Comunione e liberazione, il movimento del meeting di Rimini

Comunione e liberazione, il movimento del meeting di Rimini

Il trentatreesimo meeting di Rimini è cominciato. E il movimento cattolico Comunione e liberazione torna a far parlare di sé, riunendo alla fiera della cittadina romagnola il presidente del consiglio e l’ad di Ferrovie dello Stato, il ministro del Lavoro e il presidente del parlamento europeo. Un movimento radicato nella politica, nell’economia e nell’editoria. Che lo scorso anno ha anche visto salire sullo scanno dell’arcivescovato di Milano uno dei suoi membri più carismatici, il cardinal Angelo Scola.

Il meeting per l’amicizia fra i popoli – questo il nome per esteso della manifestazione – è stato inventato nel 1980 da don Luigi Giussani, fondatore di Cl a metà degli anni Cinquanta attraverso il movimento Gioventù studentesca (Gs) creato dal sacerdote tra i banchi del liceo classico “Berchet” di Milano. E anche Cl, nella definizione giuridica del Vaticano, ha in realtà un nome più lungo: Fraternità di comunione e liberazione. Il nome comparve per la prima volta nel 1969, sintetizzando la convinzione «che l’avvenimento cristiano, vissuto nella comunione, sia il fondamento dell’autentica liberazione dell’uomo».

Oggi Cl è presente in circa ottanta Paesi in tutti i continenti ed è guidato dal  teologo e linguista spagnolo don Juliàn Carròn, succeduto a Giussani dopo la sua morte nel 2005. Per far parte del movimento, non è prevista alcuna forma di tesseramento, «ma solo la libera partecipazione delle persone», si legge sul sito di Cl. Per questo è difficile sapere quanti siano in tutto i ciellini: si parla di circa 300 mila adesioni e più di 34 mila imprese associate tramite la Compagnia delle opere, una sorta di Confindustria cattolica nata nel 1986 per riunire gli imprenditori cristiani impegnati anche in opere di carattere assistenziale ed educativo.

Strumento fondamentale di formazione degli aderenti al movimento è la catechesi settimanale organizzata in ogni comunità e chiamata “Scuola di comunità”, che consiste nella lettura e commento di un testo proposto a tutto il movimento. I testi indicati sono di solito quelli del fondatore, don Luigi Giussani, oppure del suo successore, don Julián Carrón. La partecipazione è libera e dal 2009 i gruppi hanno anche la possibilità di attuare un collegamento audio-video con l’incontro tenuto da Juliàn Carròn. Nel corso degli incontri, aspetti essenziali sono anche la musica e il canto, da sempre grandi passioni di don Luigi Giussani.

Tra i giovani, Cl è presente soprattutto negli ambienti universitari, dove molti dei simpatizzanti sono attivi nelle liste di rappresentanza studentesca. Che negli anni si sono riunite sotto l’unica sigla del Clds, Coordinamento liste per il diritto allo studio. Da sempre i ciellini hanno fatto sentire la propria voce negli atenei italiani con manifestazioni e volantinaggi soprattutto su temi importanti come l’aborto, il divorzio, l’utilizzo di cellule staminali embrionali e il riconoscimento delle coppie omosessuali. Oltre alle liste, il movimento è presente nelle università anche tramite le cooperative, che offrono agli studenti servizi di copisteria, libri e altro materiale, offrendo anche borse di studio. La prima delle cooperative cielline si insediò all’inizio degli anni Ottanta in uno scantinato del Politecnico di Milano. 

Sul versante economico, è la Compagnia delle opere ad avere un grande peso, radunando imprenditori, manager e professionisti che, pagando una quota di iscrizione, possono godere della rete di relazioni con gli altri soci e soprattutto delle convenzioni bancarie che forniscono un accesso al credito facilitato. La Cdo ha 40 sedi in tutta italia e 15 all’estero, con 34 mila imprese associate e 1.000 organizzazioni no profit. Con lo scopo, come scritto nell’articolo 1 dello Statuto, di «promuovere e tutelare la presenza dignitosa delle persone nel contesto sociale e il lavoro di tutti, nonché la presenza di opere e imprese nella società, favorendo una concezione del mercato e delle sue regole in grado di comprendere e rispettare la persona in ogni suo aspetto, dimensione e momento della vita». 

Un aspetto importante dell’anima di Cl è la sua penetrazione nella politica a tutti i livelli. Da sempre sostenitori della Democrazia cristiana, si deve a Roberto Formigoni, attuale governatore della Lombardia indagato per corruzione, la nascita del Movimento popolare nel 1975. Che alle comunali di Milano quell’anno guadagnò i suoi primi cinque eletti nel consiglio. Dopo esser stato protagonista della politica della prima metà degli anni Ottanta, il movimento si sciolse però all’inizio degli anni Novanta. Quando anche la Dc, da sempre stella polare dei ciellini in politica, venne coinvolta nell’inchiesta Tangentopoli. Ma molti aderenti al movimento sono comunque arrivati ai piani alti della politica: oltre a Roberto Formigoni, membro del cosiddetto gruppo adulto (composto da persone che fanno vita comune in casa con le giornate scandite da preghiere e una vita fatta di povertà e castità), ci sono Maurizio Lupi (Pdl) e Rocco Buttiglione (Udc).

L’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi fu più volte ospite del meeting di Rimini e alle elezioni politiche del 2006 l’allora presidente della Compagnia delle opere Raffaele Vignali in un editoriale invitò a votare per il Cavaliere. «C’è un’Italia atterrita all’idea sinistra di uno Stato che vuole “organizzare la felicità”», era scritto in un editoriale di Tracce, «ecco perché la Cdo ha deciso: noi stiamo con il caimano». Ma anche Matteo Renzi, attuale sindaco di Firenze, nella sua corsa alla poltrona di primo cittadino ricevette l’appoggio di Cl. 

Il movimento ha anche i propri organi di informazione: il mensile Tracce, in primis, giornale ufficiale di Cl pubblicato in undici lingue diretto da Davide Perillo, ma anche Tempi, settimanale di area ciellina diretto e fondato da Luigi Amicone, già giornalista del settimanale cattolico Il Sabato

Ovviamente molti membri del movimento cattolico hanno anche fatto carriera nelle alte gerarchie della Chiesa. Da Cl provengono cardinali come Carlo Caffarra (arcivescovo di Bologna) e Angelo Scola (arcivescovo di Milano) e numerosi vescovi come Paolo Pezzi (arcivescovo di Mosca) e Javier Martinez (arcivescovo di Granada).
 

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