Rimini. «Ho sbagliato e chiedo scusa». Per evitare che questo Meeting di Rimini diventi la tomba politica di Roberto Formigoni, nel dibattito del governatore lombardo con il giornalista Oscar Giannino, si gioca la carta ultima: la penitenza. Durante l’incontro per parlare di regione Lombardia, il Celeste ha sfoderato tutta il suo armamentario politico, passando dal ricordo di Don Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, fino alle preghiere che il Papa avrebbe fatto per lui durante le giornate in cui i quotidiani davano conto delle indagini della procura di Milano sul San Raffaele e il caso Daccò.
Tra gli applausi e i boati, nel finale il Celeste è arrivato a definire un comportamento «terroristico» quello di «Idv, Grillo e Il Fatto e Repubblica» come «il braccio armato di una fazione che mira al dissolvimento dello Stato». Formigoni lo dice appena dopo la presentazione da parte del giornalista Lodovico Festa. «Voglio darvi una lettura personale di quanto mi è accaduto» spiega. Il governatore parla delle preghiere dei militanti («Ho sentito fisicamente le vostre preghiere in questa esperienza forte e straordinaria»).
Poi racconta un aneddoto avvenuto durante una messa vespertina, quando un’anziana signora gli si è avvicinato dicendogli. «Anche tanta gente di altri partiti la stima e le vuole bene». Ancora applausi. In sala sono tutti per Formigoni, che aveva voglia di giocare una partita finalmente “in casa sua”. «Vai presidente», gli urlano. E lui rincara. Spiega di aver sentito vicino «un vecchissimo amico che mi aveva voluto bene da vivo e che da lassù si è dato da fare per me». Cioè Don Giussani.
Poi il governatore ricorda pure la lettera di Don Carron a Repubblica, quella in cui stili di vita poco sobri erano diventati quantomeno pretesto per dubbi in buona fede, «dove in tanti ci siamo rivisti». E infine rivela un dettaglio di tre mesi fa che aveva tenuto nascosto ai giornalisti durante l’incontro a Milano con il Papa: «Benedetto XVI mi guardò e mi disse: ‘io prego tutti i giorni per leì». Dopo questo preambolo dove fede, preghiere, ricordi e amicizia si mischiano, arrivano le scuse. Il Celeste alza la voce per dirlo.
«Ve lo dico e basta. Ho sbagliato e chiedo scusa, ma l’ho fatto perchè non potevo permettere che contro l’esperienza della Regione Lombardia e quella che mi ha generato fossero scaricate ingiustamente tonnellate di fango». E forse l’applauso più lungo. A cui però, poi, aggiunge due note un po’ complottiste, raccontando che tutto è partito dopo la caduta del governo Silvio Berlusconi con l’arrivo a palazzo Chigi di Mario Monti. E pensare che, al meeting dell’anno scorso, il Celeste chiacchierando coi giornalisti a tarda sera invocava proprio una pronta fine dell’esperienza berlusconiana, per fare spazio a un patto più largo, di transizione condivisa.
È Oscar Giannino, il promotore del manifesto Fermare il Declino, l’intellettuale liberale a riportare sulla terra il popolo di Comunione e Liberazione. «Se dovete fischiarmi, fatelo alla fine», incalza, partendo con una lunga carrellati di dati della Banca d’Italia sulle eccellenze della Lombardia in ambito sanitario. Ma lo fa come un attento osservatore. Spiega il «virtuosismo lombardo», ma denuncia gli errori del centrodestra in questi 18 anni. Poi dà un consiglio a Formigoni. «Lasci stare il complottismo, non imiti Berlusconi». E infine aggiunge: «Spero che Formigoni si faccia interrogare dai magistrati come tutti gli altri esponenti politici coinvolti».
Giannino ne riceve comunque diversi di applausi. E alla fine, si lancia, rendendosi disponibile perchè questi 18 anni di regione Lombardia non vadano persi. Poi riprende la parola il Celeste. E qui gli attacchi ai giornali si sprecano. «Come fate a dimostrare che la Lombardia è corrotta e gli altri corretti? Ma come fate a dimostrare questa assurdità?» si domanda rivolgendosi a coloro che «hanno attaccato la mia persona e il Governo lombardo».
La situazione secondo Formigoni «è sorprendente perchè dicono che la sanità lombarda è un luogo di corruzione senza fondo, pare, e poi davanti ai bilanci per 11 anni consecutivi la Lombardia risulta in assoluto pareggio, con grande soddisfazione. E siamo la Regione che ospita più malati da fuori. È arrivata anche la corte dei conti, che ha bastonato tutti i governi, ha esaminato tutto e ha dato giudizi solo positivi». A valere, secondo Formigoni, sono i «numeri oggettivi che parlano di una eccellenza assoluta ottenuta a prezzi contenuti»
«L’attacco contro di me era e resta ingiusto, a quanti dicono che sono appeso ad un filo rispondo che non sono loro a decidere come va a finire ma il padre eterno, perchè non sanno se quel filo è fatto di nylon o tungsteno». In ogni caso, Formigoni lo ribadisce: «Non rifarei le vacanze ai Caraibi, che comunque mi sono pagato di tasca mia, perchè non è cosa opportuna». E, dal punto di vista politico, secondo Formigoni, «l’attacco contro di me è fallito perchè il Pdl e la Lega mi si sono strette intorno, così come il popolo di Cl». Alla fine c’è anche spazio per ricordare Antonio Simone, l’ex assessore alla Salute di regione in Lombardia, in carcere a San Vittore: Lodovico Festa si commuove.