Gli azionisti privilegiati di Unipol, una volta chiuso l’aumento di capitale della compagnia assicurativa, saranno ancora tali? Uno di loro ha girato la domanda a Linkiesta, denunciando, nel prospetto informativo, l’assenza di chiare indicazioni sul dividendo pagato dai titoli post aumento. Un’informazione di fondamentale importanza per decidere se sottoscriverlo o meno, anche perché ormai il tempo stringe e c’è tempo fino al 25 luglio per esercitare i diritti d’opzione. L’aumento, va ricordato, prevede che le privilegiate siano offerte in opzione in rapporto di 20 diritti per ogni azione, al prezzo di 97 centesimi l’una. In Piazza Affari le azioni privilegiate oggi sono scambiate a 1,13 euro (-4%), mentre i diritti d’opzione sono scesi ancora a 0,16 centesimi (-44%). Praticamente i diritti sono vicini allo zero.
Come dice il proverbio, il diavolo si nasconde nei dettagli. Da Statuto, il dividendo che spetta agli azionisti privilegiati è di 2,86 euro per azione. Tuttavia, al punto 20.6 del prospetto informativo, si legge che
«In caso di aumento gratuito del capitale sociale, gli importi di remunerazione delle azioni privilegiate e delle azioni ordinarie potranno essere ridotti ferma restando la differenza di Euro 0,41 a favore delle azioni privilegiate, ma, comunque, fino alla concorrenza minima di Euro 2,58 per ciascuna azione privilegiata e di Euro 2,06 per ciascuna azione ordinaria».
Eppure non è questo il caso, perché nelle prime pagine del prospetto si spiega che l’aumento di capitale non è a titolo gratuito, ma «a pagamento in opzione». Occorre quindi andare a esaminare lo Statuto sociale, che all’art. 19 recita:
«[…] nel caso di raggruppamenti o frazionamenti azionari (come anche nel caso di operazioni sul capitale diverse da quelle di aumento gratuito sopra menzionate, ove sia necessario al fine di non alterare i diritti degli Azionisti rispetto alla situazione in cui le azioni avessero valore nominale) gli importi fissi per azioni menzionati nei commi che precedono saranno modificati in modo conseguente».
Cosa vuol dire? Lo si evince all’art. 20 del medesimo documento:
In caso di scioglimento della Società per qualsiasi motivo l’Assemblea nomina uno o più liquidatori determinandone i poteri. I possessori di azioni privilegiate hanno diritto di prelazione nella ripartizione del patrimonio sociale fino alla concorrenza del loro valore di parità contabile.
Il valore di parità contabile, cioè capitale sociale diviso azioni in circolazione, era stato modificato dall’assemblea dello scorso 19 marzo:
L’operazione proposta consiste nel raggruppamento delle azioni secondo un rapporto di n. 1 nuova azione ordinaria ogni n. 100 azioni ordinarie possedute e di n. 1 nuova azione privilegiata ogni n. 100 azioni privilegiate possedute. Per effetto di tale raggruppamento, il numero totale delle azioni ordinarie sarà ridotto da n. 2.114.257.106 a n. 21.142.571 azioni ordinarie e il numero totale delle azioni privilegiate sarà ridotto da n. 1.302.283.310 a n. 13.022.833 azioni privilegiate, con conseguente variazione della parità contabile delle azioni ordinarie e privilegiate da Euro 0,79 a Euro 79.
Il che ha portato il dividendo delle privilegiate a 2,86 euro per azione, pari al 3,6% di 79 euro, ovvero la nuova parità contabile. Il dividendo quindi sarà sicuramente rettificato, ma rimarrà pari al 3,6% della parità contabile delle azioni. E secondo i calcoli di alcuni operatori dovrebbe attestarsi al minimo a 16,9 centesimi.
Il risparmiatore che ha scritto a Linkiesta si è rivolto anche all’investor relation di Unipol, ricevendo una risposta evasiva: è impossibile fornire alcuna delucidazione in tema di dividendi fino a quando non si saranno espressi gli organi societari competenti. Fonti interne a Consob, che ha approvato il documento, hanno spiegato che il dividendo rimarrà invariato, e anche da Unipol sostengono che un cambiamento nella politica dei dividendi è conseguente soltanto a un cambiamento nello Statuto. Perché, allora, non aggiungere questa informazione nel prospetto?
Sotto questo aspetto il prospetto di Fonsai è più chiaro, anche se per via di una nuova classe azionaria creata dall’aumento di capitale:
«A seguito dell’Aumento di Capitale, per effetto dell’emissione delle Azioni di Risparmio di Categoria B alle condizioni di prezzo stabilite dal Consiglio di Amministrazione del 5 luglio 2012, la Parità Contabile delle Azioni di Risparmio di Categoria B sarà pari ad Euro 0,565, pari al Prezzo di Offerta delle Azioni di Risparmio di Categoria B; ne consegue che, fino a quando la Parità Contabile delle Azioni di Categoria B resterà immutata, il dividendo privilegiato, il dividendo complessivo maggiorato e l’importo relativo alla prelazione nel rimborso del capitale delle Azioni di Risparmio di Categoria B saranno rispettivamente pari ad Euro 0,036725, Euro 0,02938 ed Euro 0,565».
Peraltro le integrazioni al prospetto, come recita il Tuf all’art. 97 commi 2 e 7, sono previste in corso d’opera, e non sono così infrequenti. La questione qui è un’altra ed è più ampia: possibile che i regolatori non intervengano per rendere le informazioni alla clientela sugli strumenti finanziari più semplici e fruibili per tutti?
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