Ventotto secondi e 93 centesimi. Tanto ha impiegato la sedicenne cinese Ye Shiwen a percorrere 50 metri a stile libero nell’ultima vasca dei 400 misti femminili. Cinquantotto secondi e 68 centesimi in totale per andata e ritorno. Più veloce di due mostri del nuoto come Ryan Lotche e Michael Phelps. Una progressione troppo rapida, che le è valsa l’oro nei 400 misti con il tempo record del mondo di 4’28”43. E soprattutto un tempo troppo sospetto, inferiore di sette secondi rispetto a quello dei mondiali dell’estate scorsa a Shangai, dove la nuotatrice aveva vinto i duecento misti. «Wow, se fossimo stati insieme mi avrebbe sconfitto», ha scritto Lochte su Twitter. E l’amico-rivale Phelps: «Tempo fantastico».
Gli osservatori, soprattutto americani, guardano sospetti. Quel tempo delle semifinali dei 200 misti di 2’08’’39, che le ha fatto toccare il nuovo record olimpico, per uno scricciolo di 172 centimetri d’altezza e 64 chilogrammi sembra quasi impossibile. A meno che non ci sia lo zampino del doping. Lei risponde: «Ma che doping, le nostre regole sono ferree e il mio successo deriva da un allenamento senza tregua».
Chi questo sport lo conosce bene, come l’associazione degli allenatori di nuoto Usa, però, ha già paragonato Ye alla nuotatrice irlandese Michelle Smith, che dal quasi anonimato del 1993 passò ai 4 ori e 3 argenti del 1995 e ai tre ori e un bronzo delle Olimpiadi di Atlanta. Per poi cadere su un test delle urine, che rivelò la ragione del turbo delle ultime vasche: doping.
Intanto sull’Aquatics Center di Londra è calato il sospetto e tutti aspettano di rivedere le gesta di Ye Shiwen nella finale della steffetta femminile di sabato 4 agosto. Ma se ripeterà questi tempi, l’oro sembra già legato al collo della squadra cinese.