Post SilvioSaviano “milanese onorario”. Ma davvero per Milano è una vittoria?

Saviano “milanese onorario”. Ma davvero per Milano è una vittoria?

Cosa c’entra Roberto Saviano con Milano? La domanda arriva dai leghisti e dal Pdl, proprio nel giorno in cui Milano assegna ufficialmente la sua cittadinanza onoraria allo scrittore campano, divenuto simbolo della denuncia della camorra con il best seller Gomorra. E la domanda, epurata dalla demagogia propria di chi in Consiglio Comunale a suo tempo votò a favore, va presa sul serio. Va posta a noi stessi come se non fosse la domanda di due partiti un po’ alla deriva e in cerca di visibilità.

Cosa c’entra Saviano con Milano? Il libro che ha fatto di lui un caso “morale” e commerciale sta tutto tra le periferie napoletane e l’hinterland campano e se è vero che da lì Gomorra proietta il suo impero sul mondo, è anche vero l’opera di Saviano è dotata di una capacità evocativa che non vale a Milano più che altrove. È vero, a Milano le mafie riciclano, investono, si strutturano in modo particolare. È vero che nell’ex capitale morale le Mafie hanno preso (e dato) lezioni di modrenità. Ma resta vero che i tentacoli di Gomorra – ce lo ha raccontato proprio Saviano – arrivano ovunque, oltre gli oceani e di là dalle montagne. Milano è ormai un piccolo punto, o soltanto un ponte e nemmeno obbligato, per entrare in una rete di soldi, droga, traffico di uomini, infinitamente più grande e globale.

E insomma, dunque, perché il consiglio comunale (quello che sosteneva la giunta precedente) ha deciso di tributare un riconoscimento onorario allo scrittore di Gomorra? Una spiegazione non peregrina porta forse alla cattiva coscienza di questa città e di una classe dirigente. Non parliamo ovviamente del sindaco Pisapia che oggi gli consegna il riconoscimento e forse nemmeno della classe politica che questo riconoscimento volle dargli, dopo avergli negato tra le polemiche la benemerenza cittadina dell’Ambrogino d’oro.

Il problema è più ampio, e assai più profondo. È il problema di una città e di una classe dirigente economico-politica che non può più negarsi quanto pervasiva e radicata sia la criminalità organizzata in città e in provincia. Che sa quanti soldi vale la Mafia Spa nella regione lombarda, e se non sa è perché non vuole sapere. Tutto è ormai noto, chiaro, alla luce del sole, eppure impotenza e collusioni, interessi della finanza e paure della politica non squarciano il velo, né aprono davvero un fronte di cambiamento serio, né una riflessione su come è stato possibile che la capitale morale accogliesse in sé senza troppa fatica miliardi di indotto mafioso: da Piazza Affari giù giù a scendere, fino ai cantieri o ai bar nell’hinterland.

Vista da questa prospettiva, la nomina di Saviano a cittadino onorario, rischia di non essere una tappa verso qualcosa e nemmeno un simbolo di qualcosa, ma solo una toppa agli ultimi dubbi di coscienza. Rischia di finire nel cassetto di Saviano, assieme ad altre decine di cittadinanze onorarie e benemerenze già riconosciutegli, e nel dimenticatoio dei milanesi, assieme alla mafia. Che a Milano si trova bene e ci abita per davvero, e ormai da un pezzo.  

Twitter @jacopotondelli

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