Non gli bastava una giovinezza da “ribelle”, trascorsa fumando tabacco olandese e indossando i jeans sotto la tunica cerimoniale: l’Ayatollah Ali Khamenei, guida suprema dell’Iran, si conferma un leader atipico per il Paese medio-orientale, almeno sotto il profilo della comunicazione. Dopo essere sbarcato su Twitter, piattaforma in cui vanta anche un discreto seguito – 5000 follower – il 73enne ha aperto infatti anche un profilo su Instagram, dove posta quotidianamente foto del suo operato pubblico.
La politica anti-occidentale, uno dei baluardi del successore di Ruhollah Khomeini alla guida della nazione sciita, dunque, non ha impedito all’Ayatollah di utilizzare appieno le potenzialità di apps, smartphone e social network. Le immagini che Khamenei pubblica sul suo profilo Instagram lo raffigurano mentre presenzia ad incontri e messe, talvolta da solo, talvolta in compagnia del presidente Ahmadinejad. In poche ore il religioso, che Forbes ha collocato al 26esimo posto tra i leader più influenti al mondo, ha totalizzato quasi mille “seguaci”. Ovviamente, non è lui a gestire l’account in prima persona, ma il suo staff.
Poco cambia, comunque: la notizia è interessante, sopratutto perché stride (e non poco) con le politiche restrittive del regime in termini di utilizzo libero del web e dei social media. Un anno fa, Teheran aveva cominciato a pianificare una versione interna di internet, nell’intento di separare il Paese dal resto del World Wide Web. Tre anni fa, invece, l’accesso alla rete venne sospeso più volte, per troncare sul nascere le rivolte che si stavano organizzando sui social network contro il governo totalitario di Mahmoud Ahmadinejad.