimi anni, la sfida resta chiaramente il raggiungimento di una sostenibilità economica data dall’equilibrio tra ricavi e costi, senza sacrificare la qualità editoriale del progetto. Si tratta di una sfida non facile, ma il team dei giornalisti de Linkiesta ha mostrato capacità e affiatamento, quindi, anche a distanza di un anno dalla partenza, siamo convinti sia una sfida che si possa vincere.