Prospettive per l’economia italiana
Le prospettive economiche per l’Italia restano influenzate dall’evoluzione dello scenario globale e principalmente europeo che, dagli inizi del 2012, appaiono in miglioramento. L’espansione delle economie avanzate è stata colpita da fattori eccezionali quali il disastro naturale in Giappone nella primavera scorsa e le marcate tensioni finanziarie nell’area dell’euro, e rimane soggetta a elementi di incertezza. La ripresa degli Stati Uniti, che appare in rafforzamento, potrebbe nuovamente indebolirsi sotto il peso del deleveraging di famiglie e imprese. Le tensioni geopolitiche in Medio Oriente potrebbero originare bruschi rincari del petrolio. Nell’area dell’euro, sebbene le condizioni del credito siano migliorate grazie alle operazioni condotte dalla Banca centrale europea, occorre tener conto dei rischi connessi a una possibile recrudescenza della crisi del debito sovrano. Una possibile fonte di rischio è costituita altresì da un rallentamento più marcato del previsto delle economie emergenti, in particolare della Cina o nuove apprensioni per la stabilità finanziaria in Giappone.
Tuttavia, sono menzionabili una serie di possibili rischi al rialzo costituiti da: i) una ripresa più robusta dell’economia statunitense, ii) condizioni di fondo più positive dell’area dell’euro per effetto delle riforme strutturali attuate.
L’indebolimento del ciclo economico interno realizzatosi nel corso del 2011 ha determinato un peggioramento della stima del PIL reale italiano per l’anno in corso, che è ora atteso contrarsi dell’1,2 per cento, circa 0,8 punti percentuali in meno rispetto al quadro previsivo di dicembre. Il tono congiunturale è atteso permanere debole nel primo semestre del 2012, seppur in graduale miglioramento, a causa della debolezza della domanda interna e degli effetti di trasmissione delle passate tensioni sul mercato del credito. Tali andamenti sarebbero parzialmente compensati dal supporto proveniente dalla domanda estera netta. La ripresa dell’attività economica è prevista manifestarsi gradualmente a partire dalla seconda metà dell’anno. Nel 2013, il PIL crescerebbe a un ritmo moderato, pari allo 0,5 per cento, lievemente al di sopra della stima ufficiale di dicembre, per poi accelerare nel 2014 (1,0 per cento, invariato rispetto alla stima precedente) e nel 2015 (1,2 per cento).
In previsione, le esportazioni continuerebbero a espandersi nell’orizzonte di riferimento, sebbene a un ritmo meno brillante nel 2012. Le importazioni invece si ridurrebbero nell’anno in corso, come riflesso dell’indebolimento della domanda interna, per poi recuperare negli anni successivi. Il saldo corrente della bilancia dei pagamenti è previsto migliorare significativamente negli anni 2012-2015, passando dal -3,1 per cento nel 2011 al -1,3 per cento nel 2015. Gli investimenti fissi rifletterebbero la debolezza della domanda nell’anno in corso, per poi tornare a espandersi nel triennio 2013-2015. I consumi delle famiglie risentirebbero nell’anno in corso dell’indebolimento del mercato del lavoro, per poi riprendere a crescere gradualmente nel periodo 2012-2015. La spesa pubblica manterrebbe un orientamento restrittivo nel 2013-2014, per registrare un lieve aumento nel 2015.
Nel mercato del lavoro, l’occupazione misurata in unità standard registrerebbe una riduzione dello 0,6 per cento nel 2012. Il tasso di disoccupazione si attesterebbe al 9,3 per cento. La ripresa occupazionale si materializzerebbe a partire dal 2013. Il tasso di disoccupazione dal 2013 si collocherebbe su un sentiero decrescente (9,2 per cento), attestandosi all’8,6 nel 2015. Il CLUP accelererebbe all’1,7 per cento nel 2012, per moderarsi nel triennio successivo. Il deflatore del PIL si attesterebbe all’1,8 per cento nel 2012, per collocarsi all’1,9 per cento nel triennio 2013-2015.
L’inflazione misurata dal deflatore dei consumi privati si attesterebbe al 2,8 per cento nel 2012 (3,0 per cento per l’indice armonizzato), in lieve aumento rispetto all’anno precedente, mentre sarebbe più contenuta negli anni 2013-2015.
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