San Marino apre le porte della Repubblica alle coppie gay

San Marino apre le porte della Repubblica alle coppie gay

Dopo esser conosciuto da tutti come paradiso fiscale, San Marino ora potrebbe diventare pure luogo d’elezione per le coppie di fatto, anche omosessuali. Nella piccola repubblica, il Consiglio grande e generale (il parlamento) ha infatti approvato a maggioranza una mozione in cui la possibilità di richiedere la residenza viene estesa alle coppie non sposate conviventi, anche dello stesso sesso. Con tanto di voto positivo della locale Democrazia cristiana. Un sanmarinese potrà quindi dichiarare di voler costituire una famiglia con un individuo, dello stesso sesso o no, e quest’ultimo – anche senza matrimonio – sarà riconosciuto come cittadino della Serenissima.

«Non posso non ricordare ai cattolici», ha detto monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino – Montefeltro, «che questo voto è contro la Chiesa e a tutti che è contro l’uomo». Fino al 2008, a San Marino l’omosessualità rappresentava un reato perseguibile penalmente. A stabilirlo era il codice penale del 1865. Agli articoli 418 (“stupro”), 421 (“stupro in meretrice”) e 425 (“ratto a fine di libidine”), veniva considerato “aggravato” il reato di stupro avvenuto “contro natura” o ai danni di un maschio. In questi casi la pena poteva anche triplicare, e prevedere i lavori forzati. L’omosessualità, tuttavia, non era nominata. 

A di stanza di quattro anni, le cose sembrano essere all’opposto. Dopo il voto del parlamento, gli omosessuali possono acquisire anche il diritto alla cittadinanza, che a San Marino è molto difficile da ottenere. In questi anni il trucco era quello del matrimonio, attraverso il quale la residenza si ottiene automaticamente. Ma ora non serve neanche più quello. E per essere sanmarinese, basta convivere “di fatto” con il proprio compagno o la propria compagna. Anche dello stesso sesso.

Buone notizie arrivano anche dall’Italia. Dopo l’esempio di Milano, dove il 27 luglio è stato istituito il registro delle unioni civili, anche a Belluno si pensa di fare lo stesso. Come riporta il Gazzettino, il promotore dell’iniziativa sarebbe il consigliere di maggioranza Fabio Rufus Bristot, che ha dichiarato di volersi impegnare a portare avanti la questione con la nuova amministrazione di centrosinistra guidata da Jacopo Massaro. Il sindaco, da parte sua, si è detto d’accordo e ha dichiarato: «È una cosa nuova, da discutere tutti insieme».

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