Il suo ritratto è ovunque, come una volta il ritratto dello Scià. Ti insegue nelle strade, nei negozi, negli alberghi, negli uffici, nei cortei, alla televisione, al bazaar: da qualsiasi parte tu cerchi riparo non sfuggi all’incubo di quel volto severo ed iroso, quei terribili occhi che vegliano ghiacci sull’osservanza di leggi copiate o ispirate da un libro di millequattrocento anni fa. E l’effetto è indiscutibile, ovvio. Niente bevande alcoliche, per incominciare. Che tu sia straniero o iraniano, non esiste un ristorante che ceda alla richiesta di un bicchiere di birra o di vino; la risposta è che a infrangere il comandamento si buscano trenta frustate e del resto ogni bottiglia di alcool venne distrutta appena lui lo ordinò. Whisky, vodka e champagne per milioni di dollari. Niente musica che ecciti o intenerisca, per continuare. Alle undici di sera la città tace, deserta, e non rimane aperto neanche un caffè; ballare è proibito, visto che per ballare bisogna più o meno abbracciarsi. È proibito anche nuotare, visto che per nuotare bisogna più o meno spogliarsi. E così le piscine son vuote, sono vuote le spiagge dove le coppie devono star separate e le donne possono bagnarsi soltanto vestite dalla testa ai piedi. Se sei donna infatti è peccato mostrare il collo e i capelli perché (chi lo avrebbe mai detto?) il collo e i capelli sono gli attributi femminili da cui un uomo si sente maggiormente adescato. Per coprire quelle vergogne è doveroso portare un foulard a mo’ di soggolo monacale, però meglio il chador cioè il funereo lenzuolo che nasconde l’intero corpo. Lo adoperano tutte, e sembrano sciami di pipistrelli umiliati. Lo sai che non possono andare dal parrucchiere se è maschio? Farsi pettinare o lavare la testa da un parrucchiere maschio equivale quasi ad un coito: cinquantamila coiffeurs pour dames stanno per finire sul lastrico. «Se mi scoprono son rovinato» sussurra il mio parrucchiere che sfida la legge perché è di religione cristiana. Poi a scanso di equivoci aggiunge che lui non sente nulla a massaggiarmi la cute: «Per me è come se fossi un dottore». Anche stringersi la mano è scorretto, tra persone di sesso diverso. «Allah non vuole» esclama un giovane funzionario del governo quando faccio il gesto di salutarlo così. E ritrae la destra tutto inorridito, se la posa sul cuore come una verginella. Le libertà sessuali, inutile dirlo, sono crimini da punire col plotone di esecuzione: non passa giorno senza che la stampa dia la notizia di qualche adultera fucilata. (Gli adulteri se la cavano invece con due o trecento frustate che gli riducono la schiena a una mostruosa polpetta.) Si fucilano anche gli omosessuali, le prostitute, i lenoni. Lo ammette anche lui nell’intervista che pubblico in terza pagina. (La prima che Khomeini abbia dato in molti mesi, cioè dopo il suo ritorno in Iran, e l’unica che abbia mai concesso a una donna.) «Le cose che portano corruzione a un popolo vanno sradicate come erbe cattive che infestano un campo di grano. Lo so, vi sono società che permettono alle donne di regalarsi in godimento a uomini che non sono i loro mariti, e agli uomini di regalarsi in godimento ad altri uomini; ma la società che noi vogliamo costruire non lo permette.» Però un uomo può avere quattro mogli; la legge è ancora valida, come egli ci spiega. E può avere un numero indefinito di concubine provvisorie purché firmi un contratto a scadenza. Inoltre può fumare l’oppio che ha il timbro governativo.
11 Febbraio 2012
L’intervista della Fallaci a Khomeini, nell’anniversario della rivoluzione iraniana
L’intervista della Fallaci a Khomeini, nell’anniversario della rivoluzione iraniana
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