Un bando di gara lampo, della durata di appena tre giorni. La vittoria di «un vecchio amico», l’assegnazione di 50 mila euro per la spesa, il tutto in nome della «creatività e della rinascita culturale» di Milano. Rischia di creare qualche polemica l’assegnazione dello spazio ex Ansaldo all’Associazione Culturale Aprile – «che agisce dal 1995 con il marchio Esterni»- dove vicepresidente è Beniamino Saibene, storico sostenitore e amico dell’assessore alla Cultura Stefano Boeri. Stiamo parlando delle ormai famose «Officine della Creatività» (OCA) – che si sono svolte dal 14 al 17 giugno nel quartiere di via Savona – balzate agli onori delle cronache dopo l’occupazione della Torre Galfa da parte dei ragazzi di Macao. «Partecipate anche voi al concorso», spiegarono il sindaco arancione e l’assessore, a metà maggio, per cercare di placare la voglia dei macachi di aprire nuovi spazi aperti.
Ma con tutta probabilità i volontari dell’arte, che ora si sono piazzati all’ex macello comunale, avevano già capito l’antifona. A vincere, «su oltre 200 proposte di contenuto artistico e culturale», è stata l’Associazione Culturale Aprile, «operatore già noto all’amministrazione», si legge nel provvedimento firmato dalla Direzione Centrale Cultura(clicca per vedere il documento), «per aver realizzato diverse iniziative culturali di interesse per la città». Noti lo sono di sicuro. E una persona che bazzica da tempo l’ambiente li definisce come «quelli del salottino» di Milano.
Sono infatti quelli di Esterni – fondata da Saibene – che dalle parti dell’ex Ansaldo bazzicano da molto tempo, per il Salone del Mobile, ma sono noti pure per il Milano Film Festival e il Public Design. Va detto che quell’invito e bando furono così veloci da non aver convinto nessuno. Anzi, c’è chi fece presente che forse era stato fatto apposta dopo i fatti Macao. Pubblicato sul sito internet del comune il 5 giugno, è scaduto l’8. Consisteva in una paginetta più una scheda da compilare per partecipare. Poche formalità, sufficienti solo i dati essenziali (nome, cognome, ragione sociale e email), l’ambito d’attività e la performance. Ma era un bando vero? Anche perché per l’assegnazione di cifre inferiori ai 100 mila euro, secondo la legge, non c’è bisogno di bandi.
Eppure Boeri fu comunque molto prolisso e un po’ enfatico nel presentare l’iniziativa. «Se avete idee e voglia di raccontarle, se avete progetti e voglia di realizzarli, è arrivato il vostro momento. Da giovedì 14 a domenica 17 giugno, in via Tortona 34, nascono le Officine Creative Ansaldo (OCA) dove sarà possibile presentare progetti creativi e idee, partecipare a dibattiti, workshop, tavole rotonde che riguardano la cultura e gli spazi ad essa dedicati. I temi trattati nei tavoli di dibattito sono molti: riuso temporaneo degli spazi comunali, partecipazioni ai bandi, modelli di gestione degli spazi pubblici, esperienze e protocolli internazionali».
Questa la motivazione dell’assegnazione dell’affidamento «della realizzazione artistica e operativa del progetto Oca»: «Particolarità dell’Associazione Culturale Aprile è l’avvalersi di giovani collaboratori che, sotto la guida di un tutor, acquisiscono le competenze tecniche necessarie alla realizzazione di singoli obiettivi culturali, iniziando un percorso strettamente legato al principio dell’apprendimento attraverso il “fare” e della partecipazione attiva al processo creativo ed organizzativo».
Essendo una cifra inferiore ai 100mila euro, il bando poteva non essere neppure indetto. Ma allora perché farlo? Per dimostrare di essere al di sopra di ogni sospetto? Nella seconda parte, infatti, c’è scritto «di dare atto che il ricorso alla procedura negoziata senza previa pubblicazione di bando, si è reso necessario considerata la natura artistica del servizio e dal momento che il soggetto di che trattasi è unico proponente, organizzatore e attuatore dell’iniziativa, e che non è quindi consentita alcuna scelta alternativa di pari natura e caratteristiche». Così, quando è il momento di dare soldi la parola bando scompare, mentre prima, quando c’era da reclamizzare la Milano della Cultura, la parola bando era sulla bocca di tutti.
Saibene è un caro amico di Boeri. È stato un suo sostenitore durante le primarie del Partito Democratico poi vinte da Pisapia. Tra le sue ultime iniziative ci fu una mail a novembre che invitava giornalisti e politici a firmare per la «pace» tra il primo cittadino e l’assessore alla Cultura, durante uno dei tanti scontri tra i due. Non solo. Saibene è stato pure il firmatario della petizione contro la riqualificazione dell’area ex Bulk. Con Boeri è anche nel comitato cascine per Milano 2015. E in questo mese di luglio, per quei giorni di giugno, la sua Esterni incasserà 50 mila euro. Che in tempi di magra non sono pochi.