FonSai, il Tar conferma l’ok Isvap a Unipol

FonSai, il Tar conferma l’ok Isvap a Unipol

Il Tar del Lazio ha respinto la richiesta di sospensione del provvedimento con cui l’Isvap ha autorizzato Finsoe e Unipol ad acquisire il controllo di Premafin, Fondiaria Sai e Milano Assicurazioni. Nella loro ordinanza, i giudici della II sezione del Tar del Lazio hanno sostenuto che «non esistono i presupposti per la concessione di misure cautelari» sollecitate da Sator e Palladio. Le due società hanno chiesto la sospensiva dopo che è emerso che Giovanni Cucinotta, il funzionario che guida il servizio che vigila su Unipol, si è rifiutato di firmare il provvedimento autorizzativo adottato dal consiglio dell’Isvap il 20 giugno.

Nella gestione della vicenda Unipol-FonSai, l’Isvap aveva cambiato le procedure interne, adottando un’organizzazione ad hoc per gestire il dossier sul salvataggio. È stata così costituita una task force guidata dal vicedirettore generale Flavia Mazzarella. E non invece, com’era nella prassi, dal responsabile della vigilanza sul gruppo acquirente, ossia Cucinotta. Sul «piano procedimentale», hanno osservato i giudici del Tar, «la creazione di un team istruttorio da parte dell’Isvap non ha vulnerato i principi di cui all’articolo 24 comma 1 legge 262/2005», relativi all’adozione di provvedimenti individuali. Il tribunale amministrativo del Lazio ha ritenuto che l’Isvap «ha condotto le valutazioni di propria competenza, in particolare circa la capacità patrimoniale delle società coinvolte nel progetto di aggregazione dei gruppi Unipol e Fonsai, espressamente confutando anche le argomentazioni dell’esposto Sator-Palladio». Il Tar ha respinto anche la richiesta delle due società di acquisire in giudizio ulteriore documentazione dall’autorità delle assicurazioni presieduta da Giancarlo Giannini. Non è stato infatti fornito alcun chiarimento sulla richiesta di ulteriore integrazione delle riserve tecniche di Unipol (per 360 milioni), firmata stavolta da Cucinotta e inviata alla compagnia bolognese dopo l’autorizzazione emessa il 20 giugno.

A questo punto, per l’avvio degli aumenti di capitale di FonSai e Unipol (1,1 miliardi a testa) manca solo l’ok della Consob ai prospetti informativi, già atteso lo scorso venerdì ma rinviato per la necessità di integrare la documentazione. La Consob ha deciso di approfondire ulteriormente i controlli, specialmente dopo una richiesta ricevuta dalla Procura di Milano, che sta conducendo un’inchiesta sul gruppo Ligresti.

Le richieste della Procura di Milano. Secondo un articolo pubblicato questa mattina dal Corriere della Sera, lo scorso 4 luglio il pm Luigi Orsi avrebbe chiesto chiarimenti alla Consob circa le valutazioni contenute nella due diligence condotta da Ernst & Young (il cosiddetto “Progetto Plinio”) sui conti di Unipol, da cui risulterebbero minusvalenze sul portafoglio investimenti per 1,9 miliardi, nel contesto di una generale debolezza patrimoniale. Dal documento emerge che su circa 15 miliardi di investimenti della compagnia bolognese il 40% è rappresentato da prodotti strutturati, derivati, veicoli non quotati. Unipol ha sempre respinto le conclusioni della due diligence ma non ha fornito spiegazioni dettagliate. La Procura, inoltre, avrebbe chiesto se il piano di risanamento di Premafin sia stato divulgato al mercato nella sua interezza. Le risposte di Consob saranno inviate questa sera.

La cautela della Consob e l’attenzione della Procura di Milano si giustificano anche alla luce di quanto accaduto esattamente un anno fa. In occasione di un precedente aumento di capitale di Fondiaria Sai e di Milano Assicurazioni per complessivi 800 milioni, i prospetti informativi contenevano solo generiche indicazioni sull’eventualità di un aumento delle riserve tecniche sul ramo Rc auto. Pochi mesi dopo, il 6 ottobre 2011, è emerso invece che il gruppo FonSai avrebbe chiuso l’esercizio in perdita. Anziché con un utile di 50 milioni, come annunciato precedentemente al mercato. A fine 2011 le “rivalutazioni delle riserve tecniche del ramo danni”, ossia le stime di maggiori costi connessi ai risarcimenti dei sinistri, hanno superato 800 milioni. Un ammontare monstre, pari alle ricapitalizzazioni condotte a luglio dello stesso anno. Forse, la magistratura teme che il “disguido” possa ripetersi. 

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