Presidente Napolitano, difenda tutte le sue prerogative ma non si arrocchi

Presidente Napolitano, difenda tutte le sue prerogative ma non si arrocchi

Anzitutto, i fatti. Questo il comunicato del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano pubblicato ufficialmente oggi.«Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha affidato all’Avvocato Generale dello Stato l’incarico di rappresentare la Presidenza della Repubblica nel giudizio per conflitto di attribuzione da sollevare dinanzi alla Corte Costituzionale nei confronti della Procura della Repubblica di Palermo per le decisioni che questa ha assunto su intercettazioni di conversazioni telefoniche del Capo dello Stato; decisioni che il Presidente ha considerato, anche se riferite a intercettazioni indirette, lesive di prerogative attribuitegli dalla Costituzione. Alla determinazione di sollevare il confitto, il Presidente Napolitano è pervenuto ritenendo “dovere del Presidente della Repubblica”, secondo l’insegnamento di Luigi Einaudi, “evitare si pongano, nel suo silenzio o nella inammissibile sua ignoranza dell’occorso, precedenti, grazie ai quali accada o sembri accadere che egli non trasmetta al suo successore immuni da qualsiasi incrinatura le facoltà che la Costituzione gli attribuisce”».Il presidente della Repubblica ha naturalmente diritto a far valere quelle prerogative. Deve anzi difenderle perchè – è evidente – ne va della tenuta istituzionale di un paese, e quindi fa bene a chiedere al giudice ultimo – la Corte Costituzionale – di dirimere un conflitto. Su una cosa, però, ci prendiamo la libertà di dire la nostra a Giorgio Napolitano: non si arrocchi come chi garantisce il privilegio dei “sopra-la-legge”, ma difenda la Costituzione come il primo tra tutti a doverne riguardare i doveri. Tra questi “doveri del Presidente della Repubblica” (per stare ad Einaudi) che al suo successore Napolitano dovrà consegnare, non mancano certi quelli di essere garante supremo della legalità costituzionale: che certo obbliga i pubblici ministeri a non abusare  delle intercettazioni in proprio possesso, ma anche chiede al vertice della Repubblica di non mancare mai di quella trasparenza  che consente, serenamente, di spiegare – anche dal Quirinale – perchè un Nicola Mancino insistentemente telefonava in direzione del Colle, e legittimamente riceveva risposte. Spieghi, Presidente, che la politica e lo stato hanno diritto a parlare al telefono senza paura: gli italiani capiranno.

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter