Lombardo: regali di fine legislatura anche gli enti inutili

Lombardo: regali di fine legislatura anche gli enti inutili

“Risparmiare” è stata la parola d’ordine del quarto governo regionale presieduto dal plenipotenziario catanese Raffaele Lombardo. Per prima cosa, era il 7 ottobre del 2010: «la nostra idea è quella di eliminare gli enti inutili». E ancora lo diceva, sempre quel giorno: «Si chiude un ente che ha un apparato pletorico che costa ai siciliani milioni e milioni di euro e il personale verrà impiegato in maniera più proficua in altri rami dell’amministrazione». Addirittura il 19 agosto dello scorso anno il governatore Lombardo l’ha sparata ancora più grossa: «La riduzione delle spese l’abbiamo deliberata, ed è congrua, […]. Sarà il new deal siciliano, se Dio vuole». Chissà: forse Dio non ha voluto?

Promesse su promesse, che oltre ad occupare pagine e pagine di giornali, sono state presentate in bozze di Bilancio e Finanziaria, per poi essere accantonate. Sì, perché l’Arsea, l’Aran, l’Iacp, il Consorzio per la ricerca sul rischio biologico, la CineSicilia, l’Ente di Sviluppo Agricolo, gli Istituti di incremento ippico e l’Istituto zootecnico, sono sempre lì immobili, a pesare sulle casse della Regione «più sprecona d’Italia». Sono i cosiddetti “carrozzoni” che, come segnala oggi il mensile “S”, «dopo tanti annunci che li hanno dati per morti, quasi come fosse una “iattura” superata tutte le volte, oggi appaiono più forti di prima».

Partiamo dal primo “carrozzone”, il più costoso (800 mila euro), stando alla spesa prevista nel bilancio del 2011. L’Arsea (Agenzia della Regione Siciliana per le erogazioni in agricoltura) è un’azienda di diritto pubblico costituita con una legge regionale dell’aprile del 2006. Lo scopo di tale agenzia è quello di «garantire lo sblocco dei fondi per l’agricoltura». Ma è un’entità occulta in Regione: «molti agricoltori non sanno nemmeno dell’esistenza», scrive Accursio Sabella su “S”. Raffaele Lombardo decanta l’importanza dell’Arsea, come un’agenzia che «potrebbe avere un ruolo importantissimo per l’agricoltura dell’isola». Ma la vuole ugualmente tagliare. O comunque far finta di “tagliarla”. Dal 2006 al 2012 non ha mai funzionato e non ha mai fatto nulla. Per di più ha sul groppone un dirigente generale, un collegio dei revisori, un comitato di indirizzo, ovviamente tutti con indennità. E chi si è recato nella sede catanese dell’Ente, non ha trovato nulla: soltanto corridoi e stanze vuote. Un vero e proprio “ente fantasma”.

Il secondo “carrozzone” si chiama Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale della Regione) che, si legge nel sito, «ha il compito di rappresentare legalmente la pubblica amministrazione in sede di contrattazione collettiva regionale e pertanto svolge ogni attività necessaria alla definizione dei contratti collettivi del personale dipendente dalla Regione e dagli enti pubblici non economici sottoposti a vigilanza e controllo della Regione». Il governo regionale aveva previsto per il 2012 la soppressione. Poi, però, c’ha ripensato. E l’Aran Sicilia è sempre lì. Spulciando all’interno della Finanziaria, l’Ente ha raccolto «per le spese di funzionamento», ben 300 mila euro. Mica bruscolini. L’Aran nasce nel 2004, a quel tempo il governo regionale è presieduto da Salvatore Cuffaro, e ha il compito «di negoziare i rinnovi dei dipendenti regionale». Tuttavia, come segnale il mensile S, «l’ultimo rinnovo risale al 2007». Ma sono dettagli. Nonostante tutto, l’ente è ancora in vita.

Passiamo al terzo dei “carrozzoni” di Sicilia: l’Istituto Autonomo Casa Popolari. All’interno delle bozze dell’ultima finanziaria era previsto scioglimento dell’Iacp «con la conseguente vendita del patrimonio immobiliare». E invece, udite udite: l’ente è ancora in vita. E «gli Iacp sono infarciti di commissari straordinari spesso legati ai partiti di maggioranza». Insomma un ente utile per la distribuzione di poltrone sottogoverno. E per la campagna elettorale delle regionali che verrà.

Altro capitolo merita “il Consorzio per la ricerca sul rischio biologico”, che dovrebbe sostenere le imprese agricole siciliane nell’innovazione. Ma come risulta dal suo stesso internet il consorzio dal 2009 non fa pubblicazioni. Eppure nel 2011 è costato alle casse regionale 250 mila euro. Sulla stessa scia la società s.r.l CineSicilia, costituita nel 2007, che avrebbe il compito di realizzare e valorizzare l’attività cinematografica, audiovisiva e dello spettacolo dal vivo in Sicilia. Ma, eccetto la coproduzione di “Terraferma”, dal 2009 non pubblica bandi, e fino a poco tempo pagava un consiglio di amministrazione.

E ancora 230mila euro sono stati destinati alla “Stazione Sperimentale per la Granicoltura”, 2,3 milioni all’Istituto di incremento ippico, e tre milioni sono andati all’Istituto zootecnico. Anche questi, sono ancora in vita. E chissà per quanto tempo ancora lo saranno.  

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