Leggiamo sull’Espresso che il Comune di Milano avrebbe fatto in modo che la quota in vendita di SEA, gestore di Malpensa e Linate, venisse aggiudicata alla F2i guidata da Vito Gamberale. Questo si ricaverebbe da intercettazioni telefoniche.
Se così è stato, a condizione che il prezzo potesse avere l’OK anche da Iva Zanicchi e ancor più che non sia «girato neanche un caffè», come dice Tabacci, è stata fatta la cosa giusta, cioè cercare come socio ed eventuale futuro proprietario non chi solo versa la cifra più alta in assoluto, ma chi anche può garantire il migliore futuro a SEA e al ruolo strategico che deve svolgere, mantenere e sviluppare i collegamenti fra l’ economia lombarda e il mondo. Questa è l’ottica che deve avere la politica, questa è politica, questo dunque era il preciso compito dell’ amministrazione Pisapia.
Nel caso, complimenti a Tabacci e Gamberale non per essere stati furbi, ma per aver rimediato ad un sistema legale palesemente cretino, lo stesso che impone di assegnare lavori a chi fa l’offerta più bassa e poi fallisce e lascia le opere incompiute per anni.
Preferiamo F2i o il fantomatico fondo indiano che non è stato nemmeno in grado di capire qual è l’indirizzo di Palazzo Marino? Che cosa ci potremmo aspettare da un investitore del genere? Sviluppo?
In un Paese dotato di un livello anche minimo di intelligenza non si venderebbe mai un asset strategico come SEA al miglior offerente, ma si ricorrerebbe a un beauty contest, una procedura che furbescamente da noi viene proposta in altre situazioni e per altri scopi.
Fiumicino fu venduto, in tempi in cui la leva finanziaria era di moda, a chi non aveva abbastanza soldi per far crescere l’aeroporto sotto tariffe che vari Governi, nel vano tentativo di impedire il fallimento di Alitalia, hanno tenuto troppo basse per un decennio e che solo l’altroieri pare siano state sbloccate. Il risultato è che l’aeroporto più grande d’Italia è sotto standard e in ritardo di anni.
SEA deve passare da un proprietario come il Comune di Milano che non ha soldi da investire, pensa troppo spesso a maxidividendi ed è ricattabile politicamente su scelte fondamentali come la limitazione di Linate a qualcuno che ha i soldi, la vision e un progetto per risistemare tutta la filiera aeroportuale a ovest dell’Adige. Difficile trovare un acquirente migliore di F2i, che tra l’altro non è un esecrabile speculatore di Wall Street, ma un’entità di origine anche pubblica.
Mi si perdoni la battuta paleomaschilista, ma se Tabacci ha individuato in F2i il marito giusto per SEA, va apertamente applaudito purché, se in futuro si cederà il controllo, si faccia pagare il relativo premio.