Il passaggio di testimone non è ancora ufficiale. Ma l’area politica liberal che un tempo confidava in una candidatura di Luca Cordero di Montezemolo alle politiche del 2013, ora ha già un nuovo cavallo di razza su cui puntare. È Emma Marcegaglia, ex presidente di Confindustria, che pur non avendo firmato l’appello del Oscar Giannino «Fermare il declino» continua a mantenersi in contatto costante con il giornalista libertario (suo ex ghostwriter ndr) che conduce su Radio 24 la «Versione di Oscar». Del resto, basta unire i puntini di quello che è successo negli ultimi giorni per capire che il presidente Ferrari ha ormai deciso di accantonare per sempre la sua discesa in campo.
Mercoledì scorso, infatti, durante un vertice di Italia Futura a Roma, il think tank liberal diretto da Andrea Romano pare aver messo spalle al muro Montezemolo. «Ti candidi o non ti candidi?» questa la domanda che ormai si rincorre da mesi, tra fughe in avanti e battute in ritirata di Lcdm. E di fronte alle ennesime resistenze dell’ex manager Fiat, la truppa capitanata da Romano e il professor Nicola Rossi sembra aver capito come sia meglio un cambio di passo in vista delle politiche del 2013. Così, appena tre giorni dopo, sabato 28 luglio, i due, insieme con Carlo Calenda (membro del direttivo di Italia Futura) e Federico Vecchioni (coordinatore nazionale), hanno deciso di aderire al manifesto di Giannino.
Al momento nessuno cerca fughe in avanti. C’è in sostanza quell’attesa che caratterizza la maggior parte dei partiti politici italiani, alle prese con la nuova legge elettorale e a spremersi le meningi sulle alleanze. La stessa Marcegaglia non ha firmato il documento per evitare eccessive esposizioni mediatiche: ci ha già aderito in maniera indiretta con la firma di due suoi uomini di fiducia nella vecchia Confindustria come Antonio Costato e Giampaolo Galli. Da quel che trapela, l’ex numero uno di viale dell’Astronomia sta aspettando che l’iniziativa prenda corpo, con una forma politica concreta, che non rimanga solo un appello sui quotidiani.
D’altra parte, la Marceglia, è un cavallo di battaglia su cui anche altri partiti politici vorrebbero puntare. I contatti con il leader dell’Udc Pieferdinando Casini non si sono mai interrotti. E pure con Pierluigi Bersani e Massimo D’Alema continuano fitti gli interessamenti. Soprattutto se Partito Democratico e centristi si presenteranno uniti alle politiche. Chissà, magari pure con Matteo Renzi, che ha scelto come suo consigliere economico il professore Luigi Zingales, personaggio di punta del think tank libertario.
Emma, però, prende ancora tempo. Consapevole del rischio di poter cadere anche lei nei tentennamenti che hanno caratterizzato Montezemolo in questi mesi. Per adesso, questioni famigliari e di gestione dell’azienda (più di 7mila dipendenti ndA) sono in cima ai pensieri dell’imprenditrice mantovana: sa bene che una sua discesa in campo la potrebbe esporre sia dal punto di vista mediatico sia da quello politico. Brucia ancora, forse, la polemica con il Giornale di Vittorio Feltri dell’ottobre del 2010, quando il quotidiano della famiglia Berlusconi minacciò per «cazzeggio» (copyright del vicedirettore Nicola Porro) di voler attaccare la presidente di Confindustria.
Del resto, il rischio che dai media berlusconiani possa partire un fuoco di fila contro il progetto di Giannino esiste. Basta leggere Libero di oggi, con un articolo a firma di Maria Giovanna Maglie, titolato «Oscar Giannino si fa il partito con i cattivi compagni..». L’obiettivo dei tanti che hanno firmato il manifesto contro il declino italiano, infatti, è quello di coinvolgere l’area liberale ex Forza Italia che non si riconosce più in una possibile candidatura di Silvio Berlusconi. «Noi non siamo contro il Pdl – ammette Sergio Scalpelli, ex assessore della giunta di Gabriele Albertini a Milano -. Ma crediamo in questo progetto liberale e riformista che non crede più in una nuova candidatura di Berlusconi. Vogliamo un’alternativa. Ci sono ancora molti mesi da qui alle elezioni, ma la Marcegaglia è un ottimo nome su cui puntare».
Intorno al progetto di Giannino sta iniziando a consolidarsi poi uno zoccolo duro di diverse anime della politica del nord Italia. Anche il movimento Verso Nord di Massimo Cacciari ha aderito con il consigliere regionale veneto Diego Bottacin. «Ma vogliamo capire ancora qualcosa del progetto – afferma Alessandro Cè, ex leghista di peso, coordinatore del movimento in Lombardia -. Non vorremmo cadere in una trappola Confindustriale… Ci sono diverse aree della politica settentrionale che devono essere intercettate». Da ricordare, comunque, che fu proprio Cacciari, tra i primi alle fine del 2011, a dire in un’intervista al Mattimo di Padova. «Montezemolo? Meglio Emma…».
Al manifesto ha aderito pure l’Istituto Bruno Leoni di Alberto Mingardi e Carlo Stagnaro. Poi il Tea Party Italiano, con il portavoce Giacomo Zucco, segno che una parte di ex Forza Italia (l’ex ministro liberale Antonio Martino? ndr), potrebbe presto sposare in toto la causa di Giannino. Nel 2013 assisteremo a uno scontro tra la Marcegaglia e Berlusconi? Come al solito il Cavaliere ci aveva visto bene nel 2010 sulla numero uno di Confindustria. Le aveva offerto un posto da ministro, che poi fu rifiutato. Ora rischia di trovarsela come avversaria.