Con la vittoria per 121-106 sugli Oklahoma City Thunder, i Miami Heat ieri notte si sono aggiudicati gara5 delle finali Nba (qui la sintesi della partita) chiudendo la serie sul 4-1 e vincendo il secondo anello della loro storia, dopo quello del 2006. “Il prescelto” LeBron James questa volta non sbaglia, trascinando i suoi con 26 punti, 11 rimbalzi, 13 assist nonostante un piccolo infortunio alla fine di gara4, viene eletto migliore giocatore delle finali ma soprattutto si toglie di dosso l’etichetta di “beautiful loser”, splendido perdente, che gli era stata affibbiata dopo nove stagioni ai 100 all’ora ma senza mai portare a casa nessun risultato. Bene anche Dwayne Wade, l’altra superstar degli Heat, che mette a segno 20 punti con 8 rimbalzi e che aveva già vinto con Miami nel 2006. La vera svolta del match tuttavia è arrivata dalla mano caldissima di Mike Miller, uno specialista che si era visto poco nella post season ma che ieri notte ha chiuso a quota 23 punti con 7/8 da tre, decisivo così come lo è stato il lungo Shane Battier in gara3.
Dall’altra parte della barricata, non sono bastati i 32 punti di Kevin Durant e i 19 di Westbrook e Harden. C’è da dire che dalla sua Oklahoma è un team giovanissimo sul quale, all’inizio dell’anno, ben in pochi avrebbero scommesso, e che invece è stato capace nella sua strada verso le finali di far fuori squadre blasonate guidate da mostri sacri come i Lakers di Bryant e gli Spurs di Ginobili e Duncan.