«Ma chi lo vuole?». A Roberto Maroni bastano quattro parole e un punto di domanda su Facebook, per creare scompiglio nel già tormentato Popolo della Libertà di Silvio Berlusconi. Il segretario federale del Carroccio si rivolge proprio a lui, al Cavaliere, nei giorni in cui all’interno del centrosinistra si discute di una possibile alleanza tra Nichi Vendola e Pieferdinando Casini: secondo il quotidiano Libero il patto elettorale tra Udc e Sel aprirebbe la strada a un contropatto targato Lega e Silvio. Ma a Bobo la notizia del giornale diretto da Maurizio Belpietro – spesso ritenuto di area leghista – deve essere andata di traverso. E ha deciso di scriverlo sul suo profilo: «Secondo Libero la grande ammucchiata Bersani-Vendola-Casini farà tornare la Lega alleata di Berlusconi. Ma chi l’ha detto? Ma chi lo vuole?».
Apriti cielo. Dopo pochi minuti la corazzata berlusconiana parte lancia in resta. E Sandro Bondi, senatore, veneratore del Cav, spara: «Ritengo, anche sulla base dell’esperienza del governo presieduto dal Presidente Berlusconi, che l’alleanza con la Lega sia un impedimento alla governabilità e alla effettiva modernizzazione dell’Italia». Insomma, che il clima non sia dei migliori tra le due compagini lo si era capito da tempo. Ma che tutto questo avvenga nelle settimane in cui leghisti e pidiellini stanno tornando a parlare e a collaborare dopo la caduta del governo Berlusconi suona strano. Del resto, l’incontro della settimana scorsa tra Maroni e il Cavaliere – come l’approvazione della legge sul semipresidenzialismo o il ritorno del Fondo Brancher – testimoniano una volta di più come i protagonisti del vecchio asse del Nord siano tornati ad annusarsi.
Qualcosa, però, non funziona. Di mezzo, va ricordato, c’è pure la regione Lombardia governata da Roberto Formigoni, con il governatore che dovrà decidere se candidarsi nel 2013 alle politiche e lasciare magari il testimone proprio a un leghista. Meccanismi complessi. che rendono l’aria irrespirabile, con il segretario lombardo Matteo Salvini pure lui impegnato in queste ore a incontrare il Celeste per chiudere la quadra sul valzer di nomine nella sanità lombarda. In questo clima, però, Lega e Pdl continuano a discutere sulla possibilità di presentarsi insieme alle elezioni. Maroni continua a ripetere che le alleanze sono l’ultimo dei suoi pensieri, ma allo stesso tempo lancia messaggi subliminali.
L’ultimo è di cinque giorni fa, quando durante una festa leghista nel lecchese ha spiegato ai giornalisti di essere convinto «che Berlusconi non abbia interesse a fare cose contro di noi sulla legge elettorale». La sensazione, in via Bellerio, è che alla fine il Cavaliere sarà costretto a presentarsi con il cappello per recuperare l’antica alleanza, provando a presentare un progetto politico credibile per contrastare la corazzata di centrosinistra e le liste Monti. L’impressione – anticipata sul Foglio da Nando Adornato dell’Udc – è che alla fine Pierferdinando Casini decida di correre da solo. A Lega e Pdl, quindi, toccherà trovare una soluzione per mantenere i governi nelle regioni del Nord, Veneto, Piemonte e Lombardia. E offrire una proposta credibile agli elettori.
Qui sta il punto. Maroni, a quanto trapela, avrebbe ricevuto rassicurazioni, durante l’incontro con Berlusconi, sul fatto che alla fine il Pdl si spaccherà. Quello che potrebbe nascere non è chiaro ancora a nessuno (liste civiche simili a Forza Italia?), ma il segretario federale del Carroccio ci sta lavorando. E con tutta probabilità ne parlerà proprio con il Cavaliere la prossima settimana, quando i due si ritroveranno a pochi chilometri di distanza in Sardegna: Maroni sarà per qualche giorno sull’Isola Rossa, mentre il Cav Villa Certosa. Su un aspetto i due sembrano distanti anni luce: Bobo non vuole che Berlusconi si candidi a premier.
I sondaggi interni di Pdl e Lega danno l’accoppiata Bobo-Silvio a minimi storici. Per questo motivo si tentano altre strade. Ma la sensazione, tra gli stessi leghisti, è che alla fine sia quella la strada da seguire: un centrodestra senza Berlusconi magari aprendo a movimenti nuovi come quello di Oscar Giannino. Come ci si arriverà, al momento, è ignoto. Maroni vanta un ottimo rapporto con Angelino Alfano, il segretario del Pdl che continua spingere per una candidatura dell’ex presidente del Consiglio. Alfano è l’uomo giusto per Maroni? Potrà un siciliano fare breccia nel cuore dei padani? E se l’ex ministro di Grazia e Giustizia sarà candidato in ottobre in regione Sicilia? Tutte incognite, ma il tempo stringe. E la nuova Lega di Maroni dovrà presto prendere una decisione.