Si è chiuso con il 99,8% delle sottoscrizioni l’aumento di capitale di Unicredit da 7,5 miliardi di euro. La banca ha comunicato che sono stati esercitati 1.925.199.755 diritti di opzione e quindi sottroscritte complessivamente 3.850.399.510 azioni. Al termine del periodo di opzione, risulta dunque scoperto solo lo 0,2% d’offerta complessiva per un controvalore complessivo di circa 17,88 milioni euro. I diritti non esercitati saranno offerti in Borsa nelle prossime settimane. In ogni caso, tutto l’aumento era garantito da un consorzio di garanzia guidato da Merrill Lynch e Mediobanca.
Non è ancora nota la fotografia del nuovo azionariato, per la quale ci vorrà qualche giorno. Le indiscrezioni segnalano un aumento del peso dei soci istituzionali esteri, fondi sovrani (Libia, Abu Dhabi) arabi ma non solo. Molte sottoscrizioni sarebbero arrivate infatti dalla Germania e dagli investitori istituzionali statunitensi. Le fondazioni bancarie (Crt, Cariverona, Cassamarca, etc.) dovrebbero comunque essere scese intorno al 12%, mentre si rinfoltisce il manipolo di investitori privati italiani, per lo più imprenditori privati. Accanto agli industriali Luigi Maramotti (gruppo Max Mara e Credem), Leonardo Del Vecchio (Luxottica), dovrebbero esserci anche Diego Della Valle (Tod’s), il gruppo De Agostini e il costruttore ed editore romano Francesco Gaetano Caltagirone. Ma probabilmente le vere sorprese emergeranno in prossimità dell’assemblea dell’11 maggio, che oltre ad approvare il bilancio 2011, eleggerà un nuovo consiglio di amministrazione.