GENOVA – Le pinne e gli occhiali ce li ha, il fucile – come cantava Edoardo Vianello negli anni Sessanta – invece no ma Beppe Grillo non ha bisogno di armi, gli basta parlare. In braghette rosse, ben piantato su uno scoglio affiorante nel mar di Liguria, emergente dalle onde come Nettuno, il leader del Movimento 5 stelle ieri mattina ha intavolato con i bagnanti una lunga chiacchierata.
Quasi ogni mattina Grillo si allena per prepararsi alla prossima sfida: arrivare in Sicilia a nuoto, attraverso lo Stretto, per il lancio della campagna elettorale della Regione. Per ora la sua tenuta in mare è sui 2 chilometri. Ma il problema sono le correnti, quelle marine. Da «quel poveretto» di Assange agli attacchi a Monti («tutto quello che fa è finalizzato al recupero crediti per le banche»), al terremoto in Emilia («Ci sono appena stato: non ci sono i soldi e entrano in campo le banche a ipotecare le piccole aziende») Grillo ha parlato per quasi due ore. Anche del «suo» consigliere regionale emiliano Giovanni Favia che in un fuori onda ha accusato il Movimento 5 stelle di scarsa democrazia. Grillo l’ha spiegata così: «Nel Movimento abbiamo questi due o tre ragazzi che hanno fatto due mandati e non si possono più ripresentare e così sono entrati nel panico» e si porta le mani al collo, come chi si sente soffocare. «Li capisco, per carità. Erano disoccupati e per un po’ di anni si sono trovati a prendere uno stipendio da tremila euro al mese e a gestire un po’ di potere, e adesso si sentono l’acqua alla gola perché devono lasciare. Così vanno in televisione a straparlare di democrazia. Il “grano” e il “poterino” purtroppo, sono un problema».
Ma, dice Grillo, «la vera democrazia è la nostra regola: noi non siamo un partito e al nostro interno non si fa carriera. Gli è piaciuto troppo, vogliono fare carriera politica? Liberissimi. Se ne andranno in un partito, andranno nel Pd o nell’Idv o non so dove, scelta loro. Sono un dittatore per questo? Perché dico che le regole vanno rispettate? Noi di regole ne abbiamo poche: quando qualcuno si vuole candidare mi manda il certificato penale, quello di residenza nel posto dove si candida, la dichiarazione di non essere iscritto a un partito e di non aver fatto politica prima». Grillo si accalora: «Un po’ di vaglio ci vuole per chi chiede di usare il simbolo, se arriva Totò o’ curto e dice che vuol fare il sindaco gli dobbiamo dire sì e basta se no io sono un dittatore? Allora sì, sono un dittatore. Non sono un leader, non sono un segretario di partito, ma sono un garante del rispetto delle regole».
E dov’è la democrazia di chi critica i 5 stelle? «Bersani dice che mi devo confrontare. Boh. Quando mi sono iscritto al Pd alla sezione di Arzachena perché volevo parlare al congresso hanno riunito il “comitato centrale” per dire che non potevo iscrivermi perché ero “ostile” e non mi hanno lasciato parlare e ora sono io che non mi confronto? La realtà è che sono morti, morti, morti e hanno una paura fottuta del Movimento perché se si va a votare con il premio di maggioranza vinciamo noi e andiamo al governo. Comunque in Parlamento ci andiamo. E per prima cosa confrontiamo i redditi dei parlamentari e delle loro mogli e mariti prima che fossero eletti con quelli dopo uno o due mandati per vedere se sono cresciuti e come». Un bagnante (capelli bianchi, occhiali alla Onassis, si dichiara un professionista) si sporge dal molo e chiede lumi: e di Di Pietro, che ne pensa? «Brava persona, onesta – dice Grillo -. Ma non sapeva usare la Rete. È venuto a parlarmi, gli ho presentato un amico, un esperto, ed è passato dal 4 all’8% ma poi è rimasto all’interno di un sistema marcio e così gli capitano gli Scilipoti, per questo non potremo mai metterci d’accordo. Ma è l’unico che salvo, sarebbe un buon ministro degli Interni o anche il Presidente».
I bagnanti assentono. E Berlusconi, chiedono, tornerà in politica? «Non so ma non credo, ormai è un altro morto» profetizza Grillo che invita tutti a cambiare «questo Paese ormai al fallimento». È dura, dicono dalle sdraio. È dura, conferma Grillo in mare con gli occhialini sulla testa: «Lavorano alla distruzione della mia persona come facevano Stalin e Mao. La mia famiglia è preoccupata, io ho sei figli inermi davanti a queste cose». (tratto dal Corriere della Sera)