Portineria Milano“Maroni sempre in tv, non viene più alle feste della vera Lega”

“Maroni sempre in tv, non viene più alle feste della vera Lega”

Mentre l’ex leader Umberto Bossi trascorre le ultime giornate estive giocando con i militanti a braccio di ferro ai tavolini del mitico bar Bellevue di Laveno, il segretario della Lega Nord Roberto Maroni continua la sua passerella nei salotti del potere italiano, come il Workshop Ambrosetti di Cernobbio, concedendo interviste in tv, radio e quotidiani.

Ma se il comportamento del Senatùr non desta particolari malumori tra le leve del Carroccio («Almeno non fa danni» è la frase più in voga), qualcuno in via Bellerio ha iniziato a rumoreggiare per l’atteggiamento di Bobo «che dovrebbe sporcarsi di fango le suole delle scarpe e partecipare di più ai classici raduni padani».

Il timore, infatti, con i sondaggi che fissano la Lega al 4% (l’ultimo è Ipsos ndA), è che quella base indipendentista – e magari un po’ folkloristica legata al rito dell’ampolla – incominci a poco a poco a staccarsi. Si tratta di un pericolo concreto secondo gli stessi barbari sognanti, anche perché furono proprio i fedelissimi del pratone di Pontida a tenere la Lega elettoralmente a galla alla fine degli anni ’90.

Così, qualche leghista ha iniziato a domandare al segretario di partecipare meno a salotti e convegni, più a eventi che coinvolgono la base. Come per esempio quello che si svolgerà questo fine settimana a Cogne, per la prima festa indipendentista organizzata da Mario Borghezio insieme con diverse esponenti dei movimenti autonomisti europei.

Maroni aveva dato in un primo momento la sua disponibilità, ma poi è tutto saltato: sabato sarà in provincia di Como a un evento per ricordare il professor Gianfranco Miglio e domenica alla festa leghista di Brescia insieme con il segretario del Pdl Angelino Alfano. Insomma, calcolando che durante gli Stati Generali del Nord di Torino ci saranno il ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera e il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, l’impressione è che possibili «gare di braccio di ferro con i militanti» passeranno in secondo piano.

Pontida, poi, si svolgerà il prossimo anno. E il tour per le piazze del settentrione che partirà da Venezia il prossimo 7 ottobre è ancora tutto da scoprire. Ma le elezioni politiche del 2013, inesorabili, si avvicinano. Sostengono in tanti che dietro le strategie mediatiche di Bobo ci sia sempre la portavoce Isabella Votino, che «forse», chiosano i maligni di Bellerio «si è dimenticata del fatto che Maroni non è più ministro».

Ma la silenziosa esperta di rapporti con le prefetture di tutta Italia, competenza che le vanta un posto nel Milan, continua a non badare alle critiche. Tira dritto, nella sua eterna missione di rendere Bobo un personaggio più istituzionale, con occhiali firmati e scarpe Hogan ai piedi. Maroni è stato a Ballarò martedì sera, nel salotto televisivo di Giovanni Floris, è transitato dal Tg5 il giorno dopo, poi ha fatto una capatina a Radio 1, quindi si è fatto un giro nella nuova sede della Stampa di Torino, per un’altra intervista via web in un altro salotto buono della Torino che conta.

C’è solo una persona che ha abituato il popolo italiano a maratone mediatiche di questo tipo. Si tratta dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che prima delle elezioni era solito occupare tutti gli spazi possibili per infiammare elettrici e elettori. Di certo Maroni conosce le problematiche dell’elettorato leghista. Lo ha fatto capire proprio durante l’intervista concessa alla Stampa, dove a precisa domanda sul come tenere unite le diverse anime leghiste, Bobo ha risposto che in questo momento la priorità «è parlare e aprire un dialogo con la società del nord e con gli imprenditori». Le feste sul Monviso, insomma, possono passare in secondo piano.

Renderà in termini elettorali? Bossi e i suoi, quelli che restano del cerchio magico, restano in attesa dietro ai cespugli delle valli lombarde. Aspettano il primo passo falso del nuovo segretario per azzannarlo, come leoni nella savana. In questo mese, però, il Senatùr ha continuato a macinare chilometri, a partecipare alle feste, come pure a quella di Pontida. Non ci sono stati i bagni di folla, «ma c’è stato», accenna un esperto di questioni leghiste.  Maroni, invece, a parte qualche fugace apparizione, si è fatto notare per la sua vacanza in Sardegna, dove qualcuno lo ha pizzicato pure per un posto barca non saldato.

«Ho sempre pagato», ha tagliato corto l’ex numero uno del Viminale, ma la cosa ha creato qualche malumore, in questo momento di crisi economica. E intanto i sondaggi non si schiodano. Rende di più il fango di una festa sul Monviso o una chiaccherata con Confindustria? Lo si saprà alle elezioni, con i vecchi leoni della Padania pronti a caricare il nuovo segretario.  

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