Bper vara il riassetto, una sola banca per il Centro-Nord

Bper vara il riassetto, una sola banca per il Centro-Nord

Nella serata di oggi, la Bper ha varato il riassetto societario e approvato un nuovo piano industriale per il triennio 2012-2014. Si punta a semplificare il gruppo e a risparmiare costi.  La capogruppo incorporerà le controllate Meliorbanca e le banche rete attive nel Centro Italia (Banca popolare di Aprilia, Banca popolare di Lanciano e Sulmona, Carispaq). Resta però fuori dalla semplificazione la controllata Banca popolare di Ravenna, mentre vengono mantenute due banche rete sia nel Sud (Banca della Campania e Banca popolare del Mezzogiorno) sia in Sardegna (Banco di Sardegna e Banca di Sassari). Il nuovo piano punta a ridurre l’incidenza dei costi sui ricavi (obiettivo a fine piano del 57,8%) e a raggiungere un utile netto di 315 milioni di euro nel 2014, con un ritorno sui mezzi propri (Roe) del 7,7 per cento. 

L’ultimo esercizio si è invece chiuso con un risultato di 237 milioni, in calo del 27,5 per cento. Il margine di intermediazione (interessi netti, commissioni, trading e dividendi) si è attestato a 2,1 miliardi (+3,4%), mentre i costi operativi sono rimasti stabili a 1,24 miliardi. Sui risultati hanno pesato rettifiche sui crediti e altre attività finanziarie per 350 milioni (quasi 50 milioni in meno rispetto al 2010) e svalutazioni di avviamento e partecipazioni (107 milioni). Stabili raccolta (48,6 miliardi) e crediti (48,2 miliardi), di cui 4,3 miliardi (+22,5%) sono deteriorati. Le sofferenze ammontano a 1,56 miliardi (+28,4%), ovvero il 3,2% dei crediti totali, con una copertura del 52,8 per cento.

In linea con le indicazioni della Banca d’Italia, la Bper ha optato per una politica prudenziale di distribuzione degli utili. È stato deciso di assegnare un dividendo in forma mista: solo 0,03 euro per contanti e il resto in azioni  – una gratis ogni 70 possedute – per un valore, alla data del 12 marzo, di 0,09 euro. Nel 2014 la banca guidata dall’amministratore delegato Luigi Odorici prevede di raggiungere un coefficiente patrimoniale (core tier 1) del 9,2% contro il 7,83% di fine 2011.

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