Questa mattina la notizia campeggiava in prima su tutti i giornali, ieri sui siti web, dopo essere stata messa in rete dall’agenzia Ansa. «Gli italiani guadagnano la metà dei tedeschi, nel 2009 stipendi più bassi di Spagna, Grecia e Cipro». Caspita, meno dei greci, che un giorno fanno default e un altro lo rinviano, anche se di poco. La fonte, però, non lasciava spazi a dubbi: Eurostat, Labour Market Statistics. E di fronte al nome dell’istituto statistico europeo, nessuno ha battuto ciglio: all’essere in fondo alle classifiche noi italiani ci siamo abituati. I commenti si sono sprecati. «In Italia abbiamo salari bassi e un costo del lavoro comparativamente elevato. Bisogna scardinare questa situazione, soprattutto aumentando la produttività», è stato il commento “a caldo” della ministra del Lavoro Elsa Fornero.
Peccato, però, che di “caldo” nella notizia ci fosse ben poco: i dati erano tratti da un pocketbook di Eurostat pubblicato a fine settembre 2011 su dati aggiornati al 2009. Peccato numero due: la notizia non c’era. Meglio, c’era, e la conoscevamo già, ma è stata travisata. Per metterci una pezza è dovuta intervenire l’Istat con una «Nota tecnica per il Presidente del Consiglio dei Ministri» (le maiuscole sono originali). E spiegare, che no, che è vero che guadagnamo meno dei tedeschi ma che non siamo poi messi così male, guadagnare meno dei greci!, anche se tutti ci avevamo creduto, senza prenderci la briga di andare controllare. E questo la dice lunga su come ci sentiamo.
La confusione è nata dal fatto che chi ha (ri)lanciato la notizia non ha visto una noticina (la n.2) di precisazione: i dati sull’Italia sono riferiti al 2006. Una svista che si è subito trasformata in una cantonata ed ha acceso un bailamme mediatico arrivato fino a Palazzo Chigi, che oggi ha chiesto spiegazioni all’Istat.
La precisazione Istat
Domenica 26 febbraio le agenzie di stampa hanno riportato la notizia che Eurostat aveva rilasciato dei dati sulle retribuzioni e il costo del lavoro; tali informazioni hanno avuto una larga diffusione sui media di oggi lunedì 27… All’interno della pubblicazione… nella tavola 7.1… le retribuzioni lorde annuali per l’Italia indicate per il 2009 risultano essere pari a 23.406 euro, ponendo il nostro paese nella graduatoria al di sotto della Grecia (29.160 euro) e della Spagna (26.316 euro). In realtà nella tabella c’è la nota 2 posta sopra il 2009 che segnala, purtroppo in modo poco chiaro, che il dato relativo all’Italia si riferisce al 2006 e non al 2009. Di conseguenza i dati pubblicati non sono comparabili. […]
Nota tecnica integrale e tabella aggiornata – Istat
Labour Market Statistics – Eurostat pocketbook
Per fugare, infine, ogni dubbio “in data odierna” i tecnici dell’Istat hanno estratto dal database Eurostat una tabella ad hoc, che consente di confrontare correttamente le retribuzioni e il costo del lavoro all’interno dell’Unione europea. «Il posizionamento relativo dell’Italia – è la conclusione – risulta in linea con la media europea, e il valore assoluto nazionale supera ampiamente quello della Spagna e ancor più il valore della Grecia». Amen.
P.S. Resta il fatto che la media salariale italiana lorda di 29.653 euro si confronta con i 52.867 euro della Danimarca ei 38mila euro della Germania. E che a fronte di questi salari medi, il costo medio del lavoro è di 58.461 per i danesi, i 48.434 della Germania e i 41.872 per gli italiani. I greci hanno una retribuzione lorda media di 22.698 euro e un costo del lavoro di 29.574 euro.