Ma la dignità nazionale c’entra poco con una partita di calcio

Ma la dignità nazionale c’entra poco con una partita di calcio

Contro la Spagna gli azzurri di Cesare Prandelli hanno offerto una prova di dignità che servirà da stimolo a tutto il Paese. Ne è convinto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che qualche ora fa ha esaltato la prova della nostra squadra di calcio, reduce dalla partita d’esordio dei campionati europei. Dopo aver incontrato il capo di Stato polacco Bronislaw Komorowski, Napolitano è tornato sulla bella partita di ieri: «Il modo in cui si è impegnata la squadra – queste le sue parole – è una conferma di quello spirito di dignità e consapevolezza nazionale che, io e le istituzioni, abbiamo cercato di infondere al Paese con le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia».

Non si poteva proprio trovare un altro esempio? Perché va bene che in Italia il calcio non è solo uno sport, ma diventa talvolta – a proposito o meno – il simbolo stesso della nostra cultura, della nostra identità e dell’orgoglio patrio. Ma chiedere agli italiani di prendere gli azzurri come riferimento in tema di dignità nazionale suona quasi offensivo. Quella di Buffon e compagni è una squadra di alto livello, per carità. Con qualche buona possibilità di vincere la coppa. Eppure è finita al centro di recenti polemiche per questioni giudiziarie: con un calciatore non convocato dopo aver ricevuto un avviso di garanzia nell’ambito di un’indagine sul calcioscommesse, un altro giocatore indagato per lo stesso motivo e ancora al seguito della squadra (anzi, schierato titolare con la Spagna). E un capitano che dopo aver espresso pensieri di dubbia morale sull’inevitabilità di certi pareggi, avrebbe scommesso ingenti somme di denaro proprio su alcune partite di calcio. Niente di terribile, nessun moralismo. Ma visto che si tira in ballo la dignità nazionale…

Fosse anche solo una questione d’immagine. Come si fa a collegare la «dignità e la consapevolezza nazionale» con il blitz della polizia a Coverciano, nel ritiro della squadra azzurra, pochi giorni prima della gara d’esordio agli Europei? A voler essere pignoli viene un altro dubbio. Più generale. Per rappresentare certi sentimenti patriottici è assolutamente necessario scomodare proprio il calcio? Alla faccia degli arresti, delle indagini e delle perquisizioni che hanno condizionato la fine dell’ultimo campionato di Serie A. 

Alla fine se qualche italiano si offende sarà pure giustificato. Perché un cittadino onesto deve trovare l’incarnazione della sua dignità nazionale in questa squadra? Presidente, non esageriamo. Agli italiani lasciamo tifare per gli azzurri, senza dover per forza alimentare il proprio amor patrio nelle gare di Euro2012. Che poi, alla fin fine, sempre di partite di calcio stiamo parlando. Ci saranno anche metafore ben più calzanti.

Ricorrendo alla demagogia più scontata di esempi da citare ne vengono in mente a bizzeffe. L’orgoglio italiano trovi uno stimolo nei vigili del fuoco che stanno operando in Emilia, nei giovani disoccupati che si rifiutano di lasciare il Paese, nei ricercatori universitari che lavorano per poche centinaia di euro al mese… Vogliamo per forza rimanere in tema di sport? Perché non raccontare la dignità nazionale attraverso la vicenda della tennista Sara Errani, straordinaria finalista al Roland Garros, costretta a lasciare l’Italia per poter emergere?

Ma certo, vuoi mettere l’abbraccio negli spogliatoi con il portierone Gigi Buffon (lo stesso della sfortunata frase sui pareggi più o meno concordati, i due feriti e il morto). Quell’immagine trasudante orgoglio nazionale che oggi ci consegnano i giornali. Con il capo dello Stato nei sotterranei dello stadio di Danzica, tradito dall’emozione prima di ricevere in dono la maglia sudata del nostro capitano. Tutta un’altra storia.

Due considerazioni finali. Quando giovedì l’Italia giocherà contro la Croazia, ci saranno almeno risparmiati altri arditi paragoni. Tra tre giorni l’agenda del Colle prevede un incontro al Quirinale – in contemporanea con la gara – con il presidente francese François Hollande. Si suppone che gli argomenti all’ordine del giorno siano altri. Secondo. Ma poi tutta quest’esaltazione della nazionale era necessario farla proprio dopo la partita con la Spagna? Uno squadrone, certo. I campioni del Mondo e d’Europa in carica. Ma alla fine sempre un pareggio è stato. Almeno aspettare una vittoria…