Giorni e giorni di interrogativi su chi stesse rastrellando azioni Fondiaria Sai hanno trovato una prima risposta. Ieri in serata, la finanziaria veneta Palladio ha annunciato di avere il 2,2558% della compagnia assicurativa della famiglia Ligresti. La holding vicentina guidata da Giorgio Drago e Roberto Meneguzzo si era fatta avanti già a dicembre, salvo poi ritirarsi in buon ordine dopo che Mediobanca ha messo sul tavolo il coinvolgimento del gruppo Unipol.
L’investimento pare destinato a crescere e viene spiegato con finalità esclusivamente finanziarie. In prima battuta, la notizia sembrerebbe confermare le suggestioni di una cordata alternativa al piano preparato da Mediobanca. A dicembre, in effetti, Drago e Meneguzzo avevano accarezzato l’idea di un intervento coordinato con Cattolica Assicurazioni. Attorno a Palladio, è il ragionamento che si fa oggi, potrebbe coaugularsi un nucleo di investitori concorrenti rispetto a Unipol.
Ma la discesa in campo della holding vicentina, che è anche azionista delle Assicurazioni Generali, potrebbe essere letta, alternativamente, come un intervento di supporto a favore del piano di Mediobanca, utile a rafforzare la presa su Fondiaria Sai. In questo modo verrebbero scoraggiati, cioè, eventuali scalatori esteri (si veda l’ipotesi Axa) o la formazione di minoranze di blocco da parte di investitori istituzionali nell’assemblea che dovrà deliberare la fusione con la controllante Premafin, la controllata Milano e la Unipol Assicurazioni. Premafin ha circa il 35% di Fondiaria, cui si aggiunge una quota del 7% in mano a Unicredit, sostenitore dell’operazione congegnata dai vertici di Piazzetta Cuccia. È una quota robusta certamente, ma che non mette totalmente al sicuro da eventuali contraccolpi in sede assembleare.
L’andamento borsistico di Fondiaria Sai
L’ipotesi di un intervento amico parte dalla constatazione di un forte intreccio di interessi fra tutti gli attori della vicenda. Mediobanca, oltre che principale creditore di Fon-Sai a cui negli ultimi dieci anni ha erogato prestiti subordinati per 1,1 miliardi, è anche il primo azionista delle Assicurazioni Generali. Di quest’ultima è azionista indiretta anche la Palladio: attraverso la partecipata Ferak, di cui fanno parte anche Veneto Banca e la famiglia Amenduni, la holding vicentina controlla l’1,7% della compagnia triestina. Un altro pacchetto (2,26%) è detenuto tramite la Effeti spa, controllata pariteticamente da Ferak e dalla Fondazione Crt, grande azionista di Unicredit, nel cui cda esprime il vicepresidente Fabrizio Palenzona. Proprio Palenzona è uno dei grandi supporter del progetto varato da Mediobanca, oltre ad essere stato un convinto sostenitore dell’aiuto dato da Unicredit alla famiglia Ligresti per ricapitalizzare Fondiaria a metà 2011.
In questo scenario non ostile per il piano FonSai-Unipol, a favore di Cattolica sarebbe stata ventilata l’eventuale cessione di pezzi del nuovo gruppo, come la divisione La Previdente e la joint venture bancassicurativa che Fondiaria ha in essere con il Banco Popolare. Così verrebbe favorita la nascita di un polo bancario e assicurativo tutto veneto con base a Verona. Comunque, mentre l’operazione procede,sarà interessante vedere se in Fon-Sai emergeranno ancora nuovi azionisti, inclusi eventuali investitori istituzionali amici come le società di gestione controllate dalle banche coinvolte.
Sempre ieri, infine, il cda di Unipol ha deliberato un aumento di capitale da 1,1 miliardi di euro, che sarà sottoposto all’assemblea straordinaria convocata per il 19 marzo. Verrà proposto anche un raggruppamento delle azioni ordinarie e delle azioni privilegiate (1 nuova contro ogni 100 azioni vecchie).
ultimo aggiornamento alle 10.47