Monti bis? Senza proporzionale ha poche possibilità

Monti bis? Senza proporzionale ha poche possibilità

Gli investitori ed i leader politici di tutto il mondo, con in testa Barack Obama, sono preoccupati che il nuovo governo che uscirà dalle prossime elezioni italiane nel mese di aprile 2013, non porti avanti l’ “Agenda Monti” di riforme strutturali e disciplina di bilancio, e che dunque un Monti II, o almeno un governo dove l’attuale Primo Ministro abbia un forte ruolo di indirizzo, non segua al Monti I. Le preoccupazioni sono fondate, per diversi motivi.

Economia
Da un lato è difficile pensare che il “bazooka” costituito dagli acquisti di titoli pubblici da parte Bce e fondo salva stati Esm, possano scongiurare a lungo la rottura della zona Euro: se davvero gli investitori si convincessero che il nuovo governo italiano non è determinato a proseguire il cammino delle riforme e la disciplina di bilancio, gli spread aumenterebbero vertiginosamente fino a quando il bazooka diverrebbe un arma spuntata, politicamente inutilizzabile perché la signora Merkel, dopo massicci aumenti della moneta in circolazione, staccherebbe la spina a Draghi. L’euro non sopravviverebbe.

D’altra parte, l’ “agenda Monti” (agenda, dal latino “cose ​​da fare”) è lontana dall’essere “acta” (“le cose che sono state fatte”). Fino ad ora il governo è riuscito a far approvare in Parlamento sette riforme: consolidamento del bilancio e riforma previdenziale (Salva Italia), concorrenza (Cresci Italia), la semplificazione amministrativa e fiscale, la riforma del mercato del lavoro, Spending Review, crescita. Eppure, in una recente indagine il Sole 24 ore ha rilevato che, al 31 agosto, circa il 86,6 per cento (!) dei decreti necessari per attuare questi provvedimenti riforme erano ancora da approvare, con i ritardi di attuazione particolarmente gravi nelle cruciali riforme del mercato del lavoro cruciale e della revisione della spesa, proprio le riforme che potrebbero gli avere effetti più positivi sull’economia. In altre parole, il lavoro è tutt’altro che finito.

Infine, mentre l’aumento delle tasse e le riforme delle pensioni hanno già esercitato il loro impatto negativo sui consumi e la crescita (che possono avere depresso fino al -2%), i tanto attesi effetti positivi sulla crescita a medio termine (+1,5 secondo la mia valutazione) non si sono ancora materializzati, e in ogni caso sarebbero dissipati se i tassi di interesse tornassero a salire.

Politica
Di qui la domanda cruciale, per l’Italia e l’Europa: qual è la probabilità che Monti sarà nominato per un secondo mandato e/o che il nuovo governo rispetterà rigorosamente l’agenda Monti (MM2)? La mia risposta è che MM2 ha meno del 50% di probabilità di sopravvivere alle prossime elezioni. Vediamo perché. Al fine di dare una risposta coerente alla domanda bisogna valutare almeno due aspetti dell’incerto quadro politico italiano.

Sistema Elettorale
I principali partiti politici stanno cercando di raggiungere un accordo su come riformare il sistema elettorale prima delle elezioni del 2013. Per semplificare, un accordo potrebbe essere raggiunto su un sistema prevalentemente “proporzionale” (P), che darebbe luogo ad un parlamento privo di una maggioranza forte, oppure su un sistema prevalentemente “maggioritario” (M), da cui scaturirebbe una netta maggioranza.

Candidati Premier
Sia il Partito Democratico (L) che il Partito della Libertà (R)
non hanno ancora deciso, e lo faranno (forse) con le elezioni primarie, quale sarà il loro candidato premier. Questa scelta potrebbe produrre sia delle leadership/coalizioni moderate (destra-centro, RC, o di sinistra-centro, LC) o delle leadership /coalizioni radicali (RR, LL). Un esempio di RR è Berlusconi leader alleato con la Lega, mentre RC potrebbe essere Alfano alleato con Casini. Un esempio di LC potrebbe essere Renzi-Casini, e LL Bersani-Vendola.

La presunzione è che la probabilità di MM2 dipende dalle realizzazioni di questi eventi incerti. Un parlamento in cui le forze siano in equilibrio (hung-parliament), (P), sarebbe più favorevole alla candidatura/agenda MM2 di una vittoria netta di una delle parti, in quanto Monti potrebbe essere un compromesso ragionevole tra due avversari deboli. Inoltre, il prevalere di leadership/ coalizioni più radicali, renderebbe meno probabile la candidatura di una personalità di centro come Mario Monti . Ora tutto quello che dobbiamo fare è di assegnare delle probabilità di questi eventi, e calcolare la probabilità risultante per MM2.

Per quanto riguarda la riforma elettorale mi sembra che un accordo su un sistema prevalentemente proporzionale (P) sia più probabile che l’alternativa (M), e dunque assegno 0.6 a P, e 0.4 ad M. La ragione è che i due maggiori partiti sono diminuiti sostanzialmente nelle intenzioni di voto (il 25% dei democratici, e il 20% del partito Libertà) ed è plausibile ritenere che entrambi non vogliano rischiare una sconfitta elettorale di grandi dimensioni. Per quanto riguarda i candidati, la competizione dei partiti “radicali” (in particolare il partito Cinque Stelle di Beppe Grillo, e l’IdV di Di Pietro) e i recenti scandali di corruzione, favoriscono coalizioni meno centriste su entrambi i fronti: dunque personalmente assegno 0.6 alle coalizioni più estreme (RR, LL), e 0.4 a quelle moderate (RC, LC).

Con queste valutazioni a priori e alcune ipotesi (3), è possibile calcolare la probabilità di MM2, che risulta meno del 50%, ed in particolare uguale al 43%. Ci sono due forze opposte in gioco: il sistema proporzionale, che favorisce (l’agenda) Monti perché non produce un vincitore netto tra gli opposti schieramenti, e l’emergere di partiti radicali che aumenta le distanze politiche e programmatiche tra gli schieramenti, favorendo coalizione più estreme, che l’ostacola (5). Purtroppo per l’Europa, ritengo più verosimile prevalga il secondo elemento.
 

Note:

(1) Volendo formalizzare il discorso, il sistema elettorale V potrebbe assumere due realizzazioni, P e M : V = {P, M}. In modo analogo il candidato della destra potrebbe guidare una coalizione estrema RR o moderata, RC, dunque R = {RC, RR}. Analogamente il candidato/coalizione della sinistra potrebbe essere L = {LC, LL} e cioè una coalizione di centro sinistra, ad esempio Renzi Casini, o di sinistra-sinistra, Bersani-Vendola.

(2) In una formula, possimo scrivere che la probabilità, p, di un secondo mandato o di un forte imprinting di Monti sul nuovo governo dipende le realizzazioni della legge elettorale e dalle candidature/alleanze dei due schieramenti: (V, R, L).Perciò p = F (V, R, L) con alcune proprietà ovvie: F (P, *)> F (M, *), il che significa che un sistema proporzionale favorisce Monti, e F (*, sC)> F (*, ss) per s = R, L, il che significa che i leader/coalizioni moderate favoriscono Monti.

(3) In particolare possiamo ipotizzare che la funzione che assegna la probabilità a MM2, F (V,R,L) diminuisca da un valore massimo di 1, quando il sistema è proporzionale e entrambi i candidati / coalizioni sono moderati, fino a zero, quando il sistema è maggioritario ed entrambi i il leader / coalizioni sono radicali:

F(P, RC, LC) 1
F(P, RC,LL) 0,6
F(P,RR,LC) 0,6
F(P,RR,LL) 0,3
F(M, RC, RL) 0,6
F(P, RC,LL) 0,3
F(P,RR,LC) 0,3
F(P,RR,LL) 0

(4) Sotto queste ipotesi e indicando con p (x), la probabilità che si verifichi l’evento x = V, R, L, assumendo che gli eventi V, R, L siano indipendenti, la probabilità attesa di MM2 è calcolata come segue

(5) La valutazione di probabilità sarebbe più elevata (ridotta) se si ritenesse ancora più (meno) probabile un accordo su un sistema proporzionale, o se si ritenesse più (meno) probabile l’emergere di coalizioni centriste.                                       

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