Portineria MilanoLa Lega guarda a sinistra e di colpo approva «le coppie di fatto»

La Lega guarda a sinistra e di colpo approva «le coppie di fatto»

C’era una volta la Lega Nord di Umberto Bossi e Giuseppe Leoni, quella che voleva sfondare in termini elettorali nelle valli e nelle prealpi del nord Italia, «nella ricca fascia pedemontana tradizionalmente bianca e cattolica» (copyright Giuseppe Baiocchi ex direttore della Padania). C’è stata fino a due settimane fa, giorno del congresso nazionale del Veneto, quando il Senatùr si piazzò in prima fila per seguire la messa del Papa a Milano.

Ma i tempi cambiano pure in via Bellerio. La nuova Lega 2.0 di Roberto Maroni, nata sulle ceneri di un Carroccio travolto dal Tanzaniagate, con una classe dirigente più giovane, non sembra voler più cercare quei voti moderati fedeli alle radici cristiane che in Lombardia un tempo appartenevano alla Dc. Anzi si riscopre nuova costola della sinistra nella tutela dei diritti civili. O forse in un disegno politico più ampio, per quel «modello Tosi» che Maroni continua a sostenere nella speranza di allargare il dialogo con le altre forze politiche di centrosinistra. Pensare che a Verona, il 23 giugno 1995 durante una discussione in comunale, l’esponente leghista Romano Bertozzo, parlò dei «gay come malati mentali».

Succede così che a Varese, nazareth del Carroccio, in questi giorni stia succedendo qualcosa di inimmaginabile sino a qualche mese fa. La Lega Nord, con il suo capogruppo Giorgio Moroni, ha firmato una mozione di Sinistra e Libertà di Nichi Vendola che si impegna a riconoscere le coppie di fatto e a creare un registro nel comune amministrato dal leghista eretico Attilio Fontana.

Il provvedimento sarà discusso il 12 luglio, quindi c’è ancora tempo per parlarne. Ma «la deriva Zapateriana» – come la definiscono quelli del Pdl pronti a votare contro- rischia di espandersi a macchia d’olio. C’è la possibilità che arrivi a Milano nella giunta di Giuliano Pisapia o anche a Verona, città amministrata dal leghista Flavio Tosi in questi giorni criticato per l’eccessiva sensibilità nei confronti degli omosessuali. 

«Ne parleremo al congresso federale, credo che oltre a questioni interne, cioè incarichi e ruoli nel movimento, sia il momento per la Lega di iniziare a discutere di politica con la P maiuscola», spiega il segretario provinciale di Milano Igor Iezzi che al congresso nazionale sollevò per primo la questione. Del resto, lo stesso attuale segretario Matteo Salvini ha sempre invocato la libertà di scelta su questi temi così delicati che riguardano i diritti civili. 

A Varese il testo è stato depositato dal consigliere comunale Rocco Cordì di Sel e si legge: «Con le modifiche apportate abbiamo voluto tener conto delle riserve e delle osservazioni di quanti legittimamente non si riconoscono nelle posizioni più avanzate sostenute dalle associazioni per i diritti civili» – afferma lo stesso Cordì – «nella mozione presentata ci si limita al riconoscimento delle coppie di fatto (mediante l’istituzione di un elenco delle unioni civili) e si afferma la necessità di adeguare anche le politiche comunali (servizi e attività) a queste nuove realtà sociali».

L’indicazione della Lega Nord è abbastanza chiara. «Daremo libertà di scelta ai nostri consiglieri, ognuno risponderà al suo elettorato» dice Marco Pinti, segretario cittadino del Carroccio. «Ne parleremo anche nei prossimi giorni, ma sono prese di posizione che sono state spiegate anche al congresso lombardo da sia da Salvini sia Iezzi».

Moroni, lo stesso firmatario della mozione avverte: «La posizione della Lega mi pare abbastanza chiara, non abbiamo nulla contro le coppie di fatto, e anche il congresso si è espresso così. In fondo si tratta solo di un adeguamento alla situazione reale di questo paese – continua – la famiglia non è solo quella di cui parla il Pdl, o quella santificata da una messa».

Insomma la Lega cambia pagina. E si lascia alle spalle, oltre al Sindacato Padano di Rosi Mauro,  pure l’associazione Cattolici Padani di Leoni, che in tutti questi anni, ma pure prima l’ex presidente della Camera Irene Pivetti, aveva cercato di convincere preti e cardinali sull’orientamento «cattolico del Carroccio». Ma gli effetti potrebbero essere devastanti sia dal punto di vista interno che rispetto alle alleanze, proprio in un comune come quello di Varese. 

«La proposta di mettere sullo stesso piano le coppie di fatto alle famiglie è un ‘cupo azzardo’, è sbagliata ed è anche anticostituzionale visto che la stessa Carta (articolo 29) riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio», ricorda Lara Comi, europarlamentare pidiellina e coordinatore provinciale a Varese. «Io sto dalla parte dei consiglieri del Pdl che dicono no alla mozione presentata dai consiglieri di Sel e del Pd e in alternativa hanno proposto un’estensione del quoziente familiare ad altri servizi comunali. Vogliamo più famiglia e non sosteniamo una visione di famiglia al ribasso, non ci interessa svenderla in saldo».

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